Creato da Die972 il 17/07/2006

Corri Forrest Corri!

Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata.

 

 

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Bellezza

Post n°45 pubblicato il 03 Aprile 2007 da Die972

"Diego, dai, dobbiamo andare..".

D'improvviso la voce di V. mi riportava alla realtà. Stava per iniziare la parte finale di un'Assemblea importante, per la quale venerdì e sabato scorso mi trovavo a Pistoia. Avevamo deciso di fare una scappata in Sant’Andrea prima che si riprendessero i lavori. Sotto il pulpito di Giovanni Pisano c'ero io, assorto e meravigliato, come ogni volta che mi capita di vedere questo capolavoro dell'arte gotica. Mentre lentamente giravo intorno al grande pulpito marmoreo, il mio sguardo si soffermava ora su un pannello istoriato, ora su una delle statue angolari raffiguranti I Profeti e le Sibille, ora sul potente telamone che sorregge una delle colonne portanti, ora sull'aquila del leggìo, ieratica e solenne.
immagine

La forza espressiva di Giovanni Pisano in questo pergamo si manifesta in tutta la sua magnificenza. Ogni scultura, ogni singola figura rappresentata, ha un'individualità impressionante, ha una volontà, un moto proprio. Il genio di Pisano sta nella sua capacità di rappresentare nel marmo I flussi di forza dei personaggi, forza fisica e mentale. Il gesto minaccioso di Erode, nella Strage degli Innocenti, pare tagliare diagonalmente tutta la scena grazie a quell'energia invisibile, ma che si avverte, che parte dal suo indice puntato e si propaga causando una sorta di onda d'urto tra I personaggi raffigurati di fronte a lui. La Vergine, nella Natività, non è assorta sul suo giaciglio, come spesso viene raffigurata, ma si aggrappa, e tenta di alzarsi con tenacia per raggiungere con la mano il volto del Bambino e ricoprirlo dolcemente con il lembo del panno, in un gesto di impressionante umanità. Ogni figura esprime tensione. Psicologica e fisica. I corpi stessi sono in tensione, non esiste un personaggio che sia raffigurato in atteggiamento di riposo. Gli stessi Profeti, o le Sibille, compiono sempre una violenta rotazione con il busto da un lato, mentre il loro volto, il loro sguardo, è sempre diretto al lato opposto.

immagineDi fronte a tante forze, uguali e contrastanti, se si rimane in silenzio si sente quasi il marmo scricchiolare sotto la pressione di questo universo figurato che sembra si sforzi per uscire dalla materia inerte. Il grande Roberto Longhi, nel descrivere il pulpito con le sue parole sempre evocative parlava di "cristiano stridor di denti". Come dargli torto.

Osservando tutto questo, con la testa all'insù, dopo un profondo sospiro, è accaduto un fatto nuovo, decisamente insolito, che va oltre la magnificenza di ciò che stavo contemplando. Ho pianto. O meglio, i miei occhi sono diventati lucidi e umidi. Situazione strana, imbarazzante, che ho subito cercato di trattenere al richiamo di quella voce che mi invitava ad andare.

Io non so fare analisi, quindi non so dire esattamente perché mi sia successo. Però ci ho ripensato, in treno, e mi sono reso conto di una cosa: sono diventato ipersensibile alle situazioni, ai luoghi, alle persone o ai momenti che mi comunicano bellezza. Bellezza nel senso più lato del termine, e più nobile. Bellezza come magica condizione - esteriore o interiore - in ciò che hai di fronte, in grado di farti provare un'emozione, di darti la sensazione che quel breve scorcio di vita è qualcosa di irripetibile, unico, rasserenante, importante, sensato. La bellezza è sempre qualcosa di sconcertante e irraggiungibile semplicità. E’ imperfezione. Io non credo che la bellezza stia negli occhi di chi guarda. Mi fa tristezza pensarlo, perché appiattisce ciò che invece in questo mondo è così incredibilmente oscillante in quanto a intensità di ciò che esprime. Certo, deve incontrare occhi predisposti ad accoglierla come evidentemente ora lo sono i miei.

Ciò che è successo mi è capitato con quest'opera di Giovanni Pisano, ma in passato mi è capitato per la corsa sgangherata e felice di un bambino… per i riflessi, come gocce dorate, dell'ultimo sole dopo una giornata di pioggia… per un prugno selvatico in fiore… per il sovrapporsi del profilo delle colline, che più scalano verso lo sfondo più si fanno azzurrine… per il gesto gratuito di un amico.. per un paesino arroccato su una rupe… per lo scorrere veloce dei colori sotto al finestrino del treno.. per un assolo di flauto traverso…

Quelle lacrime, improvvise e inopportune, sono forse la manifestazione più esteriore dell’amara consapevolezza che di fronte alla bellezza io non basto più. Non sono sufficiente. In quei momenti avverti con maggiore intensità l’angoscioso vuoto di una condivisione che non c’è. Perché questo è il punto. Gli attimi che mi parlano di bellezza non possono giungere dritti a me. Non sono in grado di assaporarli pienamente.

Forse la vita è come un biliardo. Un grande tavolo verde dove i colpi più belli hanno bisogno di un gioco di sponda.

 

PS. Rileggendo questo post mi sono accorto, da un lato, che forse ho dato una involontaria lezione di storia dell’arte (ScusateScusateScusateScusateNonEraMiaIntenzione), dall’altro che forse è il caso che vada a farmi vedere da qualcuno.. ^^

 
 
 
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IO

 

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PAROLE...

"Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.

Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.

Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...

Nunca perseguí la gloria.

Caminante, son tus huellas
el camino, y nada mas;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atras
se ve la senda que nunca
se ha de pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar.
[Antonio Machado]

Tutto passa e tutto resta
ma il nostro destino è di passare
passare disegnando percorsi
percorsi sul mare.

Non ho mai rincorso la gloria,
nè voglio lasciare nella memoria
degli uomini la mia canzone;
io amo i mondi sottili,
in assenza di gravità e gentili,
simili a bolle di sapone.

Mi piace vederli mentre si dipingono
di sole e di rosso, volare
nel cielo azzurro, tremare
improvvisamente e svanire...

Non ho mai rincorso la gloria.

Viandante, sono le tue orme
il cammino e niente di più;
Viandante, non c’è una strada,
la si costruisce camminando.

Mentre vai si fa la strada
e voltandoti
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Viaggiatore,
non esiste una strada,
ma solo scie nel mare.


"Superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura".
[Alda Merini]

"Le case abbandonate sono come gli uomini. Alcuni tengono duro, altri crollano. Dolore e solitudine fanno cadere uomini e muri."
[Mauro Corona]

 

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