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VERDONE E GLI STRACAFONAL ITALIANI

Post n°80 pubblicato il 17 Marzo 2008 da dietrolanotizia
 

Sta per uscire il nuovo film di Verdone. Un “manifesto” anche sulla cafonaggine italiana imperante. E’ un concetto interessante quello espresso dal regista attore sull’ultimo numero di Oggi.  La montante e ormai invasiva tamarraggine italiana che si lega a una aggressione con intolleranza che ormai ci caratterizza tutti e che si incarna in alcuni personaggi del film. Un becerume che incontrammo già nel suo Viaggio di nozze” di metà anni Novanta ma che non ha accennato a diminuire, Anzi, E ‘ diventata una marea montante.  Ma l’aspetto veramente innovativo (anzi involutivo) di questo decennio è la scomparsa di modelli di riferimento,m di argini morali.  L’esempio della classe politica ed eloquente così come i dibattiti elettorali sempre pià simili a Processi e litigi da bar sport. Una becerume per di più incattivito.  Perché ha il via libera all’alto. Non che nei decenni passati fosse un fiorire di coscienza civica. Pensiamo solo alla fogna che venne fuori da quella grande operazione mediatica (un blog ante litteram) che fu la “Radio Parolaccia” di radio radicale fine anni ’80: ve la ricordate? Eppure sarebbe bastata un po’ di attenzione, senza essere sociologhi, per capire che il liquame stava montando nella società italiana. Di lì a poco, Tangentopoli,  la crisi della politica, la rabbia contro lo Stato, e la nascita dei neo partiti demagogici (Lega e Forza Italia in primis)…

Dicevamo: la cloaca già esisteva. Ma c’era un argine: nella classe politica di allora. Che non lusingava, non aizza, non “sinsigava” come direbbero a Bergamo. Insomma, non allisciava il pelo alla ggente. Certe cose  erano tabù. Non era bene dirlo. Non era democratico. Non era civile. Nessun premier si sarebbe mai sognato di dire che era giusto non pagare le imposte. Nessun leader politico si sarebbe mai sognato di organizzare i “tax Day” pro evasori (un simile tentativo di Antonio Martino inizio anni ’80 a Torino fallì miseramente). Nessun leader politoc (nemmeno il pur dark Giorgio Almirante si sarebbe mai sognato di fare sparate xenofobe di Calderoli  & C). Sì, saranno stati anche tangentari, mazzettari, clientelari, ma il senso delle istituzioni, c’era.  C’era un limite. E quel limite lo aveva anche chi faceva informazione, la Tv, i  giornali. Certe cose non si fanno e non si dicono.

Ma la Tv commerciale, i Dallas, i Dinasty, stavano lentamente cocendo e cambiando l’italiano medio.

E poi venne la politica dei sondaggi, l’allisciamento del popolo, il “che cosa sta sul c. oggi alla gggente? I negri? Le tasse? L’ambiente? Bene spariamo su quelli”. Insomma, la Nuova politica di questi ultimi 15 anni. E il nuovo giornalismo. Alla Feltri. Brutti, sporchi e cattivi. E mentalmente chiusi. Beceri. Un odio verso tutto quello che sa di pubblico, di collettivo, di solidale, di istituzioni. Un eterno litigio da condominio, dove si litiga su tutto, per futili motivi. L’Italia dei Realy e delle baggianate dei telegiornali Rai e Mediaset. Senza più guide serie, istituzionali. Dice che è una tendenza di tutta l’Europa benestante. Mi appello agli amici del Blog che hanno vissuto all’estero: è un male italiano o non solo? Anche gli ’80 sono stati anni un po’ “cafonal”, ma con ottimismo. Questi sono cafonal, beceri e con pessimismo e cattiveria. E ovvio che figuri che brindano alla caduta del Governo possano mettere in mostra le loro performance. Dice: ma anche nei ’70 c’era violenza. Sì, ma almeno una ragione, un motivo serio e c’era. sempre violenza era, ma “seria”. E in Parlamento sedeva una classe politica che aveva dei limiti e delle regole.

Il futuro non promette nulla di buono. Bisogna lavorare sulle nuovissime generazioni. Sperando però che abbiano dei genitori validi… Altrimenti…

 
 
 
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