Creato da giromapa il 01/06/2005
Rassegna Stampa Delle Notizie Da Non Perdere

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

Iniziative Da Non Perdere

 
Basta! Parlamento pulito

Riprendiamoci Telecom Italia! 

 

Forza Clementina


 

 

 

FACEBOOK

 
 
 

Ultime visite al Blog

 
giuliaitri1986mel200bomberLFclaudia.mattei_cdiletta.castellistudiofotofiumicinoluboposcampipercena77nightwish19801TOGARINant647TizianaAccinelligiovanna.82chiara.lauragrossimariabuonfiglio
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 
« Tumori: l'Esperto, Gras...Cervello: Via a'Progett... »

Medicina: Marino, Da 20 Anni Studio Come Superare Rigetto Dopo Trapianto

Post n°95 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da giromapa

Da Adnkronos - Ven 25 Gen - 19.02

Roma,
25 gen. (Adnkronos Salute) - "Sono 20 anni che studio i fenomeni legati
al trapianto di fegato. Compresi quelli che determinano il cambio del
gruppo sanguigno, o più in particolare il microchimerismo. Cioè quando
una parte delle cellule del donatore, rimaste nell'organo trapiantato,
imparano a convivere pacificamente con quelle del ricevente. Senza
dunque il bisogno della terapia antirigetto". Ignazio Marino,
presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato ma anche noto
chirurgo trapiantologo, sveste i panni del politico per spiegare quanto
è successo alla ragazza australiana che, dopo aver ricevuto un fegato
nuovo, ha cambiato gruppo sanguigno prendendo quello del donatore.
"Anche negli organi ben 'lavati' prima del trapianto - spiega
all'ADNKRONOS SALUTE - possono rimanere tracce del donatore.

Tanto
più nel fegato che ha chilometri di vasi sanguigni. E tra queste tracce
possono esserci i globuli bianchi, nello specifico i linfociti, che in
questo caso vengono definiti 'linfociti passeggeri' perché - chiarisce
- come i passeggeri di una nave trasbordano da un organismo all'altro
attraverso il fegato". Il chirurgo rivela che "per motivi ancora non
del tutto chiari, questi globuli bianchi possono scomparire o
sopravvivere, e quindi arrivare nei linfonodi dove si aggiungono al
corredo immunitario del ricevente. E allora - prosegue Marino - può
accadere che abbiano la meglio,
determinando il cambiamento del gruppo sanguigno. O più facilmente,
imparino a convivere con il sistema immunitario della persona
trapiantata, dando vita al microchimerismo, che significa tolleranza
tra cellule di provenienza diversa e con diverso Dna".

Il senatore ricorda che "abbiamo scoperto il microchimerismo negli Usa
nel 1992, dopo aver sospettato che alcuni pazienti trapiantati non
assumessero più i farmaci antirigetto. Senza però incorrere in alcun
inconveniente. Facemmo quindi le analisi del sangue che ci confermarono
i sospetti. E i trapiantati, messi alle strette, ammisero che in alcuni
casi non prendevano più i farmaci salvavita anche da 15 anni. Quindi -
continua - facemmo ulteriori indagini in donne trapiantate con organi
di donatore maschio. E scoprimmo che in effetti nei loro linfonodi
c'erano linfociti anche con il cromosoma Y. Una scoperta - assicura -
che fu veramente esaltante".

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963