Da Adnkronos - Ven 25 Gen - 19.02
Roma,
25 gen. (Adnkronos Salute) - "Sono 20 anni che studio i fenomeni legati
al trapianto di fegato. Compresi quelli che determinano il cambio del
gruppo sanguigno, o più in particolare il microchimerismo. Cioè quando
una parte delle cellule del donatore, rimaste nell'organo trapiantato,
imparano a convivere pacificamente con quelle del ricevente. Senza
dunque il bisogno della terapia antirigetto". Ignazio Marino,
presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato ma anche noto
chirurgo trapiantologo, sveste i panni del politico per spiegare quanto
è successo alla ragazza australiana che, dopo aver ricevuto un fegato
nuovo, ha cambiato gruppo sanguigno prendendo quello del donatore.
"Anche negli organi ben 'lavati' prima del trapianto - spiega
all'ADNKRONOS SALUTE - possono rimanere tracce del donatore.
Tanto
più nel fegato che ha chilometri di vasi sanguigni. E tra queste tracce
possono esserci i globuli bianchi, nello specifico i linfociti, che in
questo caso vengono definiti 'linfociti passeggeri' perché - chiarisce
- come i passeggeri di una nave trasbordano da un organismo all'altro
attraverso il fegato". Il chirurgo rivela che "per motivi ancora non
del tutto chiari, questi globuli bianchi possono scomparire o
sopravvivere, e quindi arrivare nei linfonodi dove si aggiungono al
corredo immunitario del ricevente. E allora - prosegue Marino - può
accadere che abbiano la meglio,
determinando il cambiamento del gruppo sanguigno. O più facilmente,
imparino a convivere con il sistema immunitario della persona
trapiantata, dando vita al microchimerismo, che significa tolleranza
tra cellule di provenienza diversa e con diverso Dna".
Il senatore ricorda che "abbiamo scoperto il microchimerismo negli Usa
nel 1992, dopo aver sospettato che alcuni pazienti trapiantati non
assumessero più i farmaci antirigetto. Senza però incorrere in alcun
inconveniente. Facemmo quindi le analisi del sangue che ci confermarono
i sospetti. E i trapiantati, messi alle strette, ammisero che in alcuni
casi non prendevano più i farmaci salvavita anche da 15 anni. Quindi -
continua - facemmo ulteriori indagini in donne trapiantate con organi
di donatore maschio. E scoprimmo che in effetti nei loro linfonodi
c'erano linfociti anche con il cromosoma Y. Una scoperta - assicura -
che fu veramente esaltante".
Inviato da: diletta.castelli
il 08/10/2016 alle 13:30
Inviato da: scampipercena77
il 01/02/2016 alle 11:47
Inviato da: chiaracarboni90
il 21/09/2011 alle 16:22
Inviato da: adspy
il 16/03/2010 alle 22:33
Inviato da: luckystrike86
il 06/03/2010 alle 08:26