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In Italia prostitute da 60 paesiGiro d'affari da un miliardo l'anno

Post n°694 pubblicato il 29 Maggio 2008 da giromapa

Da Repubblica.it
Sono alcuni dei numeri della prostituzione nel nostro paese
Convegno della Caritas in occasione del 50° della Merlin
ROMA - Donne provenienti da oltre 60 diversi paesi mondo. Sono
quelle che si prostituiscono sulle strade italiane, o nel chiuso di
locali notturne e case di appuntamento. In tutto 70mila prostitute (50%
straniere, 20% minorenni) per 9 milioni di clienti. Con un costo medio
per prestazione di 30 euro: un giro d'affari di 90 milioni al mese,
oltre un miliardo l'anno. Dietro non c'è più lo sfruttatore o la mafia
locale. A 50 anni dalla legge Merlin a gestire la prostituzione in
Italia sono diventate le mafie internazionali.



I nuovi scenari italiani dello sfruttamento sessuale sono stati
tracciati in un convegno organizzato da Caritas, Cgil, Cisl e Uil, che
si è svolto alla Camera del Lavoro di Milano. A fornire i dati più
allarmanti, Don Luigi Ciotti del Gruppo Abele. "Sono cambiati l'epoca e
il contesto, ma le storie si ripetono - ha detto Don Ciotti -. Oggi il
negozio si è trasformato in mercato e la proprietà dei corpi in mano a
cartelli criminali, le mafie internazionali, alle quali hanno lasciato
spazio le nostre mafie dopo aver scoperto il più redditizio commercio
di droga".



La prostituzione infatti è gestita dagli stessi trafficanti
internazionali (soprattutto di origine est-europea, balcanica e
nigeriana), che organizzano la tratta di essere umani. Da prostitute a
schiave. Con meccanismi diversi, a seconda della nazionalità. I più
crudeli sembrano essere i nigeriani che ricorrono a brutalità, ricatti,
ritorsioni verso i familiari. Gli albanesi invece si sono allontanati
dalle pratiche più violente, che portavano alla fuga delle prostitute e
al rischio di essere scoperti. Ora tendono a lasciar loro più libertà e
più guadagni. Le cinesi, ultime arrivate, vengono fatte prostituire
solo nelle case private e diventano quindi vittime invisibili.



Un'emergenza che rende necessari interventi dello Stato. "Bisogna fare
di più: chiediamo al legislatore di fare un passo ulteriore - dice don
Ciotti -. Dobbiamo offrire altre vie di fuga alle ragazze prostituite,
dare loro un'opportunità di lavoro e di dignità".
(26 maggio 2008)

 
 
 
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