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«SONO BORIS E HO AVUTO UNA STORIA CON UN GIOCATORE DELLA TRIESTINA»

Post n°529 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da diversity84

Un giovane esce allo scoperto: «Chi dice che i gay non esistono nega la realtà»




«Mi chiamo Boris Alesko e ho avuto una relazione con un giocatore della Triestina».

La
confessione è di un trentunenne, rappresentante di abbigliamento
residente da anni a Trieste. Ha deciso di uscire allo scoperto dopo
aver letto nei giorni scorsi sul Piccolo le dichiarazioni di alcuni
dirigenti del calcio dilettantistico triestino che hanno recentemente
negato la presenza di giocatori gay nelle squadre locali.

Boris
Alesko premette di non voler rivelare l’identità del calciatore per non
alimentare una curiosità morbosa né per nuocere alla carriera sportiva
del giocatore con cui ha avuto una relazione.

«Se parlo è solo
per sbattere la verità in faccia ai bigotti, a chi nega la realtà, a
chi ha stupide paure e ottusi preconcetti. Sono rimasto sconcertato
dalle dichiarazioni del presidente del San Luigi Ezio Peruzzo e di
altri dirigenti sportivi di squadre dilettantistiche locali - racconta
il giovane - questa gente deve arrendersi al fatto che, piaccia o meno,
persone gay ce ne sono ovunque. Così come ci sono i calvi, i baffuti, i
magri, i simpatici o i timidi. Esistono in tutte le categorie. Negare
la presenza di omosessuali nello sport è negare la realtà che ci
circonda. Noi gay sappiamo essere forti, muscolosi, atletici e vincenti
come gli uomini con la "u" maiuscola. E visto che nessuno se ne
accorge, è evidente che sappiamo fare il nostro dovere in squadra, non
creiamo problemi negli spogliatoi e nemmeno nel gruppo».

Moro,
belloccio, dall’apparenza un po’ eccentrica, Boris Alesko racconta con
un po’ di malinconia che la sua relazione con il giocatore alabardato è
terminata nel giugno dello scorso anno. La storia è durata quasi un
anno.

«Ci siamo conosciuti tramite il titolare di un negozio di
abbigliamento, mio amico, in un ristorante sulle Rive frequentato
spesso dai giocatori dell'Unione - ricorda il giovane - e poi
casualmente ho incontrato nuovamente il calciatore in un pub. Lui
allora era fidanzato, era legato a una bella ragazza. Quella sera, nel
locale, ci siamo scambiati il numero di telefono. Ci siamo risentiti e
da quel momento è iniziata la nostra relazione. Ci siamo visti anche in
pubblico ma per tutelare la sua immagine recitavamo sempre il ruolo dei
semplici amici. Non facevamo niente che potesse alimentare qualche
sospetto».

Quella tra il rappresentante di abbigliamento e il
calciatore alabardato è stata una relazione difficile, fatta di
sotterfugi. Una storia che si basava su appuntamenti fuori Trieste
oppure su brevi vacanze in Slovenia. A detta di Boris solamente uno dei
compagni di squadra del giocatore era al corrente della loro storia.

«Si
pensa che in certi ambienti l'omosessualità non esista solo per il
fatto che nessuno lo testimonia - prosegue il giovane - ma è evidente
che in certi settori ammettere la propria diversità implica la fine di
una carriera. Cosa sarebbe successo al mio ex se facendo outing si
fosse trovato di fronte un dirigente come quello del San Luigi? Era il
mio amico stesso ad ammettere - spiega ancora Boris - che se qualcuno,
anche tra i tifosi, avesse saputo che aveva una relazione omosessuale,
sarebbe venuto fuori un disastro».

Qualche volta, pur non amando
il calcio, Boris Alesko è andato anche ad assistere a qualche partita
allo stadio Nereo Rocco: «Sono diventato persino un tifoso della
Triestina - racconta - e da allora non mi perdo una partita».

Il
giovane ammette di non aver mai giudicato bene i gay che nascondono le
loro tendenze sessuali, evitando di vivere alla luce del sole la loro
realtà. Ma nel corso degli anni, sulla propria pelle, si è reso conto
che la società italiana non ammette diversità: «C'è molta ipocrisia in
giro - afferma - e anche chi giura di essere dalla tua parte, in fondo
ti considera pur sempre un diverso e guarda con curiosità certi tuoi
atteggiamenti quasi tu fossi un panda in una gabbia dello zoo. Agli
omosessuali non serve la comprensione. Serve indifferenza».

Laura Tonero

«Preoccupante quel mix di stereotipi e pregiudizi»



Il Circolo Arcobaleno: i dirigenti sportivi locali esprimono omofobia



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«Stupore»
per le dichiarazioni di dirigenti del calcio locale che hanno
dichiarato sostanzialmente come non esistano gay nel loro ambiente. Ad
esprimerlo è il Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica, secondo il
quale quelle dichiarazioni, «salvo un paio di eccezioni cui plaudiamo,
esprimono un preoccupante mix di omofobia, ignoranza, stereotipi e
pregiudizi». «Prima di tutto - si legge nella nota firmata dalla
presidente del direttivo Maria Ginaldi e dal vice Nicola Cicchitti -
perché e per chi l'omosessualità dovrebbe essere un problema? Fa male
solo a chi non la accetta e non la vuole affrontare, il vero problema è
l'omofobia. Chi fa simili affermazioni ignora le svariate indagini
sociologiche che affermano che l'omosessualità è distribuita
trasversalmente nella popolazione senza distinguo», «inclusi i gruppi
sportivi». Se «nessuno, nel calcio, ne parla apertamente lo si deve
evidentemente all'ambiente che, proprio con simili esternazioni, si
rivela fortemente omofobo e scoraggia la visibilità del fenomeno (ma
non certo ne controlla l'esistenza)».

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Oliviero Toscani; Jack Lang. Gay Pride: history.

Massimo Consoli; Maria Cristina Gramolini. Independence gay: alle origini del Gay pride.

Ginevra Brandi; Donne.

Julie Anne Peters; Tra mamma e Jo.

Rosanna Fiocchetto, L'amante celeste - La distruzione scientifica della lesbica.

Cesar Tripp, La questione omosessuale.

Stefano Bolognini, Breve storia del matrimonio gay.

Daniela Danna, Matrimonio africano.

Daniela Danna, Matrimonio omosessuale.

Giovanni Dall'Orto, Manuale per coppie diverse.

Giovanni Paolo II, Le unioni omosessuali non sono una realtà coniugale, in "La Famiglia".

Alicata, Cristiana "Quattro", Edizioni il Dito e La Luna, Milano 2006. Romanzo, storia di una famiglia omogenitoriale raccontata da uno dei figli.

Bonaccorso, Monica, Mamme e papà omosessuali, Editori Riuniti.

Bottino, Margherita e Daniela Danna, La gaia famiglia. Che cos'è l'omogenitorialità, Asterios.

Danna, Daniela, Io ho una bella figlia. Le madri lesbiche raccontano, Zoe, Forlì 1998.

 

 

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