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A raccolta i giuristi cattolici contro le unioni gay: "scorretto chiamarli diritti"
Dibattito sulle valutazioni del presidente della Corte Costituzionale
Giovanni Maria Flick Per gli esperti bisogna tener ferma la Carta
costituzionale, i «desideri» non meritano tutela
DA ROMA GIOVANNI RUGGIERO
Se
si potesse dire “inventore di diritti”, bisognerebbe riconoscere questo
titolo al professor Aldo Lojodice, docente di diritto costituzionale a
Bari.
Nel 1967 individuò il “diritto all’informazione” e nel
1970 scrisse la relativa voce nell’Enciclopedia del diritto. «Ma allora
– dice il giurista – dimostrai che questo diritto si basa sul sistema
costituzionale e non sui desideri». Il problema è questo: non tutti i
desideri sono diritti. Lojodice contesta appunto che siano diritti
nuovi sui quali legiferare con urgenza istanze come la regolamentazione
delle unione di persone dello stesso sesso, o il trattamento
terapeutico dei malati terminali, come invece ha ipotizzato il
presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick. «Molti
diritti – spiega il costituzionalista – si possono dedurre anche
implicitamente dal testo costituzionale.
Però ci sono i limiti
fissati dai principi della Costituzione, fra i quali la dignità
dell’uomo che non può essere lesa dalla costruzione di presunti diritti
che soddisfano il desiderio di comodità o di piacevolezza di qualche
persona e rischiano di ledere la dignità di tante altre. La fissazione
di nuovi diritti va bene – conclude Lojodice – se rispettano il quadro
dei principi costituzionali e non il contesto dei desideri umani
fittizi o reali che siano».
Al presidente Flick, Maria Pia Bàccari,
docente
di diritto romano alla Lumsa, riconosce serietà e rigore. Proprio per
questo immagina che Flick, auspicando una regolamentazione legislativa
di nuovi diritti, abbia voluto porre dei paletti allo strapotere e
all’arroganza talvolta dimostrata dalla magistratura. Quanto a quei
diritti che dovrebbero essere «presi sul serio», secondo l’epressione
di Dworkin, secondo la docente non sono neppure ' istanze': «Il diritto
delle unioni omosessuali? – si chiede – Sono piuttosto pulsioni
individuali e non è concepibile che per ogni pulsione individuale
ciascuno si debba svegliare la mattina e chiedere un riconoscimento
giuridico. Tutto questo è patetico.» L’esempio dell’eutanasia per la
professoressa Bàccari rende chiaro il pensiero di Flick: «Nel caso di
Eluana, che la Cassazione entri pesantemente nella questione e che un
giudice faccia saltare a pezzi le linee guida dell’ordinamento con
l’accetta è assurdo. Allora, meglio la legge. Flick dice semplicemente:
attenzione, c’è una deriva della magistratura. Egli stesso parla di
limiti, e dice: meglio i paletti. Probabile che voglia dire che il
Parlamento può intervenire anche vietando, perché Flick crede nel
diritto e crede nei principi».
Anche Luciano Eusebi, ordinario
di diritto penale all’Università Cattolica, sottolinea la necessità di
questa demarcazione: «Credo importante – dice – che si sia sottolineata
l’assenza di un potere di innovazione normativa in sede giudiziaria e
l’esigenza che le stesse questioni aperte circa i diritti fondamentali
restino di competenza del legislatore. Anche a salvaguardia dei compiti
della Corte Costituzionale, esercitabili in rapporto alle leggi, e non
alle sentenze. Ciò significa, tra l’altro, che il legislatore non può
essere condizionato da pronunciamenti di pretesa applicazione diretta
della Costituzione, in contrasto con il diritto positivo, da parte dei
giudici».
SecondoFabio Macioce, docente di filosofia del diritto
alla Lumsa e segretario dell’Unione dei giuristi cattolici, un diritto
non esiste soltanto perché qualcuno lo richiede. «Spesso – spiega –
l’espressione 'diritto' è solo una definizione giornalistica. Mi
riferisco alle unioni di fatto o all’eutanasia. È scorretto chiamarli
diritti, sono richieste che, come tali, vanno prese certamente in
considerazione e discusse, ma non per questo sono diritti. Chiederei
anche una maggiore precisione linguistica, che da parte di Flick
sarebbe doverosa. Parlerei di istanze che alcuni settori della società
avanzano. Possono avanzarle, ma possono anche essere rigettate».
di
Avvenire
(fonte gaynews.it)
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Rosanna Fiocchetto, L'amante celeste - La distruzione scientifica della lesbica.
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Daniela Danna, Matrimonio africano.
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Giovanni Dall'Orto, Manuale per coppie diverse.
Giovanni Paolo II, Le unioni omosessuali non sono una realtà coniugale, in "La Famiglia".
Alicata, Cristiana "Quattro", Edizioni il Dito e La Luna, Milano 2006. Romanzo, storia di una famiglia omogenitoriale raccontata da uno dei figli.
Bonaccorso, Monica, Mamme e papà omosessuali, Editori Riuniti.
Bottino, Margherita e Daniela Danna, La gaia famiglia. Che cos'è l'omogenitorialità, Asterios.
Danna, Daniela, Io ho una bella figlia. Le madri lesbiche raccontano, Zoe, Forlì 1998.