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Amore, che devo inventare, io come i bambini e gli acrobati a terra un mio senso non ho; ma il cuore mi spinge a rischiare su questo trapezio che passa ogni sera e non torna mai più.
E che tenerezza afferrarti le mani, portarti nel blu, non scendere più...
(M.Zarrillo, L'acrobata)
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Messaggi del 26/05/2007
Oggi riporto gran parte di un articolo del famoso giornalista, scrittore e storico Roberto Gervaso, pubblicato nella sua rubrica "Peste&corna" nel Giornale di Vicenza di domenica 20 maggio. Per me è interessante e si legge volentieri.
Sotto trovate qualche commento.
NON SOLO SANTI, NAVIGATORI E POETI: SIAMO ANCHE DEI MORALISTI IPOCRITI
di Roberto Gervaso
Siamo un popolo di santi, di poeti, di artisti, di scienziati, di navigatori. Su questo non ci piove. La Storia parla chiaro, anche se non dice sempre la verità. O ne dice solo una parte. Quella che le conviene. Io, forse sbagliando, ma non credo di sbagliare, aggiungerei che siamo anche un popolo di moralisti e di buonisti.
Il moralista è un marpione (e uso un eufemismo) che ha capito tutto. Ha capito da che parte è imburrato il pane, da che parte tira il vento e perché, e ai suoi colpi e refoli mette le vele. Il moralista è un peccatore in attività di servizio. E se ha davvero la stoffa del catone, anche un farabutto matricolato. Non c'è pulpito sul quale non salga, non c'è predica che non faccia, non c'è anatema che non lanci. Ce l'ha con le magagne e le colpe del mondo che conosce bene perché se ne è personalmente macchiato. Non dice mai la Verità, ma la sua verità. Quando pronuncia le omelie assume le pose del gladiatore e gli accenti stentorei e sdegnosi del profeta biblico. Nessuno meglio di lui condanna i vizi altrui per meglio nascondere i propri. Il moralista è un pericolo pubblico. Come il buonista.
Chi è il buonista? Il buonista è, come dicono a Roma e, forse, non solo a Roma, un gran paravento, un furbo di sette cotte. Uno che fa di tutto per apparire il suo contrario. E, spesso, ci riesce. Il buonismo, come il moralismo, in un Paese disincantato, indolente, cinico come il nostro, è il modo migliore, la strada più facile per far carriera.
Buonisti ne conosco tanti, soprattutto nel Palazzo (...). I buonisti dicono di sì a tutti, promettono tutto a tutti, ma pensano solo a se stessi. Sono buoni andati a male o cattivi sconfitti che hanno fatto del "politicamente corretto" il loro gladio, la loro bandiera, la loro missione. Di tutte le forme d'ipocrisia, il "politicamente corretto" è la più ipocrita. Ci sono tanti modi di corbellare il prossimo, ma il più infallibile è fingere di capire i suoi patemi, i suoi problemi, le sue istanze (scusate il termine, ma quando ci vuole, ci vuole).
Moralisti e buonisti sono una peste bubbonica, ma metterli, come si dice, nelle condizioni di non nuocere (altra espressione da patibolo) non è facile. E non è facile perché sono una legione e una moda. In Italia quante carriere si fanno con lo stiletto o l'arsenico in tasca, il sorriso sulle labbra, la vaselina a portata di mano.
Smascherare moralisti e buonisti non è facile: sono tanti, fanno massa e si difendono con le unghie e denti. Longanesi, il grande Longanesi, maestro di tanti maestri, a cominciare da Montanelli, diceva che "Un cretino è un cretino, due cretini sono due cretini, ma diecimila cretini sono una forza storica". (...)
E' proprio vera quest'ultima massima; a volte la storia, la democrazia, il diritto sono solo una questione di numeri, il risultato di una formula matematica.
Sì, insomma, dipende da quanti sono i "cretini", se sono loro la maggioranza. (Scrivo "loro" perché spero di non esserci anch'io...)
Sui moralisti non ho nulla da aggiungere, l'articolo parla da sè.
Per quanto riguarda i buonisti, sottoscrivo. Ma facciamo attenzione: a volte viene scambiato per buonista anche chi non lo è. Parlo per esperienza personale, un mio amico mi accusa sempre di esserlo, di essere uno che vuole accontentare tutti (a parole), uno che dà ragione a tutti. Lui dice, simpaticamente, che la mia è la filosofia del "volemose bbene", dell'essere buoni a tutti i costi.
Niente di più falso: un conto è comportarsi con educazione e tolleranza, rispetto delle opinioni altrui e moderazione, altra cosa è il buonismo.
Io, per esempio, mi esprimo sempre con moderazione ma non sopporto chi non si schiera, per la convenienza del momento o per quieto vivere. Mi dà fastidio anche nelle piccole cose di tutti i dì, dalla scelta di una meta per il sabato sera a un'opinione sull'attualità...
A proposito di schierarsi, domani e lunedì ci sono le elezioni amministrative in molti comuni e qualche provincia. Io vi invito ad andare a votare per difendere le vostre idee, per migliorare questa politica (ce n'è bisogno). Anche chi è deluso: forse non votare è peggio, si lascia la palla agli altri, non cambia nulla. Votate il "meno peggio" o qualche proposta alternativa.
Buon fine settimana!
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