Creato da dream.of_fable il 24/06/2010

dream of fable

...Raccontami una fiaba... raccontami un sogno.

 

 

« La bella e la bestia1 pa...La bella e la bestia 3 p... »

La bella e la bestia 2 parte (favola originale)

Post n°4 pubblicato il 24 Giugno 2010 da dream.of_fable
Foto di dream.of_fable

Le due sorelle maggiori non ascoltavano volentieri quell' appellativo rivolto alla più giovane, e quando lo udivano diventavano rosse per la stizza. Avrebbero dato chissà che cosa perché quella parola fosse dedicata a loro, e cercavano di guadagnarsela affettando arie aristocratiche e agghindandosi come meglio potevano. Avevano le stanze sempre piene di vestiti e di tagli di stoffa; il gioielliere lavorava per loro di continuo, ed esse frequentavano esclusivamente i balli dell'alta società e le serate di gala a teatro. Bella, invece, partecipava a queste riunioni e danzava graziosamente assieme agli altri, mettendo le sue bianche manine in quelle callose degli operai durante il girotondo. Perciò tutti le volevano bene e molti giovani avrebbero voluto sposarla, ma Bella rifiutava con garbo, ringraziando e dicendo che si sentiva troppo giovane per maritarsi, tanto più che desiderava rimanere per qualche anno ancora con il suo babbo. Anche le sorelle maggiori erano attorniate da pretendenti essendo belle e ricche; ma li rifiutavano con fare arrogante.

"Non potremo mai abbassarci a sposare mercanti come voi" dicevano, "e ci fa meraviglia, anzi, che abbiate osato tanto. Sposeremo solamente un duca, o almeno un conte." Volgevano altezzosamente le spalle e andavano a provare davanti allo specchio gli inchini cerimoniosi che avrebbero fatto quando il duca, o il conte, fossero arrivati. Ma una sera arrivò, invece, una lettera che il mercante lesse attorniato dai suoi figli. Desideroso di arricchire sempre di più, per lasciare una buona dote alle figlie e un discreto patrimonio ai figli, egli aveva investito tutte la sue ricchezze nell'acquisto di merci rare e preziose che i marinai della sua flotta dovevano procurargli in paesi molto lontani. La flotta doveva arrivare in porto già da tempo, ma ancora non se ne aveva notizia, e il mercante aspettava con ansia di vederla da un giorno all'altro o di ricevere qualche messaggio. E il messaggio finalmente arrivò; ma era di un capitano suo amico, il quale gli diceva che la flotta era scomparsa e che nessuno l'aveva vista più, sul mare. Ormai era inutile aspettarla ancora, perché era passato troppo tempo da quando avevano levato le ancore. Il mercante lesse fino in fondo, poi guardò i suoi figlioli, angosciato. Aveva impegnato fino all'ultimo centesimo in quell'impresa, e la scomparsa della flotta significava per lui anche la scomparsa di tutti i suoi beni. Non gli rimaneva più nulla. Avrebbe venduto il palazzo e tutte le suppellettili per pagare i dediti contratti per armare la flotta; i figli dovevano abbandonare il mestiere di mercante, che richiede tanto denaro, almeno per cominciare; e le figlie avrebbero dovuto rinunciare agli abiti lussuosi e ai gioielli preziosi per vestirsi come le donne del popolo. Tutti, poi, si sarebbero ritirati in campagna per godere dell'ultimo bene rimasto, che però avrebbe consentito a tutti di sfamarsi: una modesta fattoria circondata da un po' di terra da coltivare. "Vi chiedo perdono, figli miei" disse il mercante con le lacrime agli occhi. "Questa è l'unica risorsa che posso offrirvi. In campagna riusciremo a vivere, perché abbiamo buone braccia per lavorare la terra. Le ragazze si occuperanno dell'orto e del pollaio, e, quando occorre, anche della stalla e del porcile. Inoltre faremo economia, perché per lavorare nei campi non occorrono abiti di lusso." "Va bene, babbo" risposero i figli. Dispiaceva loro moltissimo abbandonare la mercatura in cui già avevano incominciato ad aprirsi una buona strada; ma erano uomini e si rendevano conto delle cose. Il pane onestamente guadagnato è sempre buono, pensavano, anche se guadagnato con la zappa. Bella accarezzò dolcemente la mano di suo padre e lo guardò con un coraggioso sorriso. La campagna, infine, significava verde, fiori, uccellini, aria buona,buona salute. Ma le sorelle, udendo nominare stalla e pollaio, proruppero in acuti strilli: "Mai, mai, verremo conte in quella catapecchia fuori dal mondo" gridarono, "vuoi condurci là per farci dispetto, ma noi non acconsentiremo. Fosse almeno una villa con fontane e statue! Ma è una rozza casaccia dove bisogna portare gli zoccoli, indossare un brutto grembiule e, per di più, zappare la terra! Rimarremo qui, in città, dove abbiamo sempre vissuto." "Figlie mie," esortò il padre, "vi prego di ragionare. Non potrete più abitare in questo palazzo che sarà venduto; e dovrò vendere anche vestiti e gioielli. Siamo diventati poveri, e non ci rimane che quella casa. Non vi resta altro che rassegnarvi a questa nuova condizione!" "Ebbene, non importa" affermò la figlia maggiore piangendo di stizza e aggiunse: "Rimarremo in città a ogni costo. A costo persino di sposare qualcuno dei nostri pretendenti più ricchi." "Si, si faremo così!" rincarò la seconda. "Ma in campagna mai, per nessuna ragione al mondo!"

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

I MIEI BLOG AMICI

ULTIME VISITE AL BLOG

testipaolo40gretagaudenzirosa.ma30rubini.bioracmariangela.audritoautilia.apicellafantonicingino.50tizianafandream.of_fableerej1studioraffellidanielaz1969AmmessoMaNonConcessoragnopulce75
 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963