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Groovle

Post n°556 pubblicato il 08 Settembre 2007 da tanksgodisfriday
 
Foto di tanksgodisfriday

L'elenco delle fanciulle disponibili non è molto lungo. No, così porto fuori strada chi legge: è l'elenco delle fanciulle di cui è disponibile una foto, a non essere particolarmente lungo: trentaquattro in tutto. Ma soprattutto non ho trovato nomi che mi attirassero al punto da cliccare sul relativo link, tranne uno: Hayden Panettiere. Credo sia effetto della dieta che sto seguendo, perché le 300 calorie quotidiane a cui rinunciare le prendo proprio dal pane e la mano ha cliccato sul Panettiere quasi d'istinto.
E così scopro che Hayden Panettiere (pronuncia "panatiar") è nata nel 1989. Mia figlia la potrebbe considerare una mocciosa, ma ha una lunga carriera alle spalle, a partire dall'esordio in pubblicità a 11 mesi, nel cinema a quattro anni; poi canta, fa la modella, ecc. ecc. Per lei abbasseranno la "Quota 96", tra un po' avrà già voglia di pensione.

Soddisfatta la curiosità, ho deciso di utilizzare un'immagine che ho sul pc, nella cartella delle immagini utilizzate per i post del blog. Ho fatto upload su groovle.com, ed ecco la mia home page di ricerca personalizzata, con le forme conturabanti di Amelia, la strega che ammalia.

Carina l'idea di Groovle, e anche redditizia per chi l'ha pensata.
Una premessa: un motore di ricerca si paga il pane (ancora ...) attraverso i link sponsorizzati, quelli che aprono la lista dei risultati, a volte la chiudono e in qualche caso sono pure a lato. Quindi vive di pubblicità: il signor x paga per essere visibile nei risultati delle ricerche di parole che hanno a che fare con i suoi prodotti o i suoi servizi. Non è una cosa disdicevole, il sito del signor x è in genere una risposta corretta alla ricerca, sarebbe autolesivo il contrario: l'utente non gradirebbe, non cliccherebbe sul link e il signor x spenderebbe i suoi soldi da un'altra parte. Il sistema si autoregola, insomma.
E Google è anche generoso. Se si inserisce il box di ricerca nel proprio sito personale, ci si vede riconosciuta una parte dei guadagni che Google stessa ottiene sulla relativa pagina di risultato. Si chiama "revenue share". Bisogna ovviamente registrarsi, si scarica il codice da inserire sul proprio sito, si lascia il riferimento del conto in banca.
Certo, non ci si arricchisce, si tratta di ben poca cosa, almeno con il traffico che può vantare un normale sito personale. A meno di non avere un'idea brillante, come quella appunto di Groovle: offrire un'home page di ricerca personalizzata con l'aggiunta di un'immagine di proprio gradimento al candore dell'home page di Google.com. Non è necessario gestire un sistema di registrazione e all'immagine ci pensa l'utente. E qualche spicciolo rimane in tasca ad ogni ricerca che parte da lì.

Geniale. Peccato non averla avuta prima io.
Buon sabato.

 
 
 
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