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È uno startup, cioè una società appena lanciata che punta tutto su un'idea che spera sia vincente, vedremo se lo è davvero o meno. La società si chiama YouNoodle e l'idea è quella di predire il successo che avranno altre startup.

Alla YouNoodle affermano di aver messo a punto un algoritmo che, in base a poche informazioni di base: cosa intende fare lo startup sotto esame, chi ci ha messo i soldi e quanti ne ha messi, è in grado di predire il valore a tre anni dello startup stesso.
L'algoritmo sarebbe già stato provato e avrebbe quindi anche una ragionevole "esperienza".

Cominciamo dal nome: You-Noodle e resistiamo alla tentazione di tradurre Tu-Tagliatella; noodle infatti vuol dire anche circonvoluzione cerebrale, quindi il nome dovrebbe stare per: "La tua intelligenza", o qualcosa del genere.
Poi il team di chi ci lavora: sono cinque, il più anziano ha 28 anni, è una chimica argentina di origine coreana, il più giovane 19 ed è un americano, progettista web col pallino degli affari.
Gli altri tre hanno 27 anni (inglese, ex studente di letteratura medioevale), 22 anni (inglese di origine russa, matematico laureato a Oxford), 21 anni (danese, altro mago del web).
La cultura aziendale mi sembra abbastanza a largo spettro, un buon segno, no?

Il NewYorkTimes gli ha dedicato un articolo, tutto sommato positivo. YouNoodle punta a far soldi su un concetto abbastanza chiaro: se il loro Predictor si rivelerà vincente, chi vorrà investire nelle aziendine innovative pagherà volentieri per avere una predizione che con buona probabilità sarà azzeccata.

Non ho una posizione al riguardo, ma un'esperienza si.
Non ho posizione perché non mi è chiaro quanto la fortuna di un'idea sia essenzialmente legata a pochi fattori, noti o intuibili all'inizio, e quanto invece possa essere intaccata dall'imponderabile, dallo scontro tra due caratteri inconciliabili, ad esempio, o dall'imprevista defezione di una persona chiave, o, infine, dall'aver avuto l'idea vincente si, ma con due anni di anticipo.

Però un'esperienza nel campo delle Predizioni, quella ce l'ho.
Quando fu lanciato il totogol, mi venne l'idea che si potesse in qualche modo non giocare a caso, ma che fosse possibile predire se in una determinata partita di calcio si segnassero complessivamente più o meno reti.
L'algoritmo era abbastanza semplice: in un incontro conta quanto segna in genere in casa la squadra che gioca in casa e quanto in trasferta l'altra. Poi quanti ne subisce in casa la prima e quanti in trasferta l'ospitata. E infine un pizzico di storia: sia il passato recente delle due squadre, sia la storia dei loro incontri.
Una frullata ai numeri e tiravo fuori la predizione del numero di reti che l'incontro avrebbe espresso.

Bene, in estate portai sul pc i risultati del campionato precedente di A e B, era la base dati. Poi misi a punto l'algoritmo: sulla base dei risultati delle prime tot giornate, predicevo i risultati della tot + 1, e correggevo l'algoritmo. E così via.

Prima giornata di campionato, giro la manovella ed esce la predizione, mi pare che allora si puntasse sui sei risultati con maggior numero di reti. La puntata minima (due colonne) mi pare fosse 900 lire, spero di ricordare bene. Faccio 3, il minimo per vincere, e porto a casa 19.000 lire.

Vinto poche volte in vita mia, quindi questo risultato mi parve eccezionale. In settimana sfogliavo già cataloghi di barche di lusso e mi chiedevo se fosse il caso di rilevare l'intera pellicceria Annabella, nel caso lei si fosse lamentata del freddo; da noi alle volte è davvero intenso.
Però ignoravo se i modelli le piacessero, così rimandai la cosa a un'indagine successiva.

La faccio breve, le 19.000 lire svanirono a botte di 900 a settimana, proseguii e andai sotto di qualcosa prima di smettere. Le barche? Tornai a fare quelle di carta, sono bravissimo. Lo sapevate che è Origami? Esatto, l'origami giapponese. Intanto era arrivata la primavera e non faceva nemmeno più tanto freddo.

Sono scettico, insomma. E poi la YouNoodle deve risolvere un paradosso: se provasse a predire il suo futuro, concludesse che gli andrà male e questo avvenisse sul serio, allora l'idea sarebbe giusta. Ma un'idea giusta che produce un fallimento contradirrebbe l'algoritmo, o no?

Qualcosa come "Questa frase contiene due erori". A leggerla si vede un solo errore, quindi si conclude che la frase è in sé errata. Ma allora gli errori sono due, "erori" e l'affermazione stessa della frase. Ma se ci sono due errori, allora la frase è corretta.

Oddio, mi si sono ingarbugliate le tagliatelle! Cioè non le tagliatelle, i noodle, le circonvoluzioni.

Buon martedì.

[Nell'immagine: "Mani che disegnano", Escher 1948]