Qualche anno fa, per Capodanno, visitammo Istanbul.
Eravamo in un gruppetto di una decina di persone: noi, i cognati con figlia, un collega del cognato con signora e figlie, una collega del collega ... Le tipiche aggregazioni estemporanee, con il solito problema di sintonizzare esigenze e gusti a tavola, voglia di camminare, di guardare monumenti, piuttosto che fare due, tre giri nel Gran Bazar, e così via.
Bellissima esperienza, comunque, una città ricca di contrasti.
Ricordo in particolare un pomeriggio. Subito dopo pranzo, mentre gli altri del gruppo si riposavano, mia moglie, una simpaticissima signora del gruppo ed io andammo alla ricerca del Pera Palas Hotel, l'albergo che un tempo ospitava i passeggeri approdati con l'Orient Express. Tra questi Agate Christie che vi alloggiò a più riprese e vi scrisse "Assassinio sull’Orient Express", la cui ispirazione le era venuta proprio su quel treno.
Le due signore camminavano insieme, qualche passo davanti a me. Avevo scelto sulla mappa la strada che tirava dritto dall'albergo al Pera Palas, e ci ritrovammo ad attraversare una zona popolare, tranquilla ma non abituata, evidentemente, al passaggio di stranieri. Le due signore erano il primo obiettivo degli occhi, mille, che le seguivano dai negozi, dai locali, mi impressionò un bar con soli uomini, tanti, e nemmeno una donna. Il secondo sguardo, interrogativo, era per me. Evidentemente incomprensibile che stessi qualche passo indietro. Devono aver ipotizzato che venissimo da uno strano mondo in cui le leggi naturali fossero sovvertite, o che il mio io avesse qualche problema ad affermarsi come dovuto.
La sera, ricomposto il gruppo, tre taxi guidati da folli allo stato puro ci portarono nel più grande centro commerciale di Istanbul, di cui non ricordo il nome. Tutt'altra scena, naturalmente. Giovanissime donne truccate, abbigliamento occidentale, ridevano con i loro compagni senza nessun apparente ruolo subalterno.
Immaginai che fossero le nipotine di quei nonni che ci avevano fissato dal mesto bar, nel primo pomeriggio, e ricordo che pensai: «non lo sanno, ma le loro certezze si sgretoleranno, a colpi di high-tech, di centri commerciali, così simili nello scopo al Gran Bazar, e così profondamente diversi nella sostanza».
Mi è tornato in mente tutto questo leggendo del burquini. La notizia è banale, in prima lettura: un designer australiano dice di aver risposto alle richieste provenienti da mezzo mondo, Medio Oriente incluso, e ha disegnato un costume da bagno per signore che non intendono esporre nulla del loro corpo che contravvenga ai dettami dell'Islam. E quindi un costume da bagno in tessuto idrorepellente, che lascia scoperte le mani, i piedi e la faccia.
Ma attenti, amici del'Islam, lo sgretolamento comincia così. Adesso come farete a dire di no ai corsi scolastici di nuoto aperti alle ragazzine, e poi alla nuotata al mare, e poi al sabato con gli amici sulla spiaggia, e poi a chissà cos'altro hanno in mente?
E occhio che un burquini con il suo vestire aderente, potrebbe addirittura fare più danni della franca esposizione con qualche problema di cellulite.
Ho paura che sia tardi, comunque: verranno burquini in tessuti idrorepellenti ma non tanto, e finirete pure voi con miss burquini bagnato.
E sarà la fine, cari miei. Un altro muro crollato.
Buon lunedì.
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