Ieri sera primo film del cineforum di quest'anno: "Ti va di ballare?", titolo originale: "Take the Lead", qualcosa come "prendi l'iniziativa".
Un film che ti pone degli interrogativi, senza dubbio. Esempio: perché sul volto delle signore si deve stampare un sorriso semi-ebete e lo sguardo deve perdersi nel vuoto, solo a guardare Antonio Banderas?
La storia è prevedibile: un danzatore professionista, esperto in valzer, rumba, tango e cose così, con tanto di scuola di ballo redditizia e fiorente, una sera assiste alla distruzione di un'auto da parte di un ragazzo nero, dalle parti del Bronx; capisce al volo che il ragazzo non è cattivo e decide di fare qualcosa. Risale alla proprietaria dell'auto, preside alle superiori, e nell'apprendere che il ragazzo fa parte del gruppo degli irrecuperabili della scuola, decide di offrirsi gratis per recuperarli. Riuscirà a riabilitarli insegnandogli balli da sala.
La storia suona finta da un chilometro, ma è ispirata alla storia vera di Pierre Dulaine, ballerino professionsta, che a New York ha sul serio fatto qualcosa del genere. Però non mi è piaciuto il tono zuccheroso con cui avanza il film: il lieto fine si sospetta dalle prime scene.
Esempio: siamo nel Bronx, abbiamo un gruppo dei peggiori di un liceo, possibile che non ci sia nemmeno un vero delinquente nel gruppo, ma che siano tutti in fondo in fondo dei bravi ragazzi in attesa di incontrare l'angelo Dulaine?
E pure lui, il Banderas-Dulaine: mi sta sulle balle, non servono giri di parole. Comincia già male: nelle prime scene lo si vede indossare la fascia di raso sui pantaloni, mentre si prepara per ballare. Ho colto, illuminato dalla poca luce dello schermo, un sorriso malizioso sulle labbra di lei, penso stesse immaginando me nella stessa scena; e questo già basterebbe.
Ma poi ha girato per tutto il film con questo sorrisetto buonino e gentile sulle labbra, possibile che non gli capitasse niente che lo incarognisse, almeno per un momento, come capita a tutti noi mortali? Personaggio buono fino all'inverosimile: sempre gentile ed elegante, fedele alla moglie, nonostante che la poveretta sia buonanima da cinque anni e che si intuisca che la sua socia nella scuola sia cotta completamente. Neanche se ne accorge, lui, fino all'ultima scena; e nemmeno deve chiederle niente, le sorride e lei si scioglie. Naturalmente si intuisce che anche la preside ci farebbe un pensierino, forse ne ha fatti anche più di uno.
E dire che sul lavoro non devono mancargli le tentazioni: per convincere i ragazzi che il ballo da sala non è una cosa da "finocchi", porta a lezione una sua allieva di tango; date un'occhiata alla scena, all'ammirevole distacco professionale; credo che non gli sia mai capitato di avere lo sguardo catturato da uno spacco o una scollatura.
Ma va là, Banderas-Dulaine, non ci credo. È vero, ho un pizzico d'invidia, nel tango non riesco molto bene. E nemmeno nel valzer; la rumba, poi, non è il mio pezzo forte. Va bene, non so ballare, e allora?
Riaccese le luci, ho recuperato lei che ancora sorrideva; ha smesso dopo cena, mentre mi preparavo per la notte. Doveva smettere, lo so, ma perché proprio in quel momento?
L'immagine è presa dal sito ufficiale del film.
Buon giovedì.
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