Tela di Canapa

Il Ricovero

Dopo essere passato per il  Pronto Soccorso, ero stato ricoverato in ospedale al reparto psichiatrico. Quando realizzai la cosa, intuii che era notte fonda. Dormii profondamente, per cui non conservo alcuna memoria della notte passata. Prima di allora non mi ero mai preoccupato per la mia salute: mai fatte le analisi del sangue, se non quelle richieste per motivi di lavoro e di routine, mai avuto bisogno di un medico; mi recavo dal medico solo per conto di mia madre. Ero perciò del tutto impreparato alla cosa. Il reparto di psichiatria si trovava, come il mio ufficio, a piano terra, nei pressi del Pronto Soccorso.  Questa "vicinanza" mi permise di sentire ogni cosa: l'arrivo di un'ambulanza, il cigolio del carrello in corridoio, le urla dei pazienti appena giunti in pronto soccorso e tante altre cose.  A volte mi capitò di vedere cose alquanto insolite, ma non sempre ero lucido per poter capir bene cosa stesse accadendo. Il medico che la mattina seguente mi parlò era un tipo alquanto strano: aveva una corona di crini d'argento che delimitava l'area del cranio, le orecchie a sventola e il naso adunco, masticava sempre una gomma americana che sputava puntalmente sul pavimento, incurante di tutto e di tutti. Anzi, mi sembrava che la sputasse di proposito quando erano presenti gli inservienti o gli infermieri ausiliari. Un gesto davvero mortificante per chi vi si trovava nelle vicinanze. Dopo un colloquio approfondito, incentrato sul mio vissuto, mi disse che si trattava di un banale attacco di panico, dalle cause  ancora oscure. Tuttavia, prima di dimettermi mi consigliò altri accertamenti e quindi dovetti, mio malgrado, rimanere ancora qualche giorno in ospedale.