Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« Cercando il Graal di gra...VOCIFERARE »

Ἔπεα πτερόεντα - PAROLE ALATE

 

 “Io sono una Maga delle Spezie. La mia passione sono le spezie. Ne conosco origini, significato dei colori, profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo. Il calore che emanano mi scorre nelle vene. Dall’amchur, la polvere di mango, allo zafferano, tutte si piegano ai miei comandi. Un sussurro e mi svelano proprietà segrete e poteri magici." 

Chitra Banerjee Divakaruni - La Maga delle spezie -

 

               

 

 

Sul blog Tirillio si vogliono trasferire, attraverso l’abilità delle parole, mondi esistenti su quelli inesistenti ma possibili, liberando il verbo da ogni ostacolo.

Per questo, ora, è necessario mettergli le ali.

E mantenendo comunque e sempre l'attenzione alla scrittura (le radici) e alla chioma (lo sviluppo del pensiero e delle idee) l’ autore, homoradix, organizza un dialogo di ricerca e un procedimento di creazione di un inesistente che risponde alle leggi dell’esistente.

Il gioco che si tenta di fare è il gioco più vecchio del mondo, quello delle apparenze e dello specchio per arrivare (forse) a se stessi; ma la strada che si è scelta per l’accesso al nostro noi passa attraverso una soglia intuitiva priva di qualunque corporeità, in costante allontanamento dalla materia.

Solo il “liquido emozionale” è concesso all'ispirazione.

Con la danza dei riverberi dell’acqua, dei voli subacquei, dei contagi reciproci e delle connessioni invisibili è la sola che può accompagnare nel viaggio.

Per il resto, per questo carteggio che intende realizzare nuove e inaudite forme dell’arte e della scrittura digitale con una propria mitologia e una bibliografia propria di penne e di byte attraverso una Biblioteca fantastica e inesistente, ci si può avvalere di tutto…dalle varietà botaniche immaginarie alle Lame della Tarot…

E sia chiaro, non ci interessa indagare se l’astrologia a noi pervenuta derivi dalla sanscrita Scienza della Luce Jyotisha Vedanga o, ancora, se le Lame della Tarot traggano la loro etimologia dalle parole egiziane che indicano il “sentiero reale della vita” piuttosto che “la dottrina di Mercurio”…

Il punto, infatti, non è indagare la validità scientifica di un simbolo in base all’effettiva o presunta collocazione dei pianeti nei segni, all’ estensione delle costellazioni, alla durata del transito del sole, et similia.

Ci interessa, invece, considerare i simboli, non riconoscendo, come affermava Karl Popper nella sua Logica della scoperta scientifica, importanza alcuna ai percorsi utilizzati per giungere a una data formulazione teorica; ma valutandoli quale prototipo dell’indole umana e leggerli come archetipo.

IN BREVE:

NON CI INTERESSA CHIEDERCI LA STORIOGRAFIA CHE SORREGGE UN MITO,

O QUANTI GRAMMI DI REALTA’ PORTI CON SE', ALL’ INFUORI DEL MESSAGGIO CHE OFFRE,

LA NARRAZIONE DI UN “C’ERA UNA VOLTA…”

CI INTERESSA, INVECE, DARE LE ALI ALLE PAROLE.

E “ritrovarsi in un giardino segreto, nell'incanto, nell'ideazione del nostro spazio interiore.”

"Sia esso una caverna, un abisso, una costellazione, un volo, una nuvola, un albero, un velo di carne o di anima, un limbo, un luogo non luogo, un labirinto, una biblioteca inesistente, una mappa astrale, una carta di navigazione, una forma, una materia, un colore, un tempio, un loop, un déjà vu, un sogno, un carteggio, un Avatar, un blog, un segno, un disegno. Questi luoghi possono rappresentare lo spazio in cui sappiamo parlarci, ritrovati."


Perché, come affermava A. Court de Gébelin: “Il libro di Toth esiste, e le sue pagine sono le figure dei tarocchi”.

 

http://blog.libero.it/Tirillio/

 

 

 

L'immagine del post è opera di Paola Barbato.

 

 


La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/elettrikamente/trackback.php?msg=13237844

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> misteroAlchemico su Diplomatic Immunity
Ricevuto in data 05/07/15 @ 00:00
] La vita come la poesia è mistero alchemico. L’alchimista ingerisce un veleno e lo trasfor...

 
Commenti al Post:
woodenship
woodenship il 04/07/15 alle 19:16 via WEB
Sai mia deliziosa fanciulla?E' da quando ho cominciato a scrivere,aprendo un blog,che mi sono ripromesso di riuscire a far volare le parole,di riuscire a farle diventare veicolo che trasportasse nell'oltre dell'esistenza,in quello spazio in cui materialmente non si riesce ad accedere,se non mediante la fantasia,il pensiero,la meditazione.Ma io sono convinto che la parola può farsi realtà e dunque materializzare quell'oltre immateriale che ci assilla con la sua presenza latente.Per potere effettuare questo viaggio ho cercato di isolare la parola,di renderla distaccata dallo scrivente e dunque non ancorata ad immagine o notizia alcuna che potesse dargli corpo.Poichè credo che le parole abbiano un grande potere,un'ulteriore potere:quello di essere più vera del vero,quando proferita libera e liberamente colta dall'aria.Ecco perchè apprezzo moltissimo questo intento di volere dare ali alla parola............Un bacio di luna seppure calante........W........
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 04/07/15 alle 21:01 via WEB
Si, e siamo noi a scegliere che cosa pensare e in seguito, se materializzare l'ancora immateriale latente che ci pungola, premendo contro il nostro desiderio di "oltre" o trasformare, alchemicamente, quanto invece ci assilla, dandogli nuove possibilità di esistenza. La tua parola non legata ma non disincarnata perché fatta comunque di carne, ha le ali, ma ha trovato il modo di essere anche un corpo.
 
   
dominjus
dominjus il 04/07/15 alle 22:09 via WEB
Non capisco lo sforzo ! Le oarole hanno già ali nel momenti in cui identificano una idea un archetipo stanno già volando. Si sono staccate dal materiale per divenire concetto e risolidificarsi nella mente dell'uditore. La parola e' il perfetto esempio del solve e coaugola. Staccare la parola dal concreto verso la pura astrazione e' astrazione pura. La parola e' comunicazione mezzo non fine. Forse volate troppo in alto e per questo volete dare ali alle parole . Provare voi a scendere di un gradino e vedrete che volano già benissimo
 
     
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 05/07/15 alle 01:25 via WEB
Se ti riferisci al commento di wood, riguardo a quanto lui scrive sull’essersi ripromesso di riuscire a far volare le parole (etc.) riferendosi al suo blog, ovviamente sarebbe meglio che a risponderti fosse lui in quanto nessuno potrebbe meglio spiegare quel concetto di chi l’ha espresso. Per quanto riguarda, invece, il post, riprendendo il progetto proposto dal blog di homoradix e l’espressione omerica, ho voluto definire alate le parole della “ Biblioteca fantastica e inesistente” per sottolinearne l’elemento di dinamicità e del movimento dello scambio tra gli autori. Le parole nascono già alate, hai ragione, dominjus, e lo sono nella misura in cui sono in relazione con le immagini ma le parole si connettono alle immagini o invece ne costituiscono il compimento naturale? Tu dici che sganciare la parola dal concreto è una pura astrazione; ma il punto è dipende da come vuoi intendere le parole, se come un residuo mnestico, alla Freud, di altre già udite, quindi parole essenzialmente già formate e connesse alle immagini, che vanno a restituirne un contenuto oppure come parole inaudite, mantenendo così la possibilità dell’incantesimo aperta...Dipende da come vuoi intendere una metafora, se come “mera funzione” del linguaggio verbale, quindi come tu dici, un mezzo oppure come una condizione della formazione linguistica. Riprendendo Cassirer nel primo caso si hanno parole che vanno a sostituire altre parole, cioè va ad operare con elementi posti sullo stesso piano, la seconda va a creare ex novo una connessione tra elementi che si trovano su piani differenti, dando così luogo ad una parola “inaudita”, cioè prima di quel momento inesistente. Pertanto “alata”.
 
homoradix
homoradix il 04/07/15 alle 23:41 via WEB
Nacque prima la sfida tra immagine e parola quando l'immagine era potente e poi la sfida della sfida, l'alchemico. Il buon frutto delle parole, del mondo di parole, Il Cenacolo Alchemico perchè "La vita come la poesia è mistero alchemico.
L’alchimista ingerisce un veleno e lo trasforma in oro.
Alla fine lo canta.
E ora di nuovo immagine e simbolo, mi dondola il cuore nel rileggermi prefatto , sappi che non c'è Ecate che mi possa fermare o indicare Tarot, il Castello dei destini incrociati è qui: nelle mie mani. T
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 05/07/15 alle 01:30 via WEB
Mi sembra che tu abbia risposto in anticipo al commento scritto da dominjus con il tuo.
 
homoradix
homoradix il 04/07/15 alle 23:43 via WEB
..perchè io sono · I Il Bagatto ·
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 05/07/15 alle 01:31 via WEB
E si, tu sei il Bagatto...perché il Bagatto infatti è proprio l'Io sono...;-)
 
misteropagano
misteropagano il 05/07/15 alle 01:00 via WEB
sull'appunto di Do: Le parole identificano un simbolo, un'idea, per questo la parole non si staccano dal materiale ma dal'immateriale e tornano concetto per riliquefarsi nella mente dell'uditore. la poesia non solve forse l'inesprimibile? [anche fosse lo coagula, fissandolo come segno] le parole volano e possono restare. anche tornare. °-°
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 05/07/15 alle 01:55 via WEB
Ci sono due interpretazioni totalmente differenti e ribaltate del linguaggio e della parola: il linguaggio per dominjus è il mezzo, che nasce dalla materia e che diventa concetto attraverso la sua composizione per poi materializzarsi in altro a seconda della percezione del soggetto ricevente. Mistero ribalta totalmente il processo, restituisce l’immaterialità alla parola e la fa procedere da un piano universale, e le parole diventano concetto non per coagularsi ma per sciogliersi nella mente del soggetto che le riceve. E se su questa disputa Eco ha potuto terminare il suo romanzo…stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus…Il nome della rosa, noi potremmo iniziare tranquillamente il Contest ;-)
 
homoradix
homoradix il 05/07/15 alle 08:41 via WEB
sposo l'idea che l'Universale della rosa, la primigenia, esiste solo di nome, non nella realtà del particolare..soprattutto che ogni segno ne cela un altro.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 05/07/15 alle 16:39 via WEB
Mmm...quindi, davvero in nome della rosa, inizieremo le adesioni al Contest...,-p
 
woodenship
woodenship il 05/07/15 alle 17:23 via WEB
Mai dare qualcosa per scontato:per cercare di identificare "una idea o un archetipo",bisogna prima avere dotato di ali la parola.Poichè la parola ha ali soltanto se si cerca di dargliele.Altrimenti rimane mezzo arcaico,con il fine della sopravvivenza materiale e dell'immanenza.Ed il processo che dota di ali la parola non è per nulla semplice e spontaneo.Nasce da profondissima riflessione ed osservazione del mondo interiore,oltre che esteriore; e di qua l'importanza data alla meditazione da certe filosofie orientali.Anche Dante ammette i limiti del linguaggio,quando esprime che non è possibile descrivere "per verba"il processo attraverso il quale si ascende al paradiso:per l'umano è fattibile scendere all'inferno con la parola,ma salire al paradiso con la parola non è possibile.Dunque l'umano rimane confinato e sacrificato nella sfera terrestre,anche quando crede di volare.E tutto perchè la parola non ha veramente le ali.Solo un escamotage può dargliele queste ali,nel caso di Dante.Un espediente letterario che è valido dal momento che si considera essa come FINE e non come mezzo.Dunque che si dà per assodato il fatto che la parola esiste già,noi ad occhi chiusi ci affidiamo ad essa.Quando la parola riuscirà ad esprimere quel concetto dantesco per cui un uomo potrà transumanare,ad andare oltre l'uomo mediante la parola,dunque potrà librarsi davvero libero della materialità, nell'immaterialità dello spazio,allora potremo dire che la parola è veramente alata e non più solo mezzo, bensì fine.Del resto,se l'uomo si fosse limitato a considerare la parola solo come mezzo,non si avrebbe il progresso e nemmeno l'evoluzione a cui la specie è andata incontro.La speculazione sulla parola ha portato gli individui a considerare l'esistenza di nuove realtà,di mondi diversi e dunque del relativismo della concettualità che non può essere condizionata da pregiudizi.Poichè la conoscenza che passa attraverso la parola non può nemmeno fermarsi al formalismo del discorso.Quindi necessita una continua elaborazione del linguaggio,nell'intento di proseguire nella scoperta di nuove dimensioni.In pratica,quel che vorrei semplicemente dire è che, la parola, necessita di essere staccata dalla realtà alla quale in genere si ancora,per permettere ad essa di essere libera e creare nuovi mondi.E non si tratta di volare troppo in alto e dunque di discendere.Poichè di discendere siamo già capacissimi:possiamo arrivare fino all'inferno e tornare indietro.Però non siamo capaci di arrivare alle stelle.Perchè il linguaggio che ancora conosciamo non è in grado di darci le coordinate scientifiche per farne mezzo per viaggi interstellari.E tutto ciò nonostante si sia in presenza di una vastissima letteratura già prefigurante realtà definite fantascientifiche e che spesso precede scoperte genuinamente scientifiche.Dunque si può affermare che il linguaggio è non solo fondante,ma anche fine di per se stesso...Dovessimo scendere di un gradino,ritorneremmo ad essere solo dei volatili sgraziati e non più esseri votati alla curiosità del nuovo...Grazie infinite ed un caro saluto.........W.........
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/07/15 alle 14:37 via WEB
Grazie per il commento che approfondisce maggiormente la tua posizione, Wood, se lo vorrà, naturalmente, dominjus potrà risponderti dove preferisce, ed anche e ancora qui, se lo riterrà opportuno.
 
dominjus
dominjus il 05/07/15 alle 19:01 via WEB
La parola e' un concetto una idea una astrazione convenzionale . Mille idiomi mille paole mille fonemi un unico concetto. Cantava gaber .... Se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione. Non posso mangiare il concetto di banana ma la banana si. Astrarsi troppo dal materiale fa male .....io sono e resto un inguaribile materialista . Go the faceva dire a faust: « Ma allora chi sei tu, insomma? Sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente compie il bene ». Bene e male sono due parole fatemele volare..... Grazie, io non ne sono capace. Non riesco a mangiare ne uno ne l'altro
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/07/15 alle 14:54 via WEB
Non credo ci sia una "risposta giusta" ed una "sbagliata"; né si possa parlare di un'attitudine o di un atteggiamento abile, in questo ambito, da contrapporre ad uno disabile, dominjus. Credo siano solo differenti percezioni e modi di nutrirsi...Se tu ti dichiari incapace di magiare un'astrazione, un'idea, un concetto, è perfettamente coerente che ti ritenga soddisfatto nel cibarti di materia. C'è chi si nutre del sanscrito prana, se per questo; e personalmente non credo sia da ritenersi meno "reale" allorché chi si sfama di questo "cibo" ne risulti ugualmente soddisfatto, esattamente come coloro che preferiscono il sapore di quella frutta "diversamente esotica" da te indicata...
 
 
woodenship
woodenship il 11/07/15 alle 18:15 via WEB
Credo che forse bisognerebbe ricorrere all'aristotelico in medio stat virtus,per dare un senso maggiormente comprensibile:ove la materia non incontra la parola,non è detto che la parola non esista.Far volare il bene ed il male non è poi una gran fatica:basta sentire le pallottole che fischiano.Ma ove cadono non è detto che siano male o bene.In seguito potremo cantare la lode al colpo se sia stato preciso o impreciso,nel bene o nel male.Il bene e il male sono solo due categorie mentali dell'uomo,sono parole che volano già di per sè.Non hanno bisogno delle nostre ali.Ciò che un giorno è un bene domani potrebbe essere un male.Noi potremo solo cercare di collocarle dove più ci tornano a favore.Dunque nell'ambito di considerazioni esistenziali,piuttosto che etiche e morali.Tanto per tornare all'aristotelico:essere troppo materialisti è un male,come essere troppo astrazionisti.La banana, per essere mangiata,necessita di essere prima stata scoperta e provata come tale e quindi commestibile, ovvero definita commestibile dalla parola commestibile. Se non giunge questa definizione ch'è da una convenzione,la banana non la si mangia:potrebbe essere velenosa.Quindi, anche ad essere materialisti,ci si conforma all'astrattezza del linguaggio,per riuscire a dare solidità al quotidiano. Poichè la banana si potrebbe anche raddrizzare,ma non fornirebbe mai le qualità organolettiche per noi,se il linguaggio non gliele avesse attribuite.Per fare un esempio:in campo fantascientifico,prima sono arrivate quelle che si potevano definire delle astrazioni.E poi sono arrivate teorie che ne dimostravano la materialità e quindi l'esistenza reale. Mi pare che lo scrittore Isaac Asimov abbia vinto pure un nobel per avere inventato una molecola. Non che l'abbia inventata,semplicemente ha inventato una parola che,in seguito, scienziati hanno dimostrato che esisteva realmente la molecola che voleva rappresentare.E così anche nel campo della fisica:si elaborano teorie basate su parole che magari non hanno una materialità dimostrabile.Poi giungono le dimostrazioni che, sì,è vero che esistono.Gli atomi,se non si fosse inventata questa parola grazie all'astrazione del pensiero,ancora adesso non se ne saprebbe nemmeno l'esistenza.Poichè sono invisibili a occhio nudo.Insomma,bisognerebbe rivedere cosa significa essere materialisti,poichè la materia non sempre è visibile e può dare segno di sè.Occorre che ci sia la parola a dargli materia ai nostri occhi. Per quanto riguarda la domanda del Faust,trovo che sia espressione perfetta della contraddizione dell'etica umana:anche quando si fa il male,si finisce per fare del bene.Poichè le forze oscure che lo determinano sono espressione di qualcosa che va ben oltre la sua limitata comprensione di ciò che possa essere bene o male.Lui ci prova.Ma esse sfuggono posandosi or qua or là. In poche parole: in natura non esiste bene o male,esiste adatto e meno adatto.Ma queste sono pur sempre definizioni dettate dal nostro astrarre nel linguaggio,non solo per necessaria convenzionalità,bensì anche per necessità intrinseca all'astrazione.Poichè l'evoluzione ci ha permesso di evolvere pure in questa che io definisco una gran dote...Un caro saluto e grazie per la discussione............
 
   
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/07/15 alle 19:56 via WEB
Io ringrazio ancora te e naturalmente lascio aperta la possibilità di risponderti a dominjus e a chiunque voglia integrare la posizione che lui ha avanzato. Aggiungo solamente che probabilmente nella contrapposizione tra naturalismo e convenzionalismo, per un Ermogene-dominjus che si oppone ad un naturalista woodenship - in questo caso - Cratilo, il problema di un alimento che per essere mangiato necessita di essere prima stato scoperto e considerato commestibile dalla parola commestibile non è una conditio sine qua non per mangiarla, in quanto per un convenzionalista non implica che, senza l’aver raggiunto questa definizione, la banana in questione non possa essere comunque mangiata, dal momento che quella stessa frutta potrebbe avere moltissimi nomi differenti dai quali non consegue nessuna conoscenza riferita alla cosa. Per un convenzionalista se il linguaggio non avesse attribuito alla parola che indica un determinato alimento, ad esempio la banana, quelle specifiche qualità organolettiche, l’alimento non avrebbe comunque certo smesso di possederle, semplicemente noi non avremmo saputo come definirle e comunicarle. Una posizione, ovviamente, opposta a quella delle teogonie che impostano una totale e compiuta identità tra il nome di una cosa e la sua realtà ed esistenza, pensiamo a considerazioni come questa “ Quando in alto il cielo ed in basso la terra non avevano ancora ricevuto il loro nome, niente esisteva”. Per il convenzionalismo il nome di una cosa non solo non è identificabile alla sua esistenza ma è puro e semplice strumento per ottenere informazioni ai fini della comunicazione e stabilito per pura convenzione. E secondo i sostenitori di questa tesi varrebbe lo stesso discorso anche per la questione delle intuizioni, presunte e accertate...Come dici tu, Woodenship, la virtù quasi sempre sta nel mezzo e se il convenzionalismo estremo riconoscendo una totale estraneità del nome alla cosa che deve rappresentare, renderebbe impossibile qualsiasi forma di conoscenza che impostata sul linguaggio, anche la visione opposte dei naturalisti più accaniti risulterebbe troppo semplicistica in quanto accetterebbe un’ipotesi che considererebbe sufficiente la semplice conoscenza di un nome per conoscere la realtà dell’oggetto del soggetto legato ad esso.
 
misteropagano
misteropagano il 08/07/15 alle 14:26 via WEB
anche in nome della catarsi di spettatori e attori..pp..
 
 
misteropagano
misteropagano il 11/07/15 alle 16:47 via WEB
più semplicemente . forse bisogna saper volare, andare oltre, tornare, non dovrebbe esserci un limite all'esplorazione, anche in tondo:)^ ..
 
   
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/07/15 alle 18:50 via WEB
Si...è necessario saper volare anche per poter mettere le ali alle parole...,-)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/07/15 alle 18:07 via WEB
E ci sarà, mistero...inevitabilmente ;-)
 
homoradix
homoradix il 11/07/15 alle 16:35 via WEB
un piccolo appunto : una parolaccia per scendere all'inferno, una preghiera per salire in paradiso. Mezzo o fine? ..oltre il buon fine dello sviluppo del linguaggio e di soluzioni linguistiche e formali sconosciute come Sanguineti insegna col plurilinguismo -l'Europanto, il Japanglish il Franglais l Portuñol, il Namlish, l'Englog, il Singlish, lo Sheng..con la buona pace di Eco - soprattutto la parola non vola forse nelle recite dei rosari, nei canti delle processioni, nei riti delle janare dove il ritmo e la ripetezione producono suono che eleva, ascesi e non fantascienza. Dunque le parole "volano" ..
 
 
woodenship
woodenship il 11/07/15 alle 18:58 via WEB
Ma certo che le parole volano,come benissimo dimostri tu mio carissimo homoradix,anche quando disegnano nuove dimensioni come quella dell'iperspazio.Chissà se si dovesse dare sostanza a questa parola,cosa mai verrebbe fuori,oltre a far sì che si possa andare anche oltre il paradiso e con tutta la nostra fisicità di individui mortali e perciò limitati...Un caro saluto.......W......
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/07/15 alle 20:15 via WEB
Mezzo e fine, oltre...la risposta è lì. Come diceva Sanguineti? l’ideologia è una visione del mondo che, con il mondo, quindi cambia...Winged words, volate...
 
homoradix
homoradix il 18/07/15 alle 11:08 via WEB
e a dare sostanza alle parole spesso sono le immagini , in punta di lama , winged word T
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

JE SUIS CENACOLO'

 

Per chi ama scrivere,

per chi ama leggere.

Per chi è innamorato delle parole:

 

JE SUIS CENACOLO' 2015

Il Contest Letterario a colpi di BIC

blog.libero.it/WORDU/

Un Blog di PAROLE…

C H E    A R R I V A N O,

C H E    P A R T O N O,

C H E    R E S T A N O.  

Come un grifo, tra terra e cielo.

 

 

IL CENACOLO SI E' CONCLUSO ED ORA...

ABBIAMO IL LIBRO!

  

 

http://issuu.com/wu53/docs


 

ULTIME VISITE AL BLOG

vololowmisteropaganoanimasugrteo1cassetta2woodenshipElettrikaPsikeprefazione09je_est_un_autrealf.cosmoskorov_evlegrillonnoirdestaelravenback0arwen971
 

ULTIMI COMMENTI

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

                        

                                                             https://twitter.com/elettrikapsike

 

 

 

SIT FEEL - SIT.n.ZERO tutti i numeri dello zero E altre geometrie

Seduti intorno alla Cultura

 

SIT FEEL

 

 

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963