Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« MATEMATICA E POESIAUN BUON NON COMPLEANNO A... »

MATTA IN MEZZO AI MATTI

 

 

 

 “Ma io non voglio andare fra i matti” osservò Alice.

“Be’, non hai altra scelta” disse il Gatto.

“Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.”

“E come lo sai che sono matta?” chiese Alice.

“Per forza,” disse il Gatto,

“altrimenti non saresti venuta qui…”

 

 

Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì, le mie più belle amicizie. I matti sono simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita.

Queste sono parole di Alda Merini.

Ma sia che si voglia considerare la follia da un punto di vista essenzialmente clinico come uno stato di alterazione mentale privato del giudizio ed espresso da evidenti incapacità adattive nei confronti della società, il tutto accompagnato da stati psichici alterati che causano disagio o sofferenza psicologica e, talvolta, da comportamenti lesivi, o che la si voglia, invece, guardare come la platonica divina mania, esaltazione profetica d’ispirazione mistica, come l'estro geniale e visionario di un dono creativo o, semplicemente, una condizione molto umana di euforia d’amore, una cosa, però, è certa: ognuno di noi, nelle nostre menti, nasconde una parte sana ed una parte malata.Ed è solo una paziente negoziazione fra queste due parti a renderci la misura di quella condizione che viene definita come “normalità”.

Si dice che l’uomo savio sia colui che aspetta il momento giusto, che il folle sia colui che lo anticipa e che lo stolto, invece, sia colui che se lo lascia passare…

Il pazzo non si dimentica di afferrare un momento, il pazzo i momenti li vive.

Certo, con modi differenti, tempi differiti e luoghi mentali lontani da quelli abitati dalla “normalità”; cionondiméno vive senza tralasciare quello che desidera e senza farsi ingannare dal tempo.

Perché il tempo, per la follia (psichica, amorosa o artistica) ha sempre una durata elastica.

 

 

 

                                   

 

 

Dal 1500, con Erasmo da Rotterdam ed il suo elogio alla condizione della pazzia, la Follia diventa ufficialmente pietosa dispensatrice di doni:

E' per merito mio che i giovani sono così privi di senno; è per questo che sono sempre di buon umore. Mentirei, tuttavia, se non ammettessi che appena sono un po' cresciuti, e con l'esperienza e l'educazione cominciano ad acquistare una certa maturità, subito sfiorisce la loro bellezza, s'illanguidisce la loro alacrità, s'inaridisce la loro attrattiva, vien meno il loro vigore. Quanto più si allontanano da me, tanto meno vivono, finché non sopraggiunge la gravosa vecchiaia, la molesta vecchiaia, odiosa non solo agli altri, ma anche a se stessa. Nessuno dei mortali riuscirebbe a sopportarla se, ancora una volta, impietosita da tanto soffrire non venissi in aiuto io, e, a quel modo che gli Dèi della fiaba di solito soccorrono con qualche metamorfosi chi è sul punto di perire, anch'io, per quanto è possibile, non riportassi all'infanzia quanti sono prossimi alla tomba, onde il volgo, non senza fondamento, usa chiamarli rimbambiti.

 

Ed è questo che significa tornare fanciulli: delirare e non avere senno.

E così, è per elargizione concessa dalla Follia che il vecchio, alla fine dei suoi giorni, delira. Tornando a parlare lo stesso linguaggio dell’infante.

Ed è per questo che i bambini autenticamente ancora bambini ed i vecchi realmente già vecchi si comprendono e si cercano, perché il dio spinge sempre il simile verso il simile.

In che differiscono, infatti, se non nelle rughe e negli anni che nel vecchio sono di più?

Per il resto, capelli sbiaditi, bocca sdentata, corporatura ridotta, desiderio di latte, balbuzie, garrulità, mancanza di senno, smemoratezza, irriflessione: in breve, sotto ogni altro aspetto si accordano. Quanto più invecchiano, tanto più somigliano ai bambini, finché, come bambini, senza il tedio della vita, senza il senso della morte, abbandonano la vita.

 

I bambini, gli artisti, i pazzi ed i vecchi lo sanno che il solo modo per considerare saviamente il tempo è quello suggerito da Albert Einstein in una lettera scritta dopo la morte di un suo prezioso amico, vale a dire che la separazione tra passato, presente e futuro è solo una nostra illusione. E che, per quanto tenace, resta pur sempre un'illusione...

Ma tutti gli altri?

Inconsciamente ognuno di noi conosce la risposta e probabilmente sa, anche senza comprenderne il motivo, che a metà fra quell'arco temporale definito “passato” e quello chiamiato “futuro” c’è un qualcos’altro che non è solo un effimero ed istantaneo “presente”...ma un di più, una zona intermedia.

E se, certamente, o forse dovremmo dire convenzionalmente, nelle nostre esistenze, a garantire un andamento "normale" all'interno di un percorso quotidiano di vita, il tempo c'è, lo stabiliamo, lo organizziamo, lo contiamo e in un certo senso lo inventiamo anche, ciò non toglie che un “questo momento” per l'universo, comunque, non esista...

 

 

 

 

 

 

Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”

Bianconiglio: “A volte soltanto per un secondo.”

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti al Post:
dominjusehellah
dominjusehellah il 16/12/17 alle 23:08 via WEB
Il tuo post mi ha fatto venire in mente alcuni passi che calzano a pennello sull’argomento: Pirandello Ne “Enrico IV” fa dire al “pazzo” :Per forza, signori miei! Perché trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni! - Eh! che volete? Costruiscono senza logica, beati loro, i pazzi! O con una loro logica che vola come una piuma! Volubili! Volubili! Oggi così e domani chi sa come! - Voi vi tenete forte, ed essi non si tengono più. Volubili! Volubili! - Voi dite: «questo non può essere!» - e per loro può essere tutto. Ed ancora Dostoevskij ne “ i ricordi dal sottosuolo” ipotizzando un mondo perfetto guidato dalla ragione, dalla programmazione e dalla matematica evidenzia l’importanza della libertà e della fantasia: “Allora verranno istituiti nuovi rapporti economici già perfettamente elaborati e calcolati con matematica esattezza, tanto che in un attimo tutti i problemi possibili ed immaginabili saranno risolti”...... “allora non sarà in nessun modo possibile garantire che la vita non diventi terribilmente noiosa (che cosa resta da fare quando tutto ormai è perfettamente calcolato nelle tabelle) in compenso tutto sarà straordinariamente ragionevole. Naturalmente per la noia, chissà cosa non si andrà a pensare! E se poi in mezzo a tutta questa ragionevolezza facesse la sua comparsa un signore volgare che dicesse a tutti “ che ne dite signori miei se dessimo un bel calcio a tutti questi logaritmi e tornassimo a vivere secondo le nostre fantasie?” Verrebbe a cadere ogni spinta razinalistia a vantaggio di una sana follia … “L’uomo ha soltanto bisogno di una volontà autonoma qualunque sia il prezzo e quali siano le conseguenze” Quindi chi meglio di un matto in mezzo ai matti visto che il razionalismo estremo è a sua volta forma di pazzia può fare ciò? Dom
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/12/17 alle 18:50 via WEB
Perfettamente calzanti tanto la tua scelta pirandelliana quanto il rimando di Dostoevskij, ti ringrazio. Siamo alla fine dell'Ottocento russo e si respira la lotta contro la doppiezza dello spirito che uccide l'identità, contro una malattia folle e al contempo geniale, composta di “orgoglio” e di masochistica “auto denigrazione” che travalica ogni limite fino a tramutarsi in “ ragionevolezza superiore” e siamo nel '900 della psicoanalisi freudiana, dell'attenzione verso la nevrosi e l'alienazione mentale come condizioni nelle quali le azioni stesse sono definite dalla a-normalità, con quest'alfa privativa che obbliga all'uscire dalle norme che regolano i comportamenti della società. Chi avresti potuto chiamare in causa come più illustri e deliberatamente coscienti ricercatori di follia? Grazie davvero.
 
woodenship
woodenship il 20/12/17 alle 20:48 via WEB
Qualcuno è arrivato a dire che,da vicino,nessuno è normale...Allora diciamo che:fino ad Erasmo da Rotterdam, si era tutti pazzi ma sul serio,dato che tutti si prendevano dannatamente sul serio.Dopo di lui,si è cominciati ad esserlo anche per gioco. Visto che essere pazzi porta acqua al proprio mulino.Come ben comprese pure il principe Amleto nel suo castello.In poche parole:l'autolesionismo non è solo dei matti,ma anche dei dementi che non si ritengono tali,mascherandosi dietro a conformismi e pretese logicità illogiche. Un bacio scintillante di stelle con infiniti aguri per delle festività serenamente briose........W......
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/12/17 alle 18:56 via WEB
A volte sì, anche la malattia e la pazzia portano acqua al mulino, e, talvolta, pur senza saperlo o volerlo, come piacevole effetto collaterale; perché nella follia di questa vita c'è spazio anche per questo: che nella demenza conformista ci sia logicità illogica, nella follia autentica genio e levità, nella serietà il ridicolo e nella patologia il gioco...Ti ringrazio, caro wood ;-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 22/12/17 alle 18:57 via WEB
Questo sulla pazzia credo che mi si addica :)) Mi hai fatto venire voglia di leggere tutta l'opera di Erasmo da Rotterdam :)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/12/17 alle 18:56 via WEB
Mi dici poi cosa ne pensi ;-)
 
ravenback0
ravenback0 il 22/12/17 alle 19:00 via WEB
Ed alla fine è proprio così....non possiamo non andare fra i matti, perché siamo tutti in un modo o nell'altro matti! E chi non fa parte della categoria - malati, geni folli, creativi o innamorati pazzi... come scriveva il buon vecchio Bennato allora è anche più pazzo degli altri...Grande post mia cara ElePsike ,-)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/12/17 alle 18:57 via WEB
Troppo gentile, mio caro raven! ;-p
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 22/12/17 alle 21:01 via WEB
I bambini,i geni visionari, i pazzi, i vecchi e gli innamorati...giusta osservazione questa tua, ad includere anche l'amore fra le varie (e più o meno divine) manie. Sul fatto che il tempo scorra in modo differente per i burocrati o per gli artisti, invece, posso dirti solo che non dovrebbe certo essere un segreto, ma i burocrati non lo sanno e si sa che al mondo sono loro la maggioranza...Per fortuna c'è comunque pronto un Bianconiglio a spuntare dal cilindro delle meraviglie che ci spiega la durata di un per sempre...Ottimo post, Ele.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/12/17 alle 18:58 via WEB
;-) ottimo commento...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
arwen71 il 22/12/17 alle 21:04 via WEB
E' davvero un bellissimo post questo sulle varie forme di pazzia umana e lo sai? In effetti non avevo mai fatto caso a quanto davvero gli anziani assoiglino ai bambini e siano comuni alla "follia"...mi piace molto questo passaggio: In che differiscono, infatti, se non nelle rughe e negli anni che nel vecchio sono di più? Per il resto, capelli sbiaditi, bocca sdentata, corporatura ridotta, desiderio di latte, balbuzie, garrulità, mancanza di senno, smemoratezza, irriflessione: in breve, sotto ogni altro aspetto si accordano. Bello :)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/12/17 alle 18:58 via WEB
Vero...Contenta che ti piaccia, arwen ;-)
 
misteropagano
misteropagano il 24/12/17 alle 15:27 via WEB
un pciù:+*++**++++ a dopo
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/12/17 alle 18:59 via WEB
Ti ho appena mandato un messaggio, un pciù a te, dopo ;-p
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 07/01/18 alle 00:01 via WEB

"Matto al cubo" la mia autodiagnosi!
E "per sempre"... sempre! Anche contraddicendo "Bianconiglio".
Molto bella questa tua dissertazione sull'amica "lucida follia". Un saluto, M@.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 13/01/18 alle 22:17 via WEB
Forse per sempre e un secondo non si contraddicono affatto, no? Soprattutto quando diventano un terzo concetto che non quantifica più la durata ma la completezza della sensazione che si ha di qualcosa...E forse non vale solo per chi è lucidamente folle o matto al cubo...Grazie M, un saluto a te ;-)
 
   
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 15/01/18 alle 16:26 via WEB
Comprendo e condivido la tua puntualizzazione.
A me piace anche la possibilità di "vivere" un "sempre per sempre" che duri pure oltre la nostra esistenza terrena, completandoci. Un caro saluto, M@.
 
     
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 15/01/18 alle 18:27 via WEB
Ed io condivido la tua, perché piace anche a me la considerazione che hai fatto. Io sono fermamente convinta (per quanto, naturalmente possa sentirlo con l'anima) che i siamo creature infinite, e che siamo da sempre e per sempre anime in possesso di un corpo piuttosto che corpi con l'aggiunta di un'anima...Grazie! ;-)
 
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