Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« LA QUINTA STAGIONESolo in un luogo invisibile... »

C'ERA UNA VOLTA IN IRLANDA

 

 

C’era una volta – e c’è ancora - al largo delle coste del Galles e dell’Inghilterra, la discreta e misteriosa Éire, più conosciuta come Erin, aspramente bella e fulgida di passione.

Un tempo, questa antica terra fu fieramente dominata da un popolo di guerrieri altero ed impavido oltre che seguace della religione druidica, i Celti.

Dopo aver archiviato un mese di Agosto celebrato gloriosamente sin dall’inizio con Lughnasadh, la festa del raccolto, e dopo aver ricordato attraverso Mabon - il 21 di Settembre - la festività dell'equinozio in tutta la sua carica di riflessione e raccoglimento interiore, spostando, però, questa volta l’attenzione su ben altri frutti, i personali raccolti dell’anima, i pastori irlandesi riportavano a valle le greggi alla fine dell’estate.

Ormai liberati di tutti i progetti vani e logori, attendevano di raggiungere il pieno dell'autunno per poter celebrare la fine e l’inizio dell’anno, il primo giorno di Novembre.

Avvolti dalla nebbia fredda e dalle tenebre di una stagione sempre meno ospitale, costretti in casa per ripararsi dalle asperità dei mesi invernali, gli irlandesi trascorrevano le stagioni fredde raccogliendosi nell’intimo tepore delle leggende tramandate alla luce di un focolare domestico.

Per scaldarsi, accoccolati attorno al fuoco, rievocavano le fiamme luminose di Bealtaine, il nome del mese di Maggio da cui deriva anche la festa del primo giorno d’estate in Irlanda, collocato proprio a metà tra l'equinozio di primavera ed il solstizio estivo; ma ripercorrevano anche altri ricordi e narravano le storie inerenti ad ogni periodo della vita.

Dall'antica festa di Imbolc, il primo giorno di Febbraio, a metà tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera, che celebrava il risveglio della luce nel momento in cui inizia a manifestarsi con i primi sintomi di una primavera sempre più prossima, invitando la vita ad imbastire i propri embrioni di sogni in divenire, via via fino alla rinascita completa dell’equinozio di Marzo, celebrato con la festa di Ostara e la festa di Litha, la celebrazione dell’arrivo del più lungo giorno di luce dell’anno.

Ma in attesa di una luce ancora molto lontana e già pienamente predisposti per il vicino arrivo delle tenebre, gli irlandesi celebravano la fine dell’anno nel variopinto mese di Ottobre. Ancor prima, quindi, che le notti si allungassero irrimediabilmente, dilatando le ore nel buio e sottraendo spazio a quelle luminose, sempre più brevi, con il culmine nel Solstizio invernale di Yule, c’era la festa del passaggio dall’estate all’inverno da celebrare, vale a dire quella di Samhain.

Per i Celti, infatti, l’ultimo giorno dell’anno, per l’appunto il 31 Ottobre, accadeva il compimento dell’impossibile. Per una sola notte, proprio mentre la terra si prepara ad accogliere l’inverno e la natura si predispone per il lungo sonno che ciclicamente la stagione fredda impone per potersi rinnovare in una rigenerazione sotterranea e silenziosa, alle anime dei defunti era concesso il ritorno temporaneo sulla terra.

I sottili veli che separano lo spazio ed il tempo e che, apparentemente, tengono lontane la dimensione dei viventi da quella degli spiriti, si assottigliavano fino a dissolversi e le anime di coloro che avevano abbandonato questo mondo potevano varcare le porte invisibili della vita e vagare senza ostacoli sulla terra. E come il silenzio freddo e immobile della natura durante l’inverno, in realtà, ci parla di una morte solo apparente, dal momento che nel sottosuolo già avviene quell’invisibile metamorfosi che mostrerà il suo segreto lavoro soltanto in primavera, allo stesso modo anche Samhain possiede più di un significato. La celebrazione, infatti, univa il concetto lugubre e sofferente della morte a quello spirituale e sublime della trascendenza, della vicinanza e della rinascita, da sempre connaturate nel concetto stesso di fine.

Per questo alla vigilia del Capodanno celtico il primo giorno di Novembre, i festeggiamenti implicavano tanto gli aspetti della paura quanto quelli della gioia.

Celebravano sulle colline la morte del vecchio anno con l’accensione del Fuoco Sacro ma al contempo esorcizzavano la naturale paura che accompagna l’incontro con l’ignoto, mascherandosi con pelli e maschere mostruose per mimetizzarsi e confondersi fra i defunti nel tentativo di sfuggire ai loro dispetti ed, in sostanza, per affrontare o addirittura spaventare, se non proprio vincere, la morte stessa.

Così, gli irlandesi si aggiravano tra le anime raminghe facendosi luce con rudimentali lanterne ricavate da rape, cipolle e tuberi - solo in seguito zucche intagliate - per fare posto a piccole braci di Fuoco Sacro e, prudentemente, non si scordavano di lasciare dinanzi all’uscio illuminato dalle fiaccole brillanti, cibo e latte per le anime dei propri defunti che avrebbero fatto ritorno a casa e per ingraziarsi gli altri spiriti nella speranza di evitare imprevisti o scherzi paurosi.

Questo era Samhain.

E questa l’origine della festa degli spiriti.

Una festa che poi, nei tempi successivi, in una Irlanda ormai già fortemente ammantata dall’influenza cristiana, venne identificata con la fola di quell'ormai celebre e dissoluto Jack – O’ – Lantern che, pur stringendo un patto con il diavolo, riuscì però a raggirarlo, strappandogli con l’inganno la promessa di non reclamare mai la sua anima. E così, infatti, accadde. La leggenda narra che, al momento della sua morte, lo scaltro Jack venne rifiutato tanto dal cielo quanto dagli inferi e fu costretto a vagare sulla terra, con un solo tizzone ardente custodito in una rapa intagliata, a fargli luce.

Ogni 31 ottobre, pertanto, in tutta la sua inquietudine, l'anima vagabonda diventava visibile agli occhi dei viventi intimoriti che, proprio per evitarsi una fine simile alla sua, presero l’abitudine di svuotare rape e patate per riporre al loro interno candele accese in modo da tenere il più possibile lontano il demonio, dissipando il buio dalla loro strada.

A metà del 1800, poi, quando gli Irlandesi emigrarono in America, presero l’abitudine di sostituire le rape intagliate con le zucche, più facilmente reperibili nel Nuovo Continente, e così, nella storia di Jack, magicamente si cambiò lanterna, e dalla sua lontana leggenda alla più sdoganata Halloween il passo fu decisamente breve.

Ovviamente con tutti gli annessi, connessi, scherzetti e dolcetti inclusi.

 

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Commenti al Post:
woodenship
woodenship il 01/11/20 alle 01:31 via WEB
La favola di Halloween, grazie di cuore per averla raccontata con tanta passione e chiarezza, tanto da essere riuscito a comprenderne le origini.Cosa che, fino ad ora mi risultava alquanto ostica......Un bacio scintillante di rape celtiche...........W........
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 01/11/20 alle 04:50 via WEB
;-) felice e lusingata di essere stata una lampadina travestita da zucca intagliata e aver fatto luce sul mistero di Samhain! ;-p
 
cassetta2
cassetta2 il 01/11/20 alle 10:18 via WEB
Dolcetto o Nebiolo?
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/11/20 alle 01:27 via WEB
Visto che pur essendo torinese sono tendenzialmente astemia, ti direi senz'altro dolcetto...ma la nebbia da cui il Nebbiolo prende il nome, non mi dispiace ;-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mr.Loto il 01/11/20 alle 10:59 via WEB
Davvero interessante la tua spiegazione su questa tradizione che sinceramente non conoscevo ancora. Un saluto
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/11/20 alle 01:28 via WEB
;-) un saluto a te, Mr. Loto e grazie.
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 20/11/20 alle 22:53 via WEB
Cara la mia Ele, sebbene siano trascorsi 20 giorni dal tuo post, ti posso dire che la celebrazione che hai fatto della grande Irlanda, o meglio Éire - aspramente bella e fulgida di passione - in tutte le sue tradizioni stagionali, prima ancora del racconto della storia di Samhain, merita di essere letto in ogni giorno dell'anno, senza considerare i calendari ;-)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/11/20 alle 01:29 via WEB
Così tanti giorni? :-( sono stata un po' troppo assente, nè? ,-p Grazie Niccolò, troppo buono ;-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 20/11/20 alle 22:54 via WEB
Non la conoscevo, non in questi termini :)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/11/20 alle 01:31 via WEB
Ciao ARGYRIA, spero ti sia piaciuta ;-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Arwen71 il 21/11/20 alle 00:13 via WEB
Bella l'origine celtica della favola di Halloween...Un bacio, Moni.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/11/20 alle 01:31 via WEB
Anche a te.
 
ravenback0
ravenback0 il 21/11/20 alle 01:23 via WEB
Bella questa antropomorfizzazione dell'Irlanda in una bella fanciulla, passionale e fulgida :) Curioso post con tradizioni stagionali celtiche, approvo!
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/11/20 alle 01:32 via WEB
Mi fa piacere ,-)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/11/20 alle 20:18 via WEB
Quando la "leggenda" si trasforma in faccenda... commerciale!
Molto bella la tua presentazione; un saluto, M@.
 
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