Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« MA NON SONO LA SOLAPARADISI SENZA DENARO »

Felici e contenti, nei palazzi stregati della fantasia

 

 

 

 

 

L’ho sempre pensato che talvolta è meglio il "rimpianto" del "rimorso", qualche volta l’ho anche detto, ed anche  poco tempo fa parlando ad un amico. Ma non ricordo se ne ho mai scritto qui...

Dal momento, però, che adesso persino la stagione è quella perfettamente adatta - con il suo  pungente profumo di freddo nell’aria e le stelle che hanno riacceso tutti i loro fuochi - per parlare di essere e di non essere, di ciò che si deve preservare e di ciò che è meglio abbandonare, ma soprattutto é perfetta  per immaginare, eccomi qui.

Pronta a dire che, a dispetto di tutti i mementi per l’avvenire riguardo al "non lasciare i sogni sigillati in un cassetto" e delle facili esortazioni a "sfidare ogni titubanza per aggirare i rimpianti", ci sono momenti in cui il fatto stesso di conservare un sogno senza metterlo al mondo, resta la cosa migliore che si possa fare per non perderlo del tutto.

Mi spiego: Non è tanto l’essere o il non essere il punto di domanda della questione, ma la scelta di preservare o abbandonare un sogno (o un’idea...)

Quando si presta un corpo ad un sogno, infatti, quello smette immediatamente d’essere un ideale inviolato ed improvvisamente diventa mortale - e va da sé che, una volta divenuto mortale, se malauguratamente dovesse morire, lo si perderebbe del tutto - con tutto l’impoverimento che può conseguire nel nostro spirito.

Ma il guaio non è, però, poi neppure questo: il problema centrale è che, in ogni caso, ogniqualvolta offriamo un corpo al sogno, non soltanto quello diventa mortale ma diventa - comunque ed obbligatoriamente - anche qualcos'altro da ciò che era stato in origine.

Prendiamo a titolo esplicativo una favola, la mia preferita: La Bella e la Bestia.

Ma, attenzione, perché nella mia versione ideale, se l'avvenenza fisica della "bella" può anche essere del tutto opinabile, la non trasmutazione della "bestia" diventa, invece, insindacabile.

Pensiamoci per un istante: Se lei – la Bella - s'innamora di lui – la Bestia – proprio in virtù di tutti i tratti fondamentali della sua esclusiva soggettività, che nel tempo (anche se attraverso la paura, il dolore, gli scontri, la diffidenza e l'estraneità reciproca) si sono risolti in una magnetica empatia complementare, perché mai, alla fine della favola, dovrebbe essere felice di ritrovare uno sconosciuto al posto di quell’individuo che aveva nascostamente imparato ad apprezzare al punto d’innamorarsene?

Il nuovo arrivato – la Bestia trasfigurata nell’elegante Principe – infatti, se da un lato è pur sempre la stessa persona che lei ha conosciuto ed iniziato ad amare al segreto del palazzo stregato, d'altro canto, però, è anche decisamente un estraneo.

E la sua alterità lo rende necessariamente molto distante dalla creatura con cui la Bella aveva iniziato il percorso empatico.

I perbenisti, a questo punto, ci potrebbero rispondere che il problema non esiste, raccontandoci che il "Principe" altro non è se non la versione depurata dai tratti meno nobili della Bestia e che, proprio grazie a quell’amore ricevuto e provato, viene liberata dai vincoli della bestialità per rinascere (o ritornare) alla condizione più favorevole edauspicabile. E, forse, ci ricorderebbero anche di come la bellezza estetica del “trasformato” non puó che parafrasare l’animo ingentilito dal sentimento.

Certo, il tutto è corretto e facilmente comprensibile; ma resta un minuscolo dettaglio ad impedire la quadratura del loro cerchio. E questo minuscolo dettaglio inizia con il punto di domanda lasciato senza risposta qualche riga fa.

Perchè, liberato dai vincoli delle sue passioni non proprio cristalline, o ingentilto nell'aspetto che sia, in ogni caso il nostro Principe non ha nemmeno più la piega del sorriso in comune con la Bestia. 

E la domanda, pertanto, non è affatto sciolta.

Per quale effettuale motivo, dunque, la Bella dovrebbe salutare per sempre e con gioia una creatura che –  per quanto sgraziata anziché affascinante e scontrosamente maldestra piuttosto che delicata e sinuosa – innegabilmente le ha comunque fatto salire i battiti dal cuore fino in gola, arrestandole il respiro e spezzandole la voce?

Ed in più, dovendo considerare addirittura come un premio, invece di un impoverimento devastante, l'edulcorata alternativa...

Per quanto allettante, infatti, il "nuovo arrivato", pur mantenendo tratti affini con la precedente versione di sè, ha comunque perso tutti gli altri caratteri che, seppur discutibili, erano tuttavia riusciti a smuoverle gli animi...

Così, in definitiva, nella favola avviene l'identico procedimento che accade per tutti i sogni: incarnandosi per venire al mondo, per quanto belli e soddisfacenti potranno risultare, in ogni caso i nostri desideri non saranno mai (più) quello che erano stati in origine.

A questo punto bisogna solo chiedersi con disarmante onestà quali siano i sogni ai quali ognuno di noi voglia (e possa) rinunciare in favore di un'incarnazione sostitutiva - sicuramente differente ma altrettanto accettabile ed apprezzabile - e a quali, invece, non sia proprio possibile abdicare. Sia per la loro bellezza metafisica irraggiungibile, sia per la particolarità.

Una particolarità, sia chiaro, magari distantissima dalla perfezione, ma proprio per questo irrefutabilmente perfetta. Un po' come quella della Bestia nella favola.

Se La Bella e la Bestia, infatti,  è un racconto romanticamente splendido, lo è proprio perché narra la storia di un amore anomalo, ed esclusivamente in virtù di questo anche assolutamente unico.

Esaminiamolo. Di fatto é occultato, e per questo incontaminato dalla dispersività del mondo; è protetto, perchè comunque circoscritto nell'egida della reclusione; infine è segreto, perché taciuto, e per tutti questi motivi preservato.

Ma il suo preservamento perdura solo fintanto che non viene dato alla luce - di una lanterna, come del sole – esattamente come quello di Eros e di Psiche o di Persefone e Ade.

Ed è inevitabilmente una tipologia d'amore con il potenziale seduttivo superiore ad ogni altra proprio perché, letteralmente, riesce a trascinare in un universo a parte.

Così, la magia d’amore continua e si autoalimenta finchè la lanterna di Psiche non illumina Eros e fintanto che la Bestia non perde le sue prerogative (l’ombrosità malinconica, la passionalità tormentata, e tutti i suoi intrecci complicati ma incantevoli d'introversione e apertura, diffidenza e fiducia, ingenuità disarmante e audacia) per diventare solamente un lineare e prevedibile principe, più o meno azzurro.

Il punto - si sa - è che, a volte, il cielo indossa uno sguardo più elevato proprio nelle asperità. E questo la nostra Bella, proprio come Persefone nel Regno dei morti, era riuscita ad intuirlo egregiamente, lasciandosi stregare prorio dall’oscurità stratificata dell'amato.

Ma a conti fatti, nel finale della fiaba, tutto quel fascino notturno della Bestia viene meno di colpo, con l’apparizione del Principe.

E chi può davvero sapere se la sfavillante lusinga e la limpida coerenza del nuovo arrivato avrebbero realmente sortito la stessa fascinazione agli occhi della Bella, e se sarebbero davvero riuscite a compiere un medesimo incanto?

Dopotutto, non si dice che il colore della primavera è dato dai fiori, ma quello dell’inverno dalla fantasia?

Ed allora lo confermo e l’accendo: io terrei il sogno.

Perché vorrei poter dire alla Bestia una frase che suoni pressappoco come questa:

Desidero che tu venga da me in una sera d’inverno; e dietro i vetri prendere tutto il nostro stupore per portarlo sotto la luce ambrata delle candele, lasciando che ci racconti qualcosa di bello... In modo che un giorno lo si possa ricordare come gli inverni delle favole, dove forse si visse insieme, senza saperlo.

 

 

Vedrò passare primavere, estati, autunni;

e quando arriverà, con le sue nevi monotone, l’inverno,

serrerò porte e finestre,

fabbricherò nella notte i miei palazzi stregati.

(Charles Baudelaire)

 

 

 

 

 

 

27 gennaio

 

Del male la memoria si sa, anche quando momentaneamente sembra sbiadirsi, non dura solo un giorno, inondandoci in volute gli occhi, il torace e lo stomaco anche quando in apparenza è adombrato. Non solo un giorno, ma ogni giorno resta. E si vorrebbe fosse vivo, il ricordo. Deve essere vivo, bisogna che lo sia. Per darci modo di sapere, di imparare e di arginare. Ma nel contempo, per sopravvivere, e per provare a respirare, è anche necessario riuscire a sedare quel dolore pur mantenendo tutte le croci trapuntate in cicatrici sulla pelle. Croci a forma di stelle. Stelle di morte; ma anche di una continua inarrestabile rinascita. Nulla è niente.

 

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 30/01/19 alle 14:37 via WEB
Bellissimo il post Ele. E ti confesso che ti do ragione anche se io tendo a preferire i rimorsi ai rimpianti almeno x la questione della Bestia :) Parlando invece di cose più drammatiche, si nulla e nessuno sono niente...
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 01/02/19 alle 18:29 via WEB
Grazie Argyria
 
misteropagano
misteropagano il 01/02/19 alle 17:19 via WEB
Bbbbella! Bbbbrava! Sono commossa per i sogni, quelli capitati, rimpianti forse per quelli perduti perchè mai innescati...Come quando e per tante volte abbiamo condiviso la bellezza dell'essere avatar col suo mondo favolistico, immaginario eppure pregno di corpo/sensi che non si svela...sorrido, per quanta scarsa attitudine alla fantasia mostrino coloro che si dicono insoddisfatti del virtuale e desiderano il reale o si propongono nel virtuale come entità meramente reale..solo in questo, qui, è grande, l'aver reso possibile un palazzo stregato,:*
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 01/02/19 alle 18:30 via WEB
;-) commossa per il tuo entusiasmo ;-))
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 01/02/19 alle 18:00 via WEB
E felice e contento, nei palazzi stregati della tua fantasia sono anche io, Ele, dopo aver letto il tuo post. Inappuntabile il parallelismo tra la favola e i due miti ellenici, mia cara amica e la tua arringa a favore della versione originale del sogno - la Bestia - rispetto alla morte (con conseguente rinascita/trasformazione) del sogno, concretizzata nella versione postuma del Principe più o meno azzurro. Inappuntabile e ineccepibile. Per quanto riguarda il giorno della memoria, non c'è molto altro da aggiungere rispetto a quanto tu abbia già detto. Nulla è niente, anche se verrebbe da dire tranne...chi ha fatto tutto questo.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 01/02/19 alle 18:41 via WEB
E pensare che per molti di coloro che l'hanno ripetuto fra quelli che si sono visti pericolosamente vicini al diventare un "nulla", trovandosi nella condizione di sentirsi fisicamente, psicologicamente e nell'anima anche meno di un nulla, in quel "nlla è niente" non facevano eccezioni. Neppure per quelli che un nulla hanno dimostrato chiaramente di essere con loro...Però sì, per quanto sofferente possa essere anche solo il provare a concepirlo come concetto, nulla e nessuno - senza eccezioni - sono "niente". Nonostante molti esseri facciano veramente di tutto per dimostrare continuamente proprio l'esatto contrario... Grazie Niccolò.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
arwen71 il 01/02/19 alle 18:25 via WEB
...pensandoci bene sai che è vero? La risposta alla domanda che poni non è affatto scontata: chi può dare per certo che la Bella sarebbe stato altrettanto colpita dalla Bestia se si fosse presentata subito con le sembianze del Principe? in fondo, come tu dici, il Principe non è solo banalmente la Bestia in versione migliorata, perchè ci sono alcuni aspetti significativi della bestia che poi non compaiono più nel nuovo "arrivato" e scompaiono irrimediabilmente...come la fragilità, l'introversione e magari anche la tenerezza...(senza contare l'aspetto più passionale che è implicito nella bestia prima maniera...e non tanto scontato nella bestia seconda maniera = vedi principe). Brava Ele :)) mi piace moltissimo questo post, anche l'ultima dichiarazione che scrivi...:))) Sul 27 gennaio posso solamente tacere e dirti brava che l'hai ricordato...e lo sai molto bene che per me è importante, quindi un grazie particolare.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 01/02/19 alle 19:30 via WEB
Sei riuscita a puntualizzare il cuore dell'argomentazione "Bestia - Principe" prima e dopo la "cura" meglio di me, Arwen...Grazie mille ;-) Per il 27 gennaio, lo so. E per quanto poca cosa possa essere ribadirlo, è necessario farlo all'infinito. Un abbraccio, Monica.
 
ravenback0
ravenback0 il 01/02/19 alle 19:24 via WEB
Azz...era ora Ele che qualcuno dicesse che era meglio la Bestia del Principe! :)) sei sempre una consolazione tu :)))) Concordo su tutto. E...Nulla è niente. Grazie per avercelo ricordato.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 01/02/19 alle 19:28 via WEB
Grazie a te, Max ;-)
 
woodenship
woodenship il 03/02/19 alle 02:48 via WEB
...Mi fai venire in mente un film di John Landis"The tres amigos".Un film demenziale che metteva alla berlina i molti luoghi comuni dei western e del romanticismo che si tiravano appresso. Così, all'eroe in partenza che si diceva dispiaciuto di dovere andare,che in un impeto di sentimento, diceva affranto alla bella di turno che però sarebbe tornato.Lei,con aria meravigliata,gli rispondeva trasognata:perchè? Come a dire che era stato bello così e che, tornare, sarebbe stata una minestra riscaldata.Ecco,il tuo ragionamento mi induce a queste considerazioni,in perfetta consonanza con le tue.Possibile rimanere innamorati di chi non corrisponde più a quello strumento che è arrivato a fare vibrare corde così profonde da avere costretto ad uscire da stereotipi e luoghi comuni?Sì,eppure è possibile,mi vien da dire di primo acchito:è possibile perchè,in fondo all'avventura,quel che ci si sogna è un porto sicuro.Un approdo che ci conforti,rassicurandoci che sono salvi quei stilemi che ci sorreggono,mantenendoci nelle linee d'un conformismo che ci assicura una vecchiaia serena.Così si vede Bella che,dopo tante traversie,potrà contare su una figura come Bestia che non è più tale,bensì incarna la confortevolezza d'un futuro pantofolaio e irreggimentato in un ruolo sicuro e di tutto rispetto.Ma,come dicevo,tutto ciò di primo acchito.Poi subentrano le tue di considerazioni che mi sento di condividere.Perchè non è possibile seguitare ad amare colui o colei che ormai non corrisponde più al sogno.Però,in ogni caso,questa è una realtà che spesso rimane sotto le braci d'un vissuto giorno per giorno, fatto di frustrazioni e rimpianti,oltre che di rimorsi.Dunque molto meglio il sogno che tale rimane,pur nelle vesti di Bestia che non s'è mai fatto principe, però rimane riconoscibilissimo come soggetto d'innamoramento.........Un bacio scintillante di stelle......W........ps:a rileggerlo,sempre molto pregnante il tuo commento alla mia poesia.......
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 06/02/19 alle 18:49 via WEB
Che dire? Mi hai lasciato uno splendido commento...;-) Tu hai ragione, e non mi trovo affatto in disaccordo quando dici che è assolutamente possibile (ed auspicabile, aggiungerei) rimanere innamorati di chi non corrisponde più a quello strumento che è arrivato a fare vibrare corde così profonde da averci fatto volare sopra stereotipi e luoghi comuni, ma forse ciò che resta non possibile (anzi, non auspicabile) è la decisione di abdicare sin dall'inizio o, totalmente in seguito, al sogno. Credo che Bella potrebbe tranquillamente continuare ad amare (trasmutando e assestando il suo sentimento) anche la nuova versione della Bestia; ma a patto che il sogno, nella sua sostanza, possa rimanere sempre luminoso sotto le braci d'un vissuto diverso, quotidiano e meno struggente. A patto, quindi, che non venga spento e trasformato in tutt'altro, avvelenato lentamente dalle gocce di frustrazioni e di rancori oltre che di rimpianti e rimorsi. In caso contrario, meglio restare nell'ambito del condizionale e del sogno irrealizzato. P.S. se il mio commento è pregnante è grazie al tuo scritto. Solo merito del tuo post. Spero non ti dispiaccia se l'ho utilizzato per la nota al 27. Un abbraccio e un grazie enorme!
 
   
woodenship
woodenship il 07/02/19 alle 02:12 via WEB
Come potrebbe mai dispiacermi di averti ispirata? Sono tue le parole che hai lasciato in calce alla mia poesia, quindi sei liberissima di farne ciò che credi meglio. Per parte mia posso solo esserne lusingato. ed abbracciarti con affetto amicale ancor più forte, se possibile....
 
     
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 10/02/19 alle 19:05 via WEB
Grazie wood ;-)
 
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