ElettriKaMente
Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)
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AVVISO AI NAVIGANTI...
Tutti i passanti sono gentilmente invitati a lasciare fuori da questo blog:
incontinenze di ogni genere e tipo,
pratiche onanistiche finalizzate alla pubblicazione
e manie persecutorie-vittimistiche,
grazie.
Anche se il blog é moderato, ogni intervento pervenuto viene pubblicato.
Qualora il vostro non risulti, invece, visibile tra gli altri è semplicemente perché, presentando tracce delle sopracitate (incontinenze, pratiche onanistiche o manie persecutorie-vittimistiche)
vergognandosi di se stesso e di chi l'ha messo al mondo, si è autoeliminato.
Capisco che il nome del blog potrebbe trarre in inganno, ma qui non troverete il supporto psichiatrico che andate cercando.
Cordialmente,
Elettrikamente,
EleP.
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“Io sono una Maga delle Spezie. La mia passione sono le spezie. Ne conosco origini, significato dei colori, profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo. Il calore che emanano mi scorre nelle vene. Dall’amchur, la polvere di mango, allo zafferano, tutte si piegano ai miei comandi. Un sussurro e mi svelano proprietà segrete e poteri magici."
Chitra Banerjee Divakaruni - La Maga delle spezie -
Sul blog Tirillio si vogliono trasferire, attraverso l’abilità delle parole, mondi esistenti su quelli inesistenti ma possibili, liberando il verbo da ogni ostacolo.
Per questo, ora, è necessario mettergli le ali.
E mantenendo comunque e sempre l'attenzione alla scrittura (le radici) e alla chioma (lo sviluppo del pensiero e delle idee) l’ autore, homoradix, organizza un dialogo di ricerca e un procedimento di creazione di un inesistente che risponde alle leggi dell’esistente.
Il gioco che si tenta di fare è il gioco più vecchio del mondo, quello delle apparenze e dello specchio per arrivare (forse) a se stessi; ma la strada che si è scelta per l’accesso al nostro noi passa attraverso una soglia intuitiva priva di qualunque corporeità, in costante allontanamento dalla materia.
Solo il “liquido emozionale” è concesso all'ispirazione.
Con la danza dei riverberi dell’acqua, dei voli subacquei, dei contagi reciproci e delle connessioni invisibili è la sola che può accompagnare nel viaggio.
Per il resto, per questo carteggio che intende realizzare nuove e inaudite forme dell’arte e della scrittura digitale con una propria mitologia e una bibliografia propria di penne e di byte attraverso una Biblioteca fantastica e inesistente, ci si può avvalere di tutto…dalle varietà botaniche immaginarie alle Lame della Tarot…
E sia chiaro, non ci interessa indagare se l’astrologia a noi pervenuta derivi dalla sanscrita Scienza della Luce Jyotisha Vedanga o, ancora, se le Lame della Tarot traggano la loro etimologia dalle parole egiziane che indicano il “sentiero reale della vita” piuttosto che “la dottrina di Mercurio”…
Il punto, infatti, non è indagare la validità scientifica di un simbolo in base all’effettiva o presunta collocazione dei pianeti nei segni, all’ estensione delle costellazioni, alla durata del transito del sole, et similia.
Ci interessa, invece, considerare i simboli, non riconoscendo, come affermava Karl Popper nella sua Logica della scoperta scientifica, importanza alcuna ai percorsi utilizzati per giungere a una data formulazione teorica; ma valutandoli quale prototipo dell’indole umana e leggerli come archetipo.
IN BREVE:
NON CI INTERESSA CHIEDERCI LA STORIOGRAFIA CHE SORREGGE UN MITO,
O QUANTI GRAMMI DI REALTA’ PORTI CON SE', ALL’ INFUORI DEL MESSAGGIO CHE OFFRE,
LA NARRAZIONE DI UN “C’ERA UNA VOLTA…”
CI INTERESSA, INVECE, DARE LE ALI ALLE PAROLE.
E “ritrovarsi in un giardino segreto, nell'incanto, nell'ideazione del nostro spazio interiore.”
"Sia esso una caverna, un abisso, una costellazione, un volo, una nuvola, un albero, un velo di carne o di anima, un limbo, un luogo non luogo, un labirinto, una biblioteca inesistente, una mappa astrale, una carta di navigazione, una forma, una materia, un colore, un tempio, un loop, un déjà vu, un sogno, un carteggio, un Avatar, un blog, un segno, un disegno. Questi luoghi possono rappresentare lo spazio in cui sappiamo parlarci, ritrovati."
Perché, come affermava A. Court de Gébelin: “Il libro di Toth esiste, e le sue pagine sono le figure dei tarocchi”.
http://blog.libero.it/Tirillio/
L'immagine del post è opera di Paola Barbato.
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