Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

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Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« MATRIMONIO DI PARADISO E INFERNOLO SPAZZINO DEL CIELO »

E il sesto dice: Non uccidere

 

Niente e nessuno.

Né te,

né altri,

né uomo,

animale

o creatura vivente vegetale.

 (Genesi 9:6)

 

Questo comandamento riflette un altro precetto  che prevede la formula "Ama il prossimo tuo come te stesso”.

piùmeno; ma sostanzialmente come te stesso, ed in quanto te stesso.

lo tirzach significa propriamente non assassinare. E quando a colpi di kalashnikov si azzerano funzioni vitali e si annichilisce un essere vivente, o anche decine di esseri viventi, indiscriminatamente, e quando, soprattutto, questo accade in modo da destrutturare un equilibrio di apparente pace, il senso di quelle parole diventa inequivocabile, non soggetto ad interpretazione, e lampante.

Quando si mira su una folla con un fucile e c’è il sangue ancora vivo di corpi già morti in un grottesco dappertutto, o quando ogni qualvolta, attaccando apparati militari, si colpisce anche un solo civile uomo, donna  di età, umori e fisionomia indefiniti, e con essi la loro bella anima parzialmente in cancrena, come quella di ognuno di noi, tutto è evidente.

Il Non uccidere, quando saltano gli arti ed i panorami scomposti fissati nello sguardo che si sta freddando, è un concetto facilmente comprensibile.

Ed è immediatamente riferibile ad una morte fisica, corporale: piovono litri di liquidi organici ancora tiepidi mentre il cuore già non ha più battiti.

Ed in questo caso le divinità (ebraica, cristiana, islamica et similia…) sembrerebbero raccontare un’unica storia.

Ma nel mondo schizofrenico, declinato sui paradossi incompresi, il racconto non è mai un unico racconto, e la storia non è mai un’unica storia.

E così, c’è chi per vincere l’integralismo propone altro integralismo, e chi scambia l’idealismo e la temperanza con l’accoglienza masochistica del proprio suicidio, il tutto in mortali dosaggi affatto conformi ad alcun risultato omeopatico.

Ama il prossimo tuo come te stesso, viene detto. E significa "non di più di te stesso", in quanto il prossimo tuo "è te stesso"

Tutti si contraddicono nella loro storia, tutto è scisso in una dissociazione senza ricomposizione, dove persino le armi odiate del nemico in nome del quale si uccide, diventano le proprie.

Ambite, desiderate e stravolte in deliranti soluzioni "tanto amate".  

Ma non uccidere non è solo un non porre fine a quell’incessante battito che ti accompagna in questo involucro di ossa e venerate carni.

Significa non privare alcuno dei mezzi di sussistenza (Yevarnot 78b) esattamente come non tenerlo sotto scacco, in un sequestro della possibilità e in un stupro mentale lungo quanto l’inferno del nulla, che trasforma ogni singolo uomo in un’apnea eterna a breve scadenza.

E significa prendere decisioni legali quando non si ha la giusta competenza per farlo, o il rifiutarsi di farlo quando si è, invece, adeguatamente qualificati.

 

Il sesto dice non uccidere…e nel Talmud  è scritto che anche umiliare una persona facendole conoscere la vergogna e l’ imbarazzo equivale ad ucciderla.

 

Non uccidere. Niente e nessuno. Né te, né altri, né uomo, animale o creatura vivente vegetale, si dice...

E davvero l’uomo non sa fare nient’altro, con maggiore facilità e frequenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UCCIDERE UN UOMO NON E' DIFENDERE UNA DOTTRINA,

E' UCCIDERE UN UOMO.

 Sébastien Castellion - Saint-Martin-du-Frêne, 1515 – Basilea, 29 dicembre 1563

 

 

 
Rispondi al commento:
woodenship
woodenship il 22/11/15 alle 22:04 via WEB
Grazie infinite mia cara Psike,certo che mi piacerebbe rispondere.E mi piacerebbe farlo citando un personaggio dal romanzo di F.Dostoevskij"I demoni".Questo personaggio è uno studente nichilista che ha deciso di rendersi padrone della propria esistenza.E'ateo e nichilista.Vive con una pistola sempre carica accanto,pronta all'occasione per farsi saltare il cranio.Ha deciso di vivere solo di notte.E di notte si nutre di tè,riflettendo e leggendo.Decide di immolarsi alla causa anarchica in un attentato ai danni dello zar.E'un prototipo di integralista del raziocinio.E'un capolavoro dello scrittore russo,quello di mostrare come, il tentativo di dare un senso alla propria vita, possa portare ad annullare la propria e quella degli altri,in una sorta di vortice devastante.Non ci sono,come dici tu,Elek,uomini buoni o donne migliori:all'occasione sanno fare a gara nell'essere malvagi ed usare la ferocia.Ma al contrario,credo che il nichilismo fanatico degli integralisti sia alquanto simile a quello dei nichilisti russi di fine ottocento.Quelli che spaventavano tanto D.,poichè mostravano uno sprezzo per la propria vita e per quella degli altri,arrivando a confondere la meta con l'annichilimento della stessa.Detto ciò,posso sottolineare come l'abilità di certi predicatori consista nell'appropriarsi della mente e dei cuori di coloro che manifestano in sè il vortice travolgente dell'autoannullamento.Questi predicatori hanno la capacità di inserirsi nel vuoto interiore di giovani che non sanno dare un valore alla vita e che per questo la considerano meno che niente.Lo fanno sostituendo a quel nulla un orizzonte,una prospettiva,una sostanza ed una motivazionalità che finiscono per impadronirsi del tutto dell'anima e della mente delle persone.Non è semplice:necessita grande carisma e grandi capacità psichiche.Ma,come ci ha insegnato la storia,non è difficile per chi è in possesso di queste qualità,fare in modo che le vittime cadano nella rete.A tale scopo,ricordo come molti anni fa,una setta nata negli USA e trasferitasi in Sud America,portò avanti il suicidio dei suoi membri in modo sistematico e inarrestabile.Si suicidarono in centinaia,sotto gli occhi inorriditi di una commissione parlamentare che si era interessata al plagio effettuato dal santone della setta.Accanto a questo,sono innumerevoli gli esempi di come sia possibile impadronirsi delle menti delle persone,piegandole ai propri interessi e mire.Detto ciò,vorrei rispondere alla cara Ane che:se si guarda alla società come ad una scala,è vero che le donne finiscono per essere vittime,dell'altro sesso, nella maggior parte dei casi.Ma è anche vero che,fuori dalla gerarchia sociale,le donne non hanno nulla da invidiare alla malvagità del maschio.Fuori da quella che si potrebbe definire scala sociale,la dialettica si sposta sul piano della sessualità e dei sentimenti.E qua dire chi è vittima e chi è carnefice,è cosa molto dura.Alla prova dei fatti,una donna presidente del consiglio,riesce ad essere molto peggio ancora di un uomo nello stesso incarico,come dimostrò la mai dimenticata Maggie Thatcher,o se pensiamo anche alla Condy Rice di bushiana memoria.Dunque,come dicevo:molto bisognerebbe lavorare per una parità di diritti,perchè è giusto che sia così,perchè non ci possono essere cittadini di serieA e cittadini di serie B.Però,in quanto a nutrire illusioni sulla bontà di un sesso,rispetto all'altro,ecco, su questo nutro seri dubbi.Come dicevo,nella sessualità e nei sentimenti,l'essere umano è capace di dare il meglio ed il peggio di sè,indipendentemente dal genere......Un abbraccio ad entrambe ed un caro saluto con un fiore per ognuna........W........
 
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