Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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Solo in un luogo invisibile...

 

Il carattere è determinato da come le cose sono, ed offre alla nostra indagine una base per lo studio dei fenomeni concreti della nostra vita quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare completamente il Genius Loci, lo "spirito del luogo" che gli antichi riconobbero come quell' "opposto" con cui l'uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare. 

- Christian Norberg-Schulz -


 

 

Impossibile - in questo momento di "coito interrotto con la vita" - come acutamente misteropagano descrive l'attuale blocco d'emergenza, non pensare al concetto di "luogo".

E con esso a tutti i luoghi visibili, invisibili, fisici, pensati; ma anche a quelli sovrapposti ed invertiti.

E dal momento che penso abbia una ragione sacrosanta (ed anche se associata ad un mistero "pagano",  non è affatto un ossimoro) nel pensare che "per quanto sia umano soffrirne è il momento di non cedere, di restare lucidi e quanto più possibile creativi anche a rischio di procurata felicità" riporto anche qui, nel mio personale luogo virtuale, questa frase che potrebbe essere uno slogan di geniale essenzialità per tutto il periodo di lockdown.

Perchè per quanto possa essere un blindamento fisico, nemmeno lontanamente dev'essere un blackout cerebrale. 

Com’è difficile staccarsi dai luoghi! Per quanta attenzione facciamo, ci trattengono e lasciamo pezzetti di noi stessi sui paletti delle staccionate, piccoli stracci e brandelli della nostra vita.

Così, diceva Katherine Mansfield.

Ma quando i luoghi da cui è difficile staccarsi non sono luoghi? O, meglio, sono altro da quello che dicono di essere?

Esistono posti che hanno il potere di denudarci, facendoci riconoscere a noi stessi prima ancora che agli altri, spogliandoci di ogni errore di giudizio, equivoco o stratificata sovrastruttura artificiosa.

E quella febbre che sopraggiunge quando si è presi dall'incanto dell'anima, suggerendoci di scrivere, reinventare e fantasticare musica, disegni o mulini a vento, nasce anche grazie ad essi.

Tutte le azioni umane devono necessariamente trovare un luogo adeguato in cui svolgersi, ed il luogo è parte integrante delle azioni. L'uomo, infatti, non è pensabile senza un riferimento spaziale ed una collocazione; d'altro canto, però, "luoghi" e "non-luoghi" si compenetrano reciprocamente.

Laddove uno spazio fisico è relazionale e storico, dimostrandosi come un ambito in cui le persone si riconoscono, scoprendo di avere una precisa identità individuale nel mondo, il non-luogo, invece, è quello che pur trovandosi in relazione con tutti gli altri luoghi, lo fa con una modalità che gli consente di sospendere, neutralizzare ed invertire l’insieme dei rapporti, dimostrando di esistere senza alcuna collocazione, in una dimensione sospesa in cui gli attori e le vicende umane s'incontrano senza mai toccarsi davvero. Un contesto senza contesto progettato per un'umanità che esiste solo nello sguardo di chi lo vive.

Io penso, però, che esistano luoghi rappresentativi di qualcosa non solo indipendentemente dalla loro identità, ma anzi proprio in virtù della loro non identità. E penso che a volte si possa cogliere l'essenza del Genius Loci di una città anche a 2000 km di distanza dalla città stessa e che talvolta sia possibile essere presenti in una città meglio - e di più - proprio quando le si è lontani che non quando ci si trova fisicamente al suo interno.

E' capitato molte volte che mi sentissi sedotta dall'assenza di una città mediterranea, grazie ad una certa luce calda e ad un certo vento profumato di spezie, anche se, paradossalmente, quello che mi stava accarezzando era invece lo scorcio di cielo e sole che andava a scaldare una città del nord al tramonto. Allo stesso modo, in altre circostanze non ho percepito il calore dorato e brillante incontrato nei paesaggi nordici neppure trovandomi sulle spiagge del sud, ma ho rivisto le aristocratiche austerità e le luci taglienti delle città settentrionali nelle più accoglienti e morbide terre del mezzogiorno.

Questo strano scambio di Genius Loci che mi permette di bearmi del sapore delle terre provenzali anche in Grecia o di ritrovare una strada di Parigi in sud America, passando dalla Spagna al Portogallo, dall'Italia alla Svezia mi ha sempre sorpresa...ed alla fine mi ha fatto ritornare, sempre più convinta, alla mia inveterata credenza che, realmente, qualche volta, si è più veri quando si racconta una bugia...

 

 


D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie,

ma la risposta che dà ad una tua domanda.

- Italo Calvino -

 


 

 
Rispondi al commento:
woodenship
woodenship il 26/11/20 alle 03:13 via WEB
Ho sempre pensato che, un luogo, per esser vivibile, deve ispirare anche una certa familiarità. Un luogo in cui ci si possa sentire come a casa propria.E questo non succede ovunque. Certo, ci sono i nonluoghi in cui tutti riescono a starci. Un po'come quegli enormi centri commerciali in cui, lo sfarzo e lo sforzo di addobbarne gli spazi in modo da renderli accoglienti, finisce per renderli privi di quella connotazione di familiarità che dovrebbe permetterci di starci ristretti, pure in una forzata residenza.Come ci capita di questi tempi in cui, davvero ci si ritrova compressi tra una passeggiata ai giardinetti, oppure quattro passi per il super. E qua sopravviene,ricorrendo anche alla resilienza intellettuale soprattutto, quella torsione cerebrale che cerca di sfruttare le quattro mura, per sfuggire allo strangolamento della fantasia e del pensiero. Ma, in questi casi, forse può ancor di più il freddo: oltre ad essere detenuti, si è anche infreddoliti, a furia di ritrovarsi riscaldati a bagnomaria. Certo, il silenzio che strangola i rumori della vita notturna è lo stesso che dovrebbe permetterci di non lasciarci soffocare nella culla l'ispirazione. E' per questo che, sebbene nel gelo, vado ad invidiare le papere del laghetto, nelle loro baruffe chiozzote: loro non hanno freddo. Non soffrono nemmeno il lockdown filosofico. Semplicemente si accapigliano tra mille spruzzi beccandosi fuori dalla grazia di dio. Sai, non le pensavo così litigiose e violente, oltre ogni possibile bullismo, tra di esse sono botte da orbi! Perdona questa parentesi pennuta, mia dolce fanciulla. é che mi serve per dirti di quanti spazi e di come questi possano ridursi in modo vertiginoso, al punto da somigliare sul serio agli ergastolani... oppure a dei vecchi che ormai hanno quei passi limitati e quei luoghi registrati, che assicurano loro una sopravvivenza. In ultimo: la frase di Calvino stupendamente veritiera! Sì, è vero, di ogni città che ho visitato, ho in me la domanda alla quale qualcuna di queste ha saputo rispondere. Così ho città nell'anima che mi hanno fatto sentire a casa mia. Ed altre in cui mi sono sentito in un non luogo, preda dello spirito che falsifica e repelle quel corpo estraneo che ci si sente in quel luogo..........Un bacio scintillante di stelle........W......
 
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