La mano sul volante è più leggera del solito, come la sua testa. Le azioni liberatorie del giorno prima lo hanno fatto quasi ringiovanire, come se il punto interrogativo gigante che adesso gli lampeggia in testa fosse il suo nuovo punto di riferimento. Ricominciare, facendo un passo alla volta. Sistemare tutto il caos accumulato negli anni, raddrizzare le cose storte dentro e fuori la sua testa.
Mentre guarda il traffico, gli viene in mente la frenesia, l'isterismo che gli prendeva quando ne rimaneva bloccato. La paura di perdere 5 minuti. Ogni minuto risultava essere cruciale. Per funzionare bene doveva diventare un orologio perfetto. Essere padrone del tempo. A volte doveva inventare il tempo, ma non sempre risultava essere sufficiente. Le troppe cose da pensare contemporaneamnte lo facevano impazzire, a volte si accorgeva di essere immobile, con la testa annebbiata, lo sguardo fisso, senza sapere cosa fare, senza sapere da che parte voltarsi.
La strada si fa sempre più libera, e l'aereoporto si avvicina. Lorenza sta per atterrare. Le vacanze con l'amica si sono concluse, e mentre si appresta a raggiungerla si accorge che non le è mancata poi così tanto. Ma si tratta forse solo di un pensiero consequenziale alle nuove posizioni prese.
Mettere ordine significa anche cercare di capire, arrivare alla verità delle cose, all'essenza. Eliminare le abitudini e dare spazio alla propria anima.
Infila l'auto nel parcheggio, una volta messi i piedi per terra gli prende quello stato d'animo solito di quando si trova in un areoporto. Quel senso di paura, paura dell'immenso, paura delle immense possibilità della vita, le infinite direzioni.
Lorenza è appena atterrata, non sa ancora niente delle decisioni di Valerio. Nemmeno immagina ci sia lui ad aspettarla.
Lei e ed Elisa hanno trascorso due settimane in Marocco. La sua pelle chiara non si è abbronzata molto... troppe escursioni e poca spiaggia.
E' gia con i bagagli in mano quando vede Valerio; le si accende un sorriso automatico, la sua apparizione le ricorda che le ferie sono davvero finite, è ora di ricominciare a scorrere, ritornare con i piedi per terre.
Si salutano con la mano, da circa venti metri, lei si ferma ad aspettarlo, per farsi prendere una borsa. Con un bacio rapido si sfiorano le labbra, mentre continuano a sorridere e le prende una valigia.
Alla fine aiuta anche Elisa, quasi non la conosce eppure non sente questa necessità, probabilmente nemmeno si ricordano i rispettivi nomi.
L'auto corre silenziosa con in sottofondo la musica bassa della radio. Poche domande e banali risposte sul viaggio rendono ancora più liscio il percorso. Una piccola deviazione per portare a casa Elisa allunga le distanze tra Lorenza e Valerio. Il cielo ha quasi voglia di piovere, ma non lo farà. Forse vuole rimanere incerto ad incorniciare lo scenario di nuove rivelazioni, nuovi orizzonti da scrutare, strade nuove da percorrere. Passaggi obbligati si stanno creando e nessuno può scansarli.
Lorenza è sorpresa e titubante, vederlo le ha fatto piacere e allo stesso tempo la inquieta. Vede nello sguardo di Valerio qualcosa di diverso. Uno sguardo meno pesante, sembra addirittura rilassato e questa è una cosa nuova. Sembrano non esserci più i pensieri a 360 gradi che di soliti lo attanagliano, quasi a formargli un alone immaginario. Lui le accenna del locale. Ne parla vagamente in modo disinteressato e un po' si sente protetto dalla presenza di Elisa. Uno scudo naturale per discutere di cose vaghe. Le parla di venerdì sera, aggiungendo dettagli insignificanti per rendere l'argomento non proprio interessante, quasi a dissuaderla a seguirlo.
Arrivano davanti casa di Elisa, lei scende, Valerio le prende le valige.
- Ti serve una mano? Te le porto in casa...
- Grazie... Avete già fatto molto per me...
Scende anche Lorenza, le dà un bacio sulla guancia, arrossiscono entrambe. Sembrano sul punto di abbracciarsi... non lo fanno.
Le porte si richiudono, l'auto parte, accelera... è gia sparita dalla vista di Elisa.
(S. la settimana senza tempo, con troppo tempo... e troppi pensieri tutti insieme...)
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