EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°472 pubblicato il 08 Maggio 2014 da enodas
Non avevo mai visto la rievocazione storica di una battaglia. Anche se mi sarebbe piaciuto e, visto dove mi trovo, da un po' tengo d'occhio una data importante dell'anno prossimo. Ma i bicentenari delle battaglie napoleoniche, le ultime, si rincorrono. E' così che mi sono trovato a Hoogstraten, un paesino belga piccolino al confine con l'Olanda. Qui, e nei villaggi dei dintorni, nel 1814, si affrontarono le truppe francesi e quelle della coalizione europea che cercava di disinnescare la carica napoleonica. Non c'é molto che sappia, così come non c'é molto da dire su una di queste battaglie che sono cadute nel silenzio sotto la polvere dei libri di storia. So solo, perché l'ho sentito di sfuggita, che si fronteggiarono 5000 francesi contro 6000 avversari. Nascosti tra l'erba, alta e verdeggiante di una domenica di inizio maggio, queste figure riemergono e si materializzano. Sparano i cannoni, colpi sordi in sequenza, e l'aria si riempie di fumo, la vista si accorcia di fronte ad un muro grigio impenetrabile. Poi, le truppe iniziano a muoversi, lentamente, avanzano in blocco. E' qualcosa difficile da comprendere, come facessero, come avanzassero, se davvero era così, per battaglioni schierati, caricare-mirare-sparare, e poi attendere che il turno passasse all'avversario. Difficile comprendere l'evolversi della battaglia, tra ritirate ed avanzamenti, per quanto in miniatura rispetto alla tragedia originale.
Quello che vedo sono le immagini di un film, le divise colorate, ogni battaglione il proprio colore, e le esplosioni di baionetta che presto le avvolgono dentro una nube di nebbia. Così, rimangono solo le estremità appuntite, brillanti tra un riflesso e l'altro che penetra l'aria densa, le lame scintillanti dei cavalieri che si muovono al galoppo, sferragliano nell'aria, impattando una contro l'altra. Dietro, invece, segue un tamburino, avvolto nel fumo, anche lui, confuso tra i fili d'erba. Mi viene in mente la figura descritta da De Amicis, come me la narrava la mamma, molto tempo fa. Perché così, alla fine, saranno apparse pure le Guerre di Indipendenza, quelle che aprivano una pagina dopo l'altra del sussidiario e che mi passano davanti alla mente come il ricordo improvviso, un lampo, degli studi di storia.
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