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la musica, suonare il pianoforte, suonare il mio violino, la luce del tramonto, ascoltare il mare in una spiaggia deserta, guardare il cielo stellato, l’arte, i frattali, viaggiare, conoscere e scoprire cose nuove, perdermi nei musei, andare al cinema, camminare, correre, nuotare, le immagini riflesse sull’acqua, fare fotografie, il profumo della pioggia, l’inverno, le persone semplici, il pane fresco ancora caldo, i fuochi d’artificio, la pizza il gelato e la cioccolata


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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Post n°618 pubblicato il 08 Aprile 2016 da enodas

 

 

 

"Disegnava rapidamente, ridendo e spiegando anche a se stesso: le cose che non stavano ritte, i tetti che s'aprivano, la folla che ondeggiava, la vita, la vita dappertutto... Ecco fatto. Era charissimo. Non é vero? ..."

Veloce. Veloce. Come un bolide che mi sfreccia accanto. O come una macchina diabolica che si scompone in forme pure, il cui funzionamento dipende dall'incastro perfetto delle une nelle altre. Movimento. Che risucchia dentro al quadro. Dentro, per l'appunto. Vortice, rumori, energia esplosiva. Tutto, come un polo magnetico, attrae lo sguardo come ad ipnotizzarlo, sempre più vicino, con una forza sempre maggiore. Quasi ebbro, come della forza di una strada illuminata nella notte, o quella di un atleta in movimento, oppure nella figura della madre che si dissolve, oppure ancora nelle lance puntati di cavalieri al galoppo. Dinamismo, movimento, parole astratte di un concetto che si fa concreto, catturato, forse intrappolato, tra disegni ad acquerello e tele dai colori luminosissimi.

"Voglio sintetizzare le forme uniche della continuità nello spazio.
Voglio fissare le forme umane in movimento.
Voglio dare la fusione di una testa col suo ambiente.
Voglio dare il prolungamento degli oggetti nello spazio.
Voglio modellare la luce e l’atmosfera."

 

 

Questa era la fine, le ultime sale. Quelle più interessanti ai miei occhi profani, e quelle che avevo in mente. La prima parte della mostra su Umberto Boccioni, invece, era scorsa veloce, molto, alla ricerca di connessioni ed una organizzazione che lasciava una sensazione un po' amara, perché sembrava che dietro ogni sezione mancasse veramente qualcosa. Ma forse, colpa anche mia, e delle mie aspettative, non lo so, rileggendo i toni descrittivi ripescati qua e là. Per me, una mostra attraente a metà, forse troppo tardi, verso la fine. Un senso di incompiuto che veniva compensato, almeno in parte, con il passaggio - incluso nel biglietto - tra le sale dell'attiguo Museo del Novecento.
Tra le cose più interessanti, in mostra c'erano delle tavole, o fogli, di raccolta di immagini, fonti di ispirazione, studio, come in un album di un secolo fa: una cosa che mi ha fatto sorridere, pensando alle mie cartoline. Infine, entrato, anzi proiettato, nel Futurismo, questa scelta di collezione e studio, ricompariva
sotto forma di articoli e proclami organizzati in fogli tematici. Leggendo a caso, alcuni passaggi emergevano con la loro forza volutamente arrogante, o con il senso stesso delle parole, specchio di un'epoca che si affacciava senza vera consapevolezza al disastro di una guerra che avrebbe decretato, tra le altre cose, la fine di un'epoca e di una cultura. La guerra delle parole, quello che é stato il tema del mio esame di maturità: a questo mi riportavano questi ritagli di giornale. Vanno rilette, nella loro delirante euforia, a mio parere, osservando il presente, rabbrividendo al pensiero di quel significato latente che non é poi tanto lontano.

 

"...I più grandi (o per dir meglio i meno piccoli) quali ad esempio Giotto, Michelangelo, Tintoretto, ecc., essa si sgretola completamente, poiché in essa l'Illustrazionismo fu la più forte ragione di successo universale..."

"...Col lirismo sintetico essenziale, coll'immaginazione senza fili e le parole in libertà nasce la vera poesia, che non esisteva prima. Col nostro Dinamismo pittorico nasce la vera pittura, che ugualmente non esisteva.
Strafottenti come sempre, noi futuristi continueremo a demolire e a creare, convinti di avere tutte le ragioni e, finora, tutte le verità.
L'arte del passato deve essere considerata come una grande baggianata a base di morale, di religione, di politica. Solo coll'arte futurista nasce l'ARTE."

 

"Dopo aver giuocato distrattamente, a piccole puntate, coll'arte, coll'amore o colla politica, essi sentono oggi la necessità di rischiare tutto in un colpo solo, nel gran giuoco definitivo della guerra...
[...] La Guerra esautorerà tutti i suoi nemici: diplomatici, professori, filosofi, archeologi, critici, ossessione culturale, greco, latino, storia, senilismo, musei, biblioteche..."

"...Noi futuristi abbiamo sempre considerato la Guerra come unica ispirazione dell'arte, unica morale pacificatrice, unico lievito della pasta umana. Soltanto la Guerra sa svecchiare, accelerare, aguzzare l'intelligenza umana... [...] per una nazione povera e prolifica la guerra é un affare...

 

 

"A cento anni dalla morte di Umberto Boccioni (1882-1916) Milano celebra con una grande mostra l'artista del Futurismo, indiscusso protagonista dell'Avangiardia italiana. La sua geniale soluzione nel rappresentare visivamente il movimento e le sua ricerca sul rapporto tra oggetto e spazio hanno influenzato fortemente le sorti della pittura e della scultura del XXI secolo.

Un’occasione unica per scoprire i più importanti dipinti e sculture dell'artista, ma anche dei principali protagonisti della cultura a lui contemporanea, insieme ad un’ eccezionale selezione di 60 disegni di Boccioni provenienti dal Castello Sforzesco di Milano.  Ricca di novità, la mostra racconta il percorso artistico di Boccioni, la sua fama internazionale e la sua attività milanese,  alla luce anche di inediti documenti riemersi.

[...]

Cuore della mostra, sviluppata in ordine cronologico e per nuclei tematici, l'eccezionale corpus di disegni di Boccioni provenienti dal Castello Sforzesco, insieme a scritti e documenti inediti riscoperti di recente, nei quali il percorso stilistico dell'artista è riconoscibile in tutte le sue fasi di maturazione: dalla formazione divisionista, simbolista ed espressionista, che guarda nel contempo alla tradizione classica, rinascimentale e barocca e alle coeve correnti figurative europee, fino all'affermazione del Futurismo.

I disegni preparatori e i documenti esposti saranno affiancati alle opere pittoriche e plastiche di Boccioni e ad alcuni modelli che li hanno influenzati, esempi a volte inaspettati di una cultura figurativa che spazia dal XV secolo alla contemporaneità (Giovanni Ambrogio De Predis, Albrecht Dürer, Sir Frederic Leighton, Jacques Emile Blanche, Giacomo Balla, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Carlo Fornara e altri ancora)..."

(dall'Introduzione alla Mostra)

 


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