EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°681 pubblicato il 14 Marzo 2017 da enodas
Quando sono atterrato non ci avevo fatto caso. E’ stato guardando fuori dal finestrino e scorgendo i profili dei pini marittimi che ho davvero realizzato di essere in Italia e di essere tornato a Roma. In quel profilo, d’improvviso, ho identificato tutto ciò che mi piaceva nel trovarmi lì.
Ho visitato due luoghi belli ed affascinanti in questa domenica romana. Sono giunto a Tivoli, a Villa d’Este, ascoltando madrigali d’epica cortese e note pirotecniche estratte sul pianoforte da mani gigantesche. Tutto ruotava attorno a quei giochi d’acqua, un giardino incantato, così sembra, come spettacolare è la vista che da qui si gode sulla campagna romana. Ho trattenuto il fiato, come il tempo incero che rimaneva sospeso all’orizzonte. E, seguendo decorazioni a grottesca, sala per sala, all’ombra di gesta eroiche e racconti epici, riecheggiavano note di musica e si riaffermava lo smisurato potere dei principi di Roma.
“Oh gran bontà de’ cavallieri antiqui!
“…Vi sono già zone della mia vita simili alle sale spoglie d'un palazzo troppo vasto, che un proprietario decaduto rinuncia a occupare per intero…”
Sono sceso a Villa Adriana. E la sensazione che mi ha preso, in questo labirinto di rovine eleganti che potrebbero benissimo essere un’intera città romana, questo silenzio impresso nei ruderi, riflesso nell’acqua e protetto dai pini, mi è suonata come un’antica narrazione di solitudine. Questo ho pensato, nell’immaginare cosa sorgesse tra questa immensa distesa di ulivi, forse al posto di questi stessi ulivi. Era un silenzio di pace, una luce tranquilla che riscaldava il terreno umido di pioggia. Eppure, attraverso i secoli, mi trasmetteva questo tocco gelido di solitudine.
“…Mi dicevo che è vano sperare, per Atene e per Roma, quell’eternità che non è accordata né gli uomini né alle cose, e che i più saggi tra noi negano persino agli dei. [...]
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