EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°772 pubblicato il 29 Settembre 2018 da enodas
"...nell'Arzana de' Viniziani ché navigar non ponno, e in quella vece chi ribatte da proda e chi da poppa
Anche se per qualche attimo soltanto, ho vissuto Venezia come raramente mi era capitato. Di notte, innanzitutto. Camminando la sera, attraverso passaggi che lentamente diventavano quasi familiari, passando da un punto all'altro, quasi nell'illusione di vagare liberamente, lasciando da parte ogni meta. Mi sono tornate alla mente notti lontane di carnevali passati, ricordi che leggermente sbiadiscono come quelle amicizie e quegli affetti che li accompagnano.
Sembra incredibile che i soli ricordi di questo luogo siano quelli di un bambino. Eppure, non sono l'unico, come mi racconta una veneziana che dalla "terraferma" oggi lavora qui. E come lei, ho negli occhi il vetro rovente che si trasforma in cavallino e quell'alone di magia che ormai sembra perdersi in una fermata di pochi secondi, due parole e via, a far scorrere una nuova ondata di turisti. Come mi racconta la Veneziana "di campagna" quella poesia sembra essersi persa, venduta a logiche nuove e commerciali, e ad un modo di fare a volte brusco e sbrigativo che un po' ovunque ho sperimentato in questi giorni. Ciò che non ricordavo erano i colori, così lucidi e vivi, il calore del sole che si insinuava di luce tra i canali, ed una sensazione di pace e silenzio. Un'isola quasi nascosta, attraversata da acque verdi come smeraldo e riflessi di vetro.
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