EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°889 pubblicato il 03 Dicembre 2021 da enodas
Senza perdere la tenerezza. E' il frammento di una frase a cui mi aggrappo. Oggi come in altri momenti più o meno sconfortanti di questi giorni. La stanza, vuota e gelida mi rimbomba nell'anima. Mantengo lo sguardo fisso su un barattolo colmo di penne tutte uguali e tutte con la punta verso il basso. E cerco ad ogni costo di sopprimere anche fosse una sola lacrima. Il vento sbatte contro la parete di vetro, feroce e gelido lungo la strada, che pedalare é uno sforzo anche solo da immaginare. Il primo feroce morso d'inverno sembra essere oggi. La parete candida a lato si interrompe su un quadro astratto posato a terra che stona con l'ambiente, sia per soggetto che per dimensioni, e che mi infastidisce alla vista. Figure abbardate nel vento si muovono alle mie spalle, oltre il vetro, continuando un pomeriggio anonimo che prelude al fine settimana. Ascolto il ticchettio di un orologio che centellina ogni secondo. Ed ancora mi perdo nella parete bianca e muta che ho di fronte. Ancora, mi aggrappo a queste parole, trovate un giorno nel contesto più impensabile. Se non preservo almeno un tocco gentile, nel mio cuore, mi ripeto, come potrò mai salvarlo. Anche a costo di lasciar credere che questa sia una debolezza. E probabilmente lo é, nella mia incapacità di lasciar andare le cose. Tra rabbia e frustrazione. Come di fronte ad un mare, un giorno di sole, finalmente caldo ed impregnato di colori intensi, attesi da anni, in un angolo recesso di ricordi, di fronte a tanta bellezza che mani d'ombra già stavano strappando via. Stavo allungando passi in salita, sul costone del vulcano, mentre frammenti di isole spuntavano via via all'orizzonte soltanto per sparire nell'azzurro che diventava tramonto. Non potevo immaginare una cornice più bella, e invece mi trovavo a perdermi nel tramonto più triste. Il vento feroce continua a sentirsi, oltre la parete di vetro opaco alle mie spalle che mi separa dalla strada, mi ferisce con la sua indifferenza per il mio mondo piccolo e insignificante, per ogni secondo scandito da un orologio che forse soltanto immagino nella mia mente, per ogni lacrima che violentemente mi ripeto di non versare, per ogni volta che mi aggrappo ad una parola.
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