EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°891 pubblicato il 23 Dicembre 2021 da enodas
Gli uffici vuoti fanno una certa sensazione. Quelle poche volte che sono andato fisicamente, in questi ultimi due anni, hanno sempre lasciato la stessa immagine, di un luogo silenzioso e quasi onirico che quasi pareva una cattedrale eretta nel deserto. Ancora più la sera, io che già in passato uscivo spesso tardi ed i corridoi di per sé erano in buona parte svuotati, e flebili lampi di attività si percepivano come un brusio nelle zona ristorante o in un'ombra che si muoveva dietro una finestra illuminata. Era il momento che preferivo, assaporare il silenzio e la calma di fine giornata. Adesso, questo silenzio é perenne, in questo labirinto di uffici e corridoi che rimangono vuoti e silenziosi laddove prima a volte ci si trovava a vagare alla ricerca di una sedia ed una scrivania lasciati liberi. Le prime volte che ero tornato avevo provato quasi un senso di orgoglio per lo spirito di adattamento e l'organizzazione, per i segnali alle pareti così come sui pavimento, dove l'innovazione continuava a distanza di sicurezza e la conoscenza non aveva limiti. Poi questa nuova quotidianità, unita ad altro, ha cancellato questo slancio positivo. Così, rieccomi qui, a pochi giorni da Natale, a percorrere questi corridoi, magari con un motivo in più per guardare al calendario e fermarmi, prima di uscire - probabilmente un'ultima volta quest'anno - passando da un punto all'altro di questo spazio mastodontico che in qualche modo si riconnettono ad una normalità che sembra ormai lontana e dimenticata, tanto da sembrare quasi sconosciuta. E ripetere percorsi che allora significavano altro, spezzavano la giornata, erano un incontro. Provo un tremendo senso di malinconia per alcune di queste cose, soprattutti quando allacciano ricordi con una persona in particolare. E' tutto scomparso, ora, nel silenzio e nel deserto, nell'assenza di lei, nella mancanza di tutto ciò che prima era una familiare normalità.
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