EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°33 pubblicato il 28 Marzo 2008 da enodas
What a wonderful world... Ero a Monaco qualche giorno fa – la sera di Pasqua per essere precisi – ... stretto nella morsa di gelo improvvisa che ha accompagnato i miei giorni nel sud della Germania, aspettavo tremante difronte all'ingresso della birreria più grande della città (e non solo da quello che so...) che mia sorella scegliesse una maglietta che le piaceva all'HardRock Cafè che si apriva proprio sull'altro lato della strada. Osservavo la gente che passava veloce per sfuggire al freddo pungente e chi invece faceva la spola tra i locali aperti lungo la via, udendo le tante voci italiane e distinguendo i bambini avvolti nelle sciarpe del Bayern... all'ingresso della birreria alcune persone vestite con i tipici abiti bavaresi, in manica di camicia, sfidavano il freddo o cercavano di ristabilirsi dal torpore di lunghe bevute, mentre i ragazzi si davano appuntamento davanti al grande portone. Mentre notavo una ragazza aspettare con una punta di impazienza camminare avanti e indietro sotto l'arcata di ingresso, pensavo a questa città, a quanto mi piaccia, a come ogni volta mi sembri “mediterranea”, al fatto che non mi dispiacerebbe vivere qui, a come sarebbe la mia vita qui... E allora mi rendo conto che questa è una domanda che mi pongo spesso quando arrivo in qualche posto... quando vi passo, quando me ne devo andare... quando trovo una città che mi fa sentire bene... è come lasciarci un pezzettino del mio cuore, e ogni volta penso se e quando ci tornerò... Immagino, sogno... mi vengono in mente posti che ho visto e che avrei voluto vivere ed altri che mai non ho visto... – rivedo il caos unico del Cairo addossata al deserto, all'ombra delle piramidi, la musica che permea l'aria di Salisburgo, il calore sanguigno dell'Irlanda, immagino l'eleganza e la vita frenetica di luoghi come Londra o New York, e altro ancora... – ma poi la realtà come sarebbe veramente, come mi troverei... Guardo dove sono ora e mi rendo conto che è la stessa cosa... le città attraversate dai canali, le case tipiche del paesaggio fiammingo, i mulini, il paesaggio che sembra la continuazione di un quadro di Vermeer... eppure vedo che non sono tranquillo, mi sento spaesato, sento che il mio mondo è altrove, non riesco e non voglio staccarmi da tante cose, piccole e grandi, semplici e complicate... Rifletto sul lavoro, e comunque vedo che ci sono ombre, che sotto certi aspetti ne sono deluso... penso ad un collega che non mi parla da sei mesi e che invece dovrebbe lavorare con me, a critiche ricevute per delle sciocchezze da persone che nemmeno sanno di cosa stanno parlando... mi domando se gli amici che si hanno non rischino di essere solo compagni di viaggio di cui si perdono le tracce una volta imboccata un'altra strada... insomma, non è niente di diverso che da altre parti... le persone che si incontrano, le situazioni che si affrontano non sono poi così diverse... e allora, ne vale la pena? cosa mi spinge a viverle lontano da dove sento me stesso? Mi domando quanto questo dipenda da me, dal mio modo di pormi e di vivere ciò che mi accade, dalla mia irrequietudine... Mille vite, mille posti, affascinato da ciò che immagino... ma poi cosa sarebbe in realtà? In fondo la nostra casa è dove sta il nostro cuore... Tornato... stanco, crucciato per alcuni episodi accaduti proprio prima di partire, piegato da un'influenza che, ironia, mi ha rovinato gli ultimi momenti disponibili a casa e mi ha messo sull'aereo imbottito di medicine... forse dovrei veramente pensare a guardare un po' altrove, provare a cercare, anche se mi dispiace mollare qualcosa che non si è portato a termine... anzi, mi da quasi fastidio... ma ho paura di perdere del tempo, temo che diventi veramente un sacrificio e mi chiedo se non sia il caso di ricambiare... e penso di aver spiccato un balzo troppo lungo per il mio modo di sentire... stanco e indeciso, come spesso mi accade, ad osservare le lancette dell'orologio marcare il tempo... |
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