EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Non mi piace
l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Messaggi di Maggio 2014
Post n°475 pubblicato il 22 Maggio 2014 da enodas
Ho il passaporto sul tavolo... ...via, per qualche settimana... |
Post n°474 pubblicato il 19 Maggio 2014 da enodas
Dopo dieci anni di beffe ed infortuni... ho vinto il fantacalcio!!
La pagina sportiva - Notizie dall'estero: la Lega si tinge d'arancione
Mister, congratulazioni, l'anno scorso obbiettivo sfumato in extremis, quest'anno é andata bene...
Certo, il girone perfetto... In Europa il nuovo record é 102... E poi, invece, improvvisi black-out... Parliamo della rosa. Un attacco stratosferico, lo dicono i numeri. L'uomo in più? Anche se questo ha significato l'addio a DiNatale... Progetti per il futuro? Nel frattempo, gli Oranje fanno festa (foto a fondo pagina) per questo risultato. Questo influenzerà i suoi sentimenti per il mondiale?
Abbiati, Mirante, Amelia |
Post n°473 pubblicato il 12 Maggio 2014 da enodas
Ho scattato questa foto qualche settimana fa in un museo d'arte moderna. Quello che ho pensato nel momento stesso era il titolo di questo blog ed un po', credo, la mia voglia di scrivere qui, per quanto resti possibile. Il mio mondo. Ecco, non so bene perché, ma in realtà non é qualcosa a cui saprei dare effettivamente immagine. Potrei sprofondare in mondi infiniti di note, senza più farmarmi.
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Post n°472 pubblicato il 08 Maggio 2014 da enodas
Non avevo mai visto la rievocazione storica di una battaglia. Anche se mi sarebbe piaciuto e, visto dove mi trovo, da un po' tengo d'occhio una data importante dell'anno prossimo. Ma i bicentenari delle battaglie napoleoniche, le ultime, si rincorrono. E' così che mi sono trovato a Hoogstraten, un paesino belga piccolino al confine con l'Olanda. Qui, e nei villaggi dei dintorni, nel 1814, si affrontarono le truppe francesi e quelle della coalizione europea che cercava di disinnescare la carica napoleonica. Non c'é molto che sappia, così come non c'é molto da dire su una di queste battaglie che sono cadute nel silenzio sotto la polvere dei libri di storia. So solo, perché l'ho sentito di sfuggita, che si fronteggiarono 5000 francesi contro 6000 avversari. Nascosti tra l'erba, alta e verdeggiante di una domenica di inizio maggio, queste figure riemergono e si materializzano. Sparano i cannoni, colpi sordi in sequenza, e l'aria si riempie di fumo, la vista si accorcia di fronte ad un muro grigio impenetrabile. Poi, le truppe iniziano a muoversi, lentamente, avanzano in blocco. E' qualcosa difficile da comprendere, come facessero, come avanzassero, se davvero era così, per battaglioni schierati, caricare-mirare-sparare, e poi attendere che il turno passasse all'avversario. Difficile comprendere l'evolversi della battaglia, tra ritirate ed avanzamenti, per quanto in miniatura rispetto alla tragedia originale.
Quello che vedo sono le immagini di un film, le divise colorate, ogni battaglione il proprio colore, e le esplosioni di baionetta che presto le avvolgono dentro una nube di nebbia. Così, rimangono solo le estremità appuntite, brillanti tra un riflesso e l'altro che penetra l'aria densa, le lame scintillanti dei cavalieri che si muovono al galoppo, sferragliano nell'aria, impattando una contro l'altra. Dietro, invece, segue un tamburino, avvolto nel fumo, anche lui, confuso tra i fili d'erba. Mi viene in mente la figura descritta da De Amicis, come me la narrava la mamma, molto tempo fa. Perché così, alla fine, saranno apparse pure le Guerre di Indipendenza, quelle che aprivano una pagina dopo l'altra del sussidiario e che mi passano davanti alla mente come il ricordo improvviso, un lampo, degli studi di storia.
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Post n°471 pubblicato il 04 Maggio 2014 da enodas
Sono solo pochi passi e l'aria riempie i polmoni. Fresca ed umida, densa d'acqua. Mentre sopra, la via si chiude, il cielo sparisce, ben oltre la coltre di nuvole che da tutto il giorno appare e scompare. Mentre le foglie scricchiolano. Ad ogni passo, anche se in realtà é primavera. Ed io cammino, qualche altro passo, scendo un viale tracciato, una strada tra il verde dei pioppi, qualche sequoia, e l'azzurro. Delle fate, degli elfi, degli ultimi giorni d'aprile. Di un alito di vento che sembra quasi un sussurro. Whispering. Da dove venga, mi piace immaginare sia davvero un lieve respiro portato dai giacinti selvatici che ancora ondeggiano quando mi rigiro a guardarli. E piano piano si apre il sottobosco, come un mare incontaminato che non é consentito sfiorare. Tanto che mi sembra di riconoscere un luogo, un angolo, un ramo scarnito e scheletrico che passa ad arco sul terreno per poi fondersi nuovamente nell'onda azzurra che l'ha lasciato respirare, anche solo un attimo, che tuttavia sembra fissato nel tempo, se tornando l'ho trovato così come era.
Lo chiamano davvero bosco delle fate. Eppure sembra non sia poi così conosciuto. Lascio sia lo sguardo a correre, su ogni segno d'azzurro che copre il suolo, fin dove una punta di bianco spunta, quasi per scherzo. Quasi una nota di colore, uno direbbe. Emerge. Oltre un palcoscenico che scintilla sullo sfondo indefinito. A livello del terreno. Profumo di pioggia, e la terra che rimane umida. Ed umida affonda la mano nei ricordi, nella suggestione di un colore che non é colore, nella penna che scriveva, oggi come allora, sussurrando al silenzio, come una voce nascosta, nel bosco delle fate.
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