EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Messaggi del 04/05/2014
Post n°471 pubblicato il 04 Maggio 2014 da enodas
Sono solo pochi passi e l'aria riempie i polmoni. Fresca ed umida, densa d'acqua. Mentre sopra, la via si chiude, il cielo sparisce, ben oltre la coltre di nuvole che da tutto il giorno appare e scompare. Mentre le foglie scricchiolano. Ad ogni passo, anche se in realtà é primavera. Ed io cammino, qualche altro passo, scendo un viale tracciato, una strada tra il verde dei pioppi, qualche sequoia, e l'azzurro. Delle fate, degli elfi, degli ultimi giorni d'aprile. Di un alito di vento che sembra quasi un sussurro. Whispering. Da dove venga, mi piace immaginare sia davvero un lieve respiro portato dai giacinti selvatici che ancora ondeggiano quando mi rigiro a guardarli. E piano piano si apre il sottobosco, come un mare incontaminato che non é consentito sfiorare. Tanto che mi sembra di riconoscere un luogo, un angolo, un ramo scarnito e scheletrico che passa ad arco sul terreno per poi fondersi nuovamente nell'onda azzurra che l'ha lasciato respirare, anche solo un attimo, che tuttavia sembra fissato nel tempo, se tornando l'ho trovato così come era.
Lo chiamano davvero bosco delle fate. Eppure sembra non sia poi così conosciuto. Lascio sia lo sguardo a correre, su ogni segno d'azzurro che copre il suolo, fin dove una punta di bianco spunta, quasi per scherzo. Quasi una nota di colore, uno direbbe. Emerge. Oltre un palcoscenico che scintilla sullo sfondo indefinito. A livello del terreno. Profumo di pioggia, e la terra che rimane umida. Ed umida affonda la mano nei ricordi, nella suggestione di un colore che non é colore, nella penna che scriveva, oggi come allora, sussurrando al silenzio, come una voce nascosta, nel bosco delle fate.
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