EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Messaggi del 05/12/2014
Post n°512 pubblicato il 05 Dicembre 2014 da enodas
C'é un fiume a Valencia, che attraversa la città e, tra un paio di curve, arrive ino al mare. E' un fiume verde, perché l'acqua non c'é più, deviata dopo un'alluvione disastrosa, un parco lungo chilometri, sottoelevato, sormontato da ponti, che respira all'unisono con chi abita qui.
Almeno così, la sera nel centro. Gioia di vivere. Credo anche più di quanto possiamo intenderla noi. Nelle strade, nel clima mite che riempie i tavoli fuori, sui marciapiedi e nei vicoli, così come nelle piazze. Quelle stesse che si riempiono di figure danzanti in abiti tradizionali. Di fronte al profilo di chiese che, quasi agglomerate una sull'altra, preservano nascosta una fede profonda.
Forse é un'astronave. O il profilo di un'onda. O forse la volta scheletrica di una cattedrale. O forse un occhio che mi fissa, ancora più profondamente quando si accende nella notte. Al termine di quel fiume verde c'é qualcosa di strabiliante. Una selva di linee che mi seguono, mi catturano, mi conducono attraverso un mondo fantastico. Un mondo di acqua, di terra, di cielo e di spazio profondo. Perché é mano umana quella che disegna, nello spazio tridimensionale, ma é natura, innata come la conosciamo, quella che vi interpretiamo. Muta, continualmente, con la luce del giorno ed i colori della notte, quasi estraendo dalla mente stessa le sue forme, rievocate, così, in una tela nella quale mi muovo, io, in prima persona, diventando sempre più piccolo man mano che mi avvicino, riflettendendomi su un pelo d'acqua stesa ad arte, come uno specchio, e poi un altro ancora, perché tutto ciò che vedo si moltiplichi, in un'altra dimensione, quella che non esiste, un mondo sottosopra che esalta le simmetrie, ritrasforma tutto quello che già avevo visto, sotto un disegno nuovo che era nella mia mente ma ancora non conoscevo.
Penso che questo sia un po' uno di quei luoghi dell'anima. Quando esco ed é buio, e tutto é illuminato ad arte. Quando le strutture bianche, i vetri scuri e le acque immobili risplendono su una cortina buia. Non fa freddo. Ed io cammino, piccolo così, come altre ombre che si muovono su uno sfondo candido, ogni voce é un brusio attenuato, e tutto questo spazio, questo silenzio che non é silenzio, si fondono nella bellezza di questo piccolo mondo nascosto sul letto di un fiume.
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