EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Messaggi del 12/06/2015
Post n°554 pubblicato il 12 Giugno 2015 da enodas
"Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio."
C'era un filo sottile che univa Parigi a Vienna. Una linea in due direzioni sulla quale scorrevano le luci della Ville Lumiere, il rivoluzionario approccio degli Impressionisti e lo stile di vita della città imperiale e la cultura mitteleuropea. Lungo questa strada si pose anche Gustav Klimt, ed il gruppo dei Secessionisti, in generale, testimoniando la loro rottura con la Scuola d'Arte tradizionale ed il proprio abbraccio a quell'arte totale che voleva “tutte le arti su un piano di parità, la pittura, la scultura, l’architettura, disegno, fotografia”. Laddove "tradizionalmente, a Vienna il primo posto spettava alla pittura. Poi era arrivata la scultura. E la fotografia non aveva importanza”. L'arte di Klimt nasceva da questo mondo, in trasformazione, espressione di una nuova era. I Secessionisti indagavano, scrutavano i ritratti, davano vita a donne dalla fragilità infinità o dalla sensualità estrema, addirittura mortale. Era la donna fatale, la donna nuova. Scrutava altera e conscia del proprio potere. L'arte di Klimt nasceva da lontano, da colori brillanti e dorati, mille ornamenti ed un rimando continuo all'arte antica, i profili egizi, le forme greche, gli sfondi bizantini. Fino quasi a scendere nel mondo dei sogni, dove figure sembrano fluttuare, sospese in un baratro, perse in un recesso dell'anima, un paesaggio che é un intrico di alberi, linee sottili che si perdono, come profili che si sovrappongono. Alla fine risplenderà, come l'oro prezioso che permea lo sfondo di un bacio, un abbraccio forse, che risplende, fuori dal tempo.
“Al tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”
Silenzio. Poche note, tremanti, salgono da un vuoto che é orizzonte imperscrutabile. Si alza un cavaliere. Sostenuto da quelle note, sempre più solide, sempre più forti, come pilastri che si reggono su un terreno ignoto, sconosciuto. Si arma, il cavaliere, condotto da ombre fluttuanti che ondeggiano nell'aria. Le stesse che quasi sembrano narrare, con il loro movimento, una storia drammatica. Mostri spaventosi, volti contratti, figure grottesche e paurose. E' una battaglia, quello scontro titanico, quasi impossibile, contro tutto quello che é malvagio nell'uomo, contro l'uomo stesso, le forze sovrannaturali. La senti, la musica. Un ingresso violento, note quasi impazzite. Sembra. Scivolano via, come l'attimo feroce della battaglia. Le figure fluttuano. Linee ridotte al minimo su sfondo candido, motivo decorativo di un fregio. La chiave é la musica, il suono di un'arpa, una ragazza che sembra una vestale in processione. Ed una calma infinita, come infinito sembra il canto spiegato. La forza dell'uomo, quel cavaliere bardato, non lo vedo ma sembra procedere nel buio più profondo dell'anima, laddove é sceso a combattere, soffrire, fin quasi cadere, accompagnato da quelle corde pizzicate che si annidano in un filo d'Arianna. Perché possa riemergere, spogliato delle armi, nella gioia di un bacio.
"Noi, esseri limitati dallo spirito illimitato, siamo nati soltanto per la gioia e la sofferenza. E si potrebbe quasi dire che i più eminenti afferrano la gioia attraverso la sofferenza." (Lettera di Beethoven alla contessa von Erdödy, 1815)
"...The Pinacothèque de Paris wishes to examine an essential aspect of Art Nouveau, which was developed in Vienna at the start of the 20th century under the name Secession. Gustav Klimt's part in the emerging of that movement is a major one. The artist's talent and brio, from his precocious start to his excessive decorative effects, where gildings and the emerging expressionism are dominant, are the foundations of a new period, which flowered in Vienna at the turn of the century. That artistic movement is, in fact, at the origin of the birth, a few years later, of one of the major currents in modern art, Expressionism. (dall'Introduzione alla mostra)
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