EnodasIl mio mondo... |
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Messaggi del 05/02/2016
Post n°599 pubblicato il 05 Febbraio 2016 da enodas
Chapter 4 - The Maharaja's Land and the Silk Road (2) 16,17 Novembre
Viaggiamo verso ovest, e verso il confine. Sempre più di frequente, ai lati della strada si riconoscono ingressi nascosti a basi militari. Una tensione silenziosa lentamente cresce, lungo questa strada che non è altro che una linea semidritta lanciata nel deserto. Il nostro guidatore mostra sul ciglio i cavi che arrivano alle varie basi disperse qua e là. Questo territorio, cui sono rimaste in dote dalla Storia povertà ed arretratezza, è luogo strategicoe di confine. Anche se la linea di separazione col Pakistan rimane un'entità lontana. L'esercito è potente e temuto, oltre ad essere una carriera remunerativa. Per me, l'immagine più bella e ripetitiva è scorgere gruppi di bambini lungo la strada che, a volte anche vestiti delle loro uniformi appena accennate, si dirigono a scuola.
Narra la storia che un giorno il governatore di Jaisalmer, uomo potente e crudele giunse qui, in questo angolo di deserto che mutava in oasi. Assetato, si riposò nelle vicinanze di un pozzo e ricevette da bere da una ragazza del posto. L'uomo rimase colpito dalla bellezza della ragazza. Ne chiese la mano, ma la ragazza rifiutò. Il governatore si trovò nudo del proprio potere, ma non della propria arroganza. Andò dal padre, mostrando la stessa richiesta e, ricevuto un rifiuto, si diresse al capo del villaggio, al quale la propria richiesta si trasformò in ordine: se non avesse avuto in sposa la ragazza entro tre giorni, il villaggio sarebbe stato cancellato come un disegno sulla sabbia del deserto ed i suoi abitanti, pastori e mercanti, sarebbero stati sterminati. La notte scese e solo il cielo illuminava la terra. Gli abitanti del villaggio si prepararono e silenziosi come il vento, invisibili come le done, si mossero e sparirono, lasciando abbandonato il loro villaggio.
Credo che conterò le stelle. Nel silenzio che accompagna questo buio profondo, nel quale voglio andare alla deriva, lo sguardo non fa altro che lasciarsi catturare dalla tela infinita che lo sovrasta. Magari, semplicemente, le osserverò. Magari, anche, ogni tanto muoverò le braccia, per disegnare qualche figura che riesco a riconoscere, cercando di afferrare l'infinito. Cercando a tutti i costi di non lasciare che gli occhi si chiudano, cedendo alla stanchezza. Perchè so che questa notte soltanto potrò gioire di tanta bellezza. Lentamente, l'aria diventa più fredda, quasi pungente, e coperta dopo coperta so che serviranno tutte per la notte. Rannicchiato, non resta che il volto esposto al deserto. Con la mano tasto un'ultima volta la sabbia ormai fredda. Silenzio. E qualche rumore lontano, remoto, come se non appartenesse al mio mondo. Illusione. A tratti, mi sembra di udire il suono della legna che brucia, piccole sterpi strappate al deserto per accendere una luce e rubare un alito di calore, dietro una duna. Ed ancora più lontano, crepita un fuoco alto attorno cui ci si riunisce tastando un bicchiere di chai e si viene risucchiati in un giro di danza, movimenti vorticosi mantenendo un equilibrio precario, veloci come le scintille che salgono attorno alla fiamma. Sovrappongo immagini, una dopo l'altra, tante e così intense, che raccolgo, dalla giornata che si sta consumando, dai giorni passati, dalla mia vita. In ordine sparso, come una catena le cui maglie conservano una legge indecifrabile ed imprevedibile. E mi lascerò sciogliere in un tenero abbraccio, che mi riscaldi come fiamma di fuoco; e, come una canzone lontana, una voce mi cullerà dolcemente su note sconosciute, parole incomprensibili accompagneranno i miei occhi a chiudersi.
Don't ask from where I have come For the little bird flying in the sky Then, is there more? Don't ask from where I have come
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