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la musica, suonare il pianoforte, suonare il mio violino, la luce del tramonto, ascoltare il mare in una spiaggia deserta, guardare il cielo stellato, l’arte, i frattali, viaggiare, conoscere e scoprire cose nuove, perdermi nei musei, andare al cinema, camminare, correre, nuotare, le immagini riflesse sull’acqua, fare fotografie, il profumo della pioggia, l’inverno, le persone semplici, il pane fresco ancora caldo, i fuochi d’artificio, la pizza il gelato e la cioccolata


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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Messaggi del 02/04/2016

.

Post n°616 pubblicato il 02 Aprile 2016 da enodas

 

 

"... E come questo spettacolo senza realtà che ora è svanito, tutto il mondo scomparirà nel nulla senza lasciare dietro di sé neppure il vapore di una nube.
Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni;
e la nostra breve vita è cinta di sonno..."

(William Shakespeare)


 

Voto del Simbolismo era rappresentare nel territorio dell'inconscio i grandi valori universali dell'umanità - senso della vita e della morte, la fantasia, il sogno, il mito, l'enigma - in un momento in cui sembravano minacciate dall'avanzare del progresso tecnologico e scientifico.
E' difficile raccontare le suggestioni e le emozioni di questa mostra. E' difficile raccontare le pieghe dell'inconscio, scendere nel mistero profondo del lato oscuro dell'uomo, una selva di contrasti che dilaniano l'animo, declinandosi dall'uno all'altro senza una vera soluzione di continuità. Incubo e sogno, demone e angelo, morte e vita, tenebra e luce, male e bene.
Così, ho trascritto voci, definizioni e citazioni, strappandole dalle pareti, come se nel leggerle, quelle parole accendessero fuochi sacri ed inquietanti, in un sentimento che senza sosta oscillava tra la fascinazione, l'ansia, la passione. A tratti, le mani si contraevano come ad afferrare il vuoto dell'aria e ad esprimere un senso di forza impotente. Per questo le trascrivo, perché a partire dai versi di Baudelaire, le visioni demoniache e le esaltazioni di forze incontrollabili e fatali, fino alla poetica di Shakespeare, ognuna raccontava qualcosa e si fondeva nel buio delle sale e nei dipinti che vi comparivano. Come in un sogno, appunto, in un terreno inesplorato ed insicuro, cosi emergevano colori e passioni. Come se fossero esse stesse quell'oppio da cui scaturivano, morte e rinascita per poter accedere ai segreti dell'onirico. Saranno loro, in un certo senso, a guidarmi, facendo sì che, come al risveglio da un sogno, in questa notte dell'anima, riflesso di una dimensione interiore che oscilla tra misticismo ed esoterica, non tutto ciò che nel sogno é stato vissuto venga dimenticato.

 

"La Natura è un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che sono vivi,
una foresta di simboli che l'uomo
attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un'unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi. ..."

(Charles Baudelaire - Corrispondenze)

 

 

"Oh tu, che sei il più bello e il più sapiente degli Angeli, Dio tradito dalla sorte, spogliato d'ogni lode,
Satana, abbi pietà del mio lungo penare!
Principe dell'esilio, cui è stato fatto torto, e che ti rialzi, vinto, sempre più forte,
Satana, abbi pietà del mio lungo penare!
Tu che conosci ogni cosa e regni sul sottosuolo, guaritore abituale delle angosce umane,
Satana, abbi pietà del mio lungo penare! ..."

(Charles Baudelaire - Litanie di Satana)

 

"... L’abisso dei tuoi occhi, pieno d’orribili pensieri,
Esala vertigine, e i ballerini prudenti
Non contempleranno senza amare nausee
Il sorriso eterno dei tuoi trentadue denti. ..."

(Charles Baudelaire - Danza Macabra)

 

"... La tremenda progenitrice é in attesa,
dietro ai suoi occhi arde l'inferno.
Attende immobile, in silenzio.
Il suo sguardo é lontano, lontano,
in fondo ai cuori umani..."

(Otto Biederbaum)

 

"... In me c’era l’orrore e il desiderio insieme, un mal particolare;
speranza e angoscia, senza un gesto di rancore.
Come nella clessidra più vedevo scemare
la sabbia e più il mio spasimo mi deliziava il cuore
che si strappava ormai dal mondo familiare. ..."

(Charles Baudelaire - Il sogno di un curioso)

 


"Sono bella, o mortali: una chimera
di pietra! Tutti il mio seno ha estenuato,
ma al poeta un amore ha ispirato
tacito, eterno come la materia.

...
Per stregare così docili amanti
ho, specchi dove il bello si discerne,
gli occhi, i miei occhi dalle luci eterne."

(Charles Baudelaire - La Bellezza)

 

"... Potrei amarti, e quanto! se il lume delle stelle
non ripetesse, o notte, parole troppo note
a me che cerco buio, e vuoto, e nudità.

Ma persino nel buio, come in un quadro, a mille
sgorgando dai miei occhi, acquistano dimora
gli esseri familiari che mi sono scomparsi."

(Charles Baudelaire - Ossessione)

 

"...Un guanto precipitò da una mano desiderata a toccare il pavimento del mondo in una pista affolata....
...e il guanto e la sua padrona pattinavano via...

...sotto un albero senza fiori si struggeva l'amore amato e il guanto era a pochi passi..... 

...un uomo da una piccola barca, sporgendosi sul mare, era un guanto che rischiava di annegare, era un guanto che rischiava di affondare...

...e intanto milioni di rose, rifluivano sul bagnasciuga...  
...e piccoli guanti risalivano la corrente...fino al Capo dei sogni e alla riva del letto, dell'innocente che dormiva...  

...e il guanto fu rapito, in una notte d'inchiostro, da quel mistero chiamato amore da quell'amore che sembrava un mostro, inutilmente due nude mani si protesero a trattenerlo...

...il guanto si era già posato in quel quadro infinito, dove psiche e Cupido governano insieme, dove psiche e Cupido sorridono insieme..."

(Francesco de Gregori)

 

 

Ho tremato. Di desiderio, di paura, di ansia, di piacere. Sono sprofondato, in quella stessa "sostanza dei sogni" di cui siamo fatti. Forse perché ogni singolo brivido ed ogni singola eccitazione potessero trovare sfogo ed esprimersi. La musica scorreva, eroica, distruttrice, tra colori brillanti ed accesi del sangue. O forse invece era l'arpa delicata di Orfeo, abbandonata sulla superficie di un fiume. O forse ancora era un Notturno che, improvviso emergeva dalle ombre del buio. Ed in lontananza, si profilavano paesaggi di pace, una danza, un riflesso sul movimento continuo dell'acqua, o isole mortalmente inccessibili. Occhi brillanti si spalancavano nel buio e penetranti mi fissavano dritti nei miei. Moderno macchinista degli Inferi, sfinge impassibile, un serpente avviluppato attorno al corpo di una donna. Oltre la rappresentazione della realtà, ogni sguardo era un tasto che andava a premere una corda precisa dell'animo, come se stresse parlando un linguaggio sconosciuto ma perfettamente comprensibile. Nella mente, nei muscoli che si contraevano come a scacciare ed afferrare qualcosa. Ho lasciato che tutto quanto mi sommergesse, come in un viaggio, perché solo così avrei potuto riemergerne. E come un sogno, un po' particolare, in realtà, dove visioni da incubo si alternavano a carezze per l'anima e canti da sirena, tutto questo sembrava non avere fine, mi chiamava e, bloccandomi, mi attirava a sé. Ed io desideravo non avesse fine.

 

"Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
nell'infinito svolgersi dell'onda
l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito
non meno amaro. Godi nel tuffarti
in seno alla tua immagine; l'abbracci
con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
si distrae dal tuo suono al suon di questo
selvaggio ed indomabile lamento. ..."

(Charles Baudelaire - L'uomo e il mare)

 

 

"...melodia é l'unità del colore, o il colore in generale.
La melodia esige una conclusione, é un insieme dove tutti gli effetti concorrono ad un effetto generale.
Così la melodia lascia nell'animo un ricordo profondo..."

(Charles Baudelaire)

 

"...l'arte espanderà la sua nuova fioritura, originale e suprema,
in un'atmosfera da sogno..."

(Charles Baudelaire)

 

"...che cosa é questo romanticismo della vita moderna?
E' il soffio di nostalgia che passa sulle metropoli europee..."

(De Chirico)


"...Ovunque nelle sue opere ho ritrovato la solennità dei grandi suoni, dei grandi aspetti della Natura, e la solennità delle grandi passioni dell'uomo. Ci si sente immediatamente elevati e soggiogati..."

(Charles Baudelaire)

 

 

"...Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato sregolamento dei sensi. Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di pazzia: cerca egli stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa fra tutti il grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto - e il sommo Sapiente Egli giunge infatti all'Ignoto, poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di qualsiasi altro! Egli giunge all'ignoto, e quand'anche, sbigottito, finisse col perdere l'intelligenza delle proprie visioni, le avrebbe pur viste!"

(Arthur Rimbaud)

 

"...L’uomo è una fune sospesa tra l’animale e il superuomo, una fune sopra l’abisso.
Un pericoloso passare dall’altra parte, un pericoloso esser per via, un pericoloso guardarsi indietro, un pericoloso inorridire e arrestarsi.
Quel che è grande nell’uomo è che egli è un ponte e non una meta: quel che si può amare nell’uomo è che egli è transizione e tramonto..."

(Friedrich Nietzsche - Così parlò Zarathustra)

 


"Con 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale, la mostra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e un'eccezionale selezione di grafica, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.

Nelle varie accezioni in cui si è manifestato in Europa – dall'Inghilterra alla Francia, dal Belgio all'area nordica, dall'Austria all'Italia – il Simbolismo ha sempre dato un grande rilievo ai miti e ai temi che coincidevano con i grandi valori universali della vita e della morte, dell'amore e del peccato, alla costante ricerca dei misteri della natura e dell'umana esistenza.

La mostra presenta per la prima volta in Italia alcuni tra i più significativi capolavori del simbolismo europeo. Innanzitutto alcune delle icone dell'idea simbolista del mondo: Carezze (L'Arte) la straordinaria donna/ghepardo di Fernand Khnopff, la testa di Orfeo galleggiante sull'acqua di Jean Delville, l'enorme, sublime opera di Ferdinand Hodler, intitolata l'Eletto, e Il silenzio della foresta di Arnold Böcklin.

Una delle sezioni più scenografiche della mostra è composta dalle sale dedicate alla Biennale del 1907: una straordinaria vetrina di confronto tra l'arte italiana più evoluta, cresciuta anche dal confronto con le grandi mostre della Secessione di Berlino e di Vienna. Giulio Aristide Sartorio è presente con l'imponente ciclo pittorico Il poema della vita umana, realizzato per la Biennale del 1907, la stessa dove venne allestita la famosa Sala dell'Arte del Sogno che ha rappresentato la consacrazione ufficiale del Simbolismo in Italia.

[...] Il percorso espositivo si svolge tra atmosfere e dimensione oniriche: accompagnato dalle poesie di Baudelaire, tratte dalla raccolta ‘I fiori del Male’ il visitatore attraversa le sale della mostra passando dalle rappresentazioni demoniache di Odillon Redon, alle rappresentazioni dei miti di Gustave Moreau, al vitalismo di Ferdinand Hodler, al colorismo dei Nabis. Le interpretazioni dell'amore di Giovanni Segantini, l'immaginario divisionista di Gaetano Previati e la magia della decorazione di Galileo Chini rendono conto, tra l'altro, dell'importanza del movimento simbolista in Italia, permettendo così di riscoprire nomi meno conosciuti [...] Il percorso espositivo si chiude immergendo lo spettatore nell'atmosfera fantastica delle Mille e una notte, il ciclo decorativo realizzato da Zecchin alla vigilia della Grande Guerra."

(dall'Introduzione alla Mostra)

 

 
 
 
 
 

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