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la musica, suonare il pianoforte, suonare il mio violino, la luce del tramonto, ascoltare il mare in una spiaggia deserta, guardare il cielo stellato, l’arte, i frattali, viaggiare, conoscere e scoprire cose nuove, perdermi nei musei, andare al cinema, camminare, correre, nuotare, le immagini riflesse sull’acqua, fare fotografie, il profumo della pioggia, l’inverno, le persone semplici, il pane fresco ancora caldo, i fuochi d’artificio, la pizza il gelato e la cioccolata


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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Messaggi del 15/10/2018

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Post n°775 pubblicato il 15 Ottobre 2018 da enodas

 

 

Spesso, negli ultimi anni, ho avuto la possibilità di visitare l'esposizione delle foto vincenti del World Press Photo. Le foto sono sempre estremamente potenti per il lor impatto emotive e la loro capacità di raccontare realtà spesso dimenticate e purtroppo sempre drammatiche. Ho constatato come tra le tante situazioni più o meno indicate, mancasse una delle emergenze più evidenti - fosse altro per vicinanza geografica - alla nostra esperienza, che é la documentazione dei flussi del Mediterraneo. Sarà probabilmente una coincidenza, ma per un attimo ho pensato fosse un altro segnale che la vecchia Europa, nel suo pilatesco voltare le spalle, ne fosse assuefatta.
Le foto sono sempre di altissimo livello, ovviamente, ma anche io - tra quelle esposte - ho sempre un ordine di giudizio prettamente personale, basato semplicemente su quanto rimanga colpito da queste immagini.

 

 

 

Ronaldo Schemidt - Venezuela Crisis

"J.V.Salazar (28) catches fire amid violent clashes with riot police during a protest against President Nicolás Maduro, in Caracas, Venezuela.
[...] Clashes between protesters and the Venezuelan national guard broke out on 3 May, with protesters (many of whom wore hoods, masks or gas masks) lighting fires and hurling stones. Salazar was set alight when the gas tank of a motorbike exploded. He survived the incident with first- and second-degree burns."

Questa é la foto vincente del contest ed é difficile ignorarne le ragioni. Tra tutti gli scatti catturati in quel momento dal fotografo, l'estrema forza dinamica e la violenza di ciò che sta accadendo ed accadrà nell'immediato sono in presa diretta e senza filtri, sia nel raccontare la protesta montante che nel documentare la rabbia e la sofferenza dei singoli.

 

 

 

Francesco Pistilli - Lives In Limbo

"Refugees shelter in a derelict warehouse behind the main train station in Belgrade, Serbia.
The tightening of the so-called Balkan route into the European Union stranded thousands of refugees attempting to travel through Serbia to seek a new life in Europe. Many spent the freezing winter in derelict warehouses behind Belgrade's main train station. [...]"

Come detto, tra le immagini esposte non ve ne era nessuna che riprendesse in ogni modo la migrazione forzata verso l'Europa attraverso il Mediterraneo. Navigando sul sito, ho trovato questa foto che nella sua silenziosa immobilità mi ha colpito molto, perché rappresenta un momento del giorno, la sera, ed un rifugio. Non solo in senso letterale. In questa calma apparente, comunque povera ed in emergenza, sembra quasi di penetrare un momento di intimità nelle tante ombre che non si vedono e che si intuiscono presenti, a metà strada, sopravvissute ad una traversata lunga e rischiosa, ma ancora in uno stato precario senza diritti e senza sicurezze.

 

 

 

Masfiqur Akhtar - Watch Houses Burn

"A group of Rohingya at the Leda makeshift settlement in Cox's Bazar, Bangladesh, watch as houses burn just across the border in Myanmar.
After militants of the Arakan Rohingya Salvation Army launched an assault on a Myanmar government police post in August, Rohingya villages were targeted and houses burned, causing an exodus of refugees to Bangladesh. [...] According to (...) Human Rights Watch (...) Myanmar security forces set the fires. By the end of November more than 350 villages had been partially or completely destroyed."

Numerose erano le immagini riguardanti il dramma dei Royingya e quanto avviene silenziosamente in un angolo di mondo che noi occidentali dimentichiamo di osservare da parecchio tempo. Molte di quelle immagini erano estremamente crude ed immediate. In questa, la stessa tragedia é raccontata in maniera diversa, quasi delicata (tanto violente sono le altre immagini), ponendo lo sguardo di chi osserva a fianco di quelle persone che, seppure in salvo, osservano la disfatta di ciò che hanno di più caro lasciato dietro di sé e, in definitiva, di un pezzo considerevole della propria identità e storia personale.

 

 

 

Richard Tsong-Taat - Not My Verdict

"John Thompson is embraced in St Anthony Village, Minnesota, USA, after speaking out at a memorial rally for his close friend Philando Castile, two days after police officer Jeronimo Yanez was acquitted of all charges in the shooting of Castile.
In July 2016, Officer Yanez had pulled over Castile’s car in Falcon Heights Minnesota as it had a broken brake light. Castile, an African American man, handed over proof of insurance when asked, and informed the officer that he had a gun in the car. Police dashboard camera footage reveals that Yanez shouted, “Don’t pull it out,” and fired seven shots into the vehicle, fatally wounding Castile. Yanez was found not guilty of second degree manslaughter [...]"

Anche in questo caso, la narrazione passa attraverso emozioni immediate e comprensibili a chiunque, e l'immagine di un abbraccio provoca gli occhi di chi osserva, a stretto contatto con quanto sta avvenendo. E, come detto, é un racconto posto in maniera diversa, meno cruento nei mezzi, ma estremamente diretto, nella sua delicatezza e nel suo linguaggio.

 

 

 

Alain Schroeder - Kid Jockeys

"Young jockeys compete in a Maen Jaran horse race, on Sumbawa Island, Indonesia.
Child jockeys ride bareback, barefoot and with little protective gear, on small horses, during Maen Jaran horse races, on Sumbawa Island, Indonesia. Maen Jaran is a tradition passed on from generation to generation. [...] The boys, aged between five and ten, mount their small steeds five to six times a day, reaching speeds of up to 80 kilometers per hour. [...]"

Tra le immagini che ho scelto, la meno drammatica. Mi é piaciuta per la luce, nel bianco e nero per la forza sprigionata nel movimento e, probabilmente, perché in qualche modo mi rimanda a quanto osservato un anno fa in Mongolia. Anche se parte di un reportage, ed anche se qualcuno avrebbe da obiettare, in qualche modo ho voluto leggerla come una foto sportiva ed estrema.

 

 
 
 
 
 

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