EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Messaggi del 03/12/2020
Post n°876 pubblicato il 03 Dicembre 2020 da enodas
Ho aperto lo spartito sul frontespizio, passando le mani sulla carta a tratti ingiallita sul calco lasciato da una frase copiata, molto tempo fa. Così tanto, che crea vertigine. Perché poi in un angolo c'é una data, che é quando lessi per la prima volta questo note. E senza accorgermene veramente, l'altra sera, mi sono reso conto che si trattava dello stesso giorno, molti anni prima. Se tra tutti dovessi scegliere uno spartito che parli di me, seduto al pianoforte, del sogno che questi tasti hanno sempre rappresentato, ecco, io credo che sia questo. E' una musica costante che da qualche parte, nell'anima mi accompagnerà sempre. Anche se in realtà, accostarmi al pianoforte e dedicarvi anche una minima parte di quanto dovrebbe essere é sempre più faticoso ed accade sempre più raramente. Forse perché ho rinunciato a guardare dentro di me con l'anima di un tempo. Forse perché talmente forte é il legame che ci sono frammenti perduti che non riesco a ricongiungere. E le dita riconoscono i tasti sempre meno a loro agio, sempre meno forti e sicure. Mi manca, tremendamente. E questa data lontana sembra quasi a testimoniare un amore che si perde e si riprende, senza mai scomparire. Una promessa che faccio, tra me e me, a ritorni regolari. Perché l'idea di quei tasti immobili e silenziosi é un'immagine un po' triste e, in profondità, di solitudine.
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