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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Messaggi del 02/11/2020

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Post n°874 pubblicato il 02 Novembre 2020 da enodas

 

 

 

Non ho fatto a meno di guardare il calendario e balzare indietro. Un anno, due anni. E ripercorrere quelle notti di Halloween che sono ricordi un po' speciali, ancora di più adesso che ogni piano può apparire stravolto, e come altre cose quel viaggiare lontano mi manca davvero. Una data, due passi nel bosco, muovendomi tra foglie colorate, rami d'alberi un po' spettrali, qualche miniatura nascosta tra le fratture degli alberi, lasciata da chissà chi, ed un amiriade di funghi di ogni forma e colore, anche quelli coi cappelli rossi ed i puntini bianchi che da piccoli si disegnavano sempre malgrado la scoperta che fossero velenosissimi. Così, sul calendario ho almeno viaggiato con la mente, per trovarmi su un'isola sperduta, un mondo a parte dove la storia sembra aver percorso tutte le epoche di nascita, distruzione e rinascita. Camminavo, ovviamente, inzuppato dalla pioggia che era venuta e scomparsa, scendendo il fianco di un catere spento, un ultimo giorno. E come un'immagine di decenni passati, sulla strada si affacciavano mostriciattoli e principesse, entrando di negozio in negozio, lungo quell'unica vera via che era l'unico vero villaggio dell'isola, riempiendo la propria collezione di caramelle. Era una scena che mi sembrava talmente spensierata e spontanea da catapultarmi nel cuore dell'isola stessa, nella sua sola lontananza che in questa sera diventava anche temporale.
Ho girato come una pagina il calendario, e nuovamente ho visto mostriciattoli e streghette scendere lungo una strada. Solo che questa volta ero immobile, seduto ad una finestra, con il respiro spezzato ed un cerchio alla testa. E la strada non era che un rigagnolo che fluiva di un fiume possente. L'atmosfera stessa era più elettrica e lugubramente intensa, come si manifestano i giorni dei Morti sulle cime andine. Ma erano soprattutto i colpi in lontananza, i flussi che improvvisamente si invertivano e l'aria che velocemente si faceva più densa a colpirmi. Attraversandomi lo stomaco già contorto dall'altitudine. La gente cercava riparo nel locale, e la notte di Halloween diventava più nera, una come tante, in quei giorni, al colmo delle proteste. Un Paese bloccato, le strade bloccate, io pure obbligato a partire senza aver potuto davvero vedere.
E sono tornato alle foglie del bosco. Perso, un attimo, a furia di prendere a caso un sentiero. Questi giorni, che ormai avevo preso l'abitudine di conservarli per partire. Viaggio con la mente, ammirando immagine preziose che ho potuto raccogliere. Questi giorni, mi mancano.

 

 

 
 
 
 
 

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