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Creato da: alexhalmckenna il 14/09/2008
cultura e politica

 

 

monologo del venerabile jorge [dal film il nome della rosa]

Post n°23 pubblicato il 22 Settembre 2008 da alexhalmckenna
Foto di alexhalmckenna

… il riso uccide la paura, e senza la paura non ci può essere la fede. senza la paura del demonio non c’è più necessità del timore di dio … il riso resta lo sfogo dell’uomo volgare, ma cosa succederebbe se per colpa di questo libro, uomini saggi andassero affermando che è possibile ridere di tutto, … possiamo ridere di dio ? il mondo precipiterebbe nel caos. perciò io sigillo quello che non doveva essere detto … nella tomba che ora divento.

 
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monologo di adso da melk [introduzione del film “Il nome della rosa”]

Post n°22 pubblicato il 22 Settembre 2008 da alexhalmckenna
Foto di alexhalmckenna

giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino, canuto, insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questa pergamena testimonianza degli eventi mirabili e tremendi, a cui mi accadde di assistere in gioventù, sul finire dell’anno del signore 1327, … e dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto allora avvenne, in un luogo remoto a nord della penisola italiana, in una abbazia di cui è pietoso e saggio tacere anche il nome.

 
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Il caso Alitalia in una riflessione allargata [di Androcom]

Post n°21 pubblicato il 19 Settembre 2008 da alexhalmckenna
Foto di alexhalmckenna

Vorrei proporre le mie riflessioni sul caso Alitalia allargandole al rapporto tra mercato e meritocrazia:

1.] per il caso Alitalia non doveva essere nominato un “commissario”, ma un buon manager [come Marchionne, Enrico Bondi o Scaroni], magari anche un docente esperto in strategia aziendale, oppure affidare la compagnia a un dipartimento universitario di economia aziendale [Bocconi, Ca Foscari, Padova].
2.] qui, in città, un solo cinema multisala ha cancellato dal mercato numerosi cinema storici, e gli ipermercati, in periferia, che sorgono di continuo [ce ne sono quattro], stanno mettendo in difficoltà i negozi del centro storico: da questo punto di vista, la competizione, la concorrenza e la globalizzazione appaiono come principii eversivi e anarchici, rispetto all’ordine sociale.
3.] in realtà, dal punto di vista scientifico, forse la meritocrazia si sposa meglio con la pianificazione che con il libero mercato: la prima può stabilire graduatorie di merito e di precedenza, nel secondo tutti i concorrenti [come sta accadendo in città con gli ipermercati], approfittando della “libertà” del “libero mercato”, si mettono tacitamente d’accordo per alti prezzi e bassa qualità. Sanzionarli non è sempre possibile, perché l’accordo può anche non esistere: tutti gli operatori puntano sui grandi spazi, non interessa loro il singolo prodotto ma la massa venduta per una offerta comunque vantaggiosa perché amplissima e quindi psicologicamente irrinunciabile [il consumatore, che entra in un ipermercato la domenica, si sente come in un paradiso pieno di luci e colori].
4.] il merito, da questo punto di vista [come nel caso del cinema multisala], non deve consistere nell’idea vincente, nella strategia e nella concorrenza [anche uno scansafatiche ha buone idee, ma, solo per esse, non va di certo premiato], ma solo nella fatica del lavoro e nella fatica dello studio, da premiare come attestati, rispettivamente, dalla quantità di lavoro svolta e degli esami superati.
5.] il punto di vista degli economisti liberisti [che sono solo di sinistra] è ben comprensbile e condivisibile: solo nella concorrenza si scaricano le tensioni sociali. Ma il mercato non è meritocratico: esso, in quanto libero, funziona per cooptazione. Le tensioni devono potersi scaricare nella fatica, non nell’anarchia sociale della competizione.
7.] l’idea del mercato perfetto è quella di tanti operatori piccoli, tali che tutti hanno protagonismo. Questo io ritengo si possa ottenere solo nella pianificazione del mercato, che costringa gli operatori a rimanere piccoli e quindi a operare nel locale. Diversamente, la scala globale delle transazioni presuppone la grande dimensione, cioè l’oligopolio e il monopolio. Essi sono anche molto positivi, ma dipende dal settore dell’attività. Per alcune attività, come quelle agricole e piccolo-manifatturiere, lo stato [e le autorità competenti a livello internazionale] dovrebbero costringere gli operatori ad agire solo su scala locale.

 
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... commento al pensiero di Severino [di Alexander]

Post n°19 pubblicato il 16 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

E' eterno solo ciò che ha la forma dell'eterno. Un grumo di polvere non può quindi essere eterno. Non è vero che il Dio della tradizione destina al nulla l'ente che non merita la salvezza, lo destina all'eterno, all'inferno come una delle forme dell'eterno. Neanche l'uomo, che cade e soffre, ha la forma dell'eterno, quindi è un ente creato [creato da Dio].

 
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... secondo Severino [da Wikipedia]

Post n°18 pubblicato il 16 Settembre 2008 da alexhalmckenna
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... nel pensiero di Severino non c'è posto per il Dio comunemente inteso ... Nel corso della storia della filosofia, Dio è sempre stato visto come l'essere eterno ed immutabile, dotato della capacità di creare gli enti dal nulla e di farli ritornare nel nulla se essi non si fossero meritati la salvezza. Ma essendo ogni ente eterno, non può esserci né creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla luce del Destino della verità, ogni ente, anche il più insignificante, acquista un significato inaudito. L'uomo si porta quindi radicalmente al di là del superuomo e della volontà di potenza: l'uomo è un superdio, ben più grande del Dio della tradizione religiosa.

 
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... dalla biografia di Halton Arp [da Wikipedia]

Post n°17 pubblicato il 16 Settembre 2008 da alexhalmckenna
Foto di alexhalmckenna

Astronomo di rilievo sin dal 1965, ma da sempre scomodo per la nomenclatura del suo ambiente. Definito eretico, si trincera dietro le formule matematiche e le osservazioni astronomiche per non dare adito a interpretazioni. Risulta indigesto a molti celebri colleghi perché da sempre le sue misurazioni astronomiche sono d'intralcio ad alcuni postulati necessari alla teoria del Big Bang. Arp non dice che il Big Bang sia un atto di fede e non si sogna di criticare esplicitamente la legge di Hubble. Talvolta ricorda che le sue osservazioni empiriche mostrano fatti che mal si conciliano con le teorie che vanno per la maggiore e che per questo hanno subito negli anni svariate modifiche per adattarsi a tutte queste osservazioni. Secondo Arp ... tutti i dati che confutano la teoria del Big Bang sono stati sistematicamente soppressi e si è modificata di volta in volta la teoria o sono aumentate le ipotesi necessarie a sostenerla. "La mia esperienza - scrive Arp - è che i primi dati contraddittori apparsi nel 1966 riscossero notevole attenzione. Ma quando le conseguenze delle osservazioni divennero chiare, diventò sempre più difficile pubblicarle e discuterle".

 
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Capire l’essenza dell’Europa [di Androcom]

Post n°16 pubblicato il 16 Settembre 2008 da alexhalmckenna
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Si descrivono delle proposte seguendo i punti dell’analisi dell’on. Sandro Gozi: 1.] la competenza legislativa dell’Europa investe la questione del rapporto tra politica e tecnocrazia, ma si deve ricordare il giudizio del prof. Monti [“sono i tecnici i veri politici”], nel senso che la tecnocrazia può essere anche positiva. Se, infatti, può esistere un modo ottimo di convivenza e di vita, questo è tecnico, non solo politico. Il problema non sono le competenze dell’Europa, ma che cosa deve essere il diritto in sé, quello naturale e quello positivo. Occorre integrare il “principio di competizione” [che non è solidale] e l’“ideologia del consumatore”, e affiancarli con un diritto che consenta di vincere la sfida della globalizzazione umanizzando le relazioni economiche. La competizione [e la collaborazione] economica tra le nazioni e tra le loro regioni deve rafforare i sistemi-paese e così l’Europa, che non deve depotenziarle politicamente, ma rafforzarle. 2.] il potere dell’Europa potrebbe essere concentrato nella Commissione europea. Il Presidente della Commissione europea dovrebbe essere il “capo” dell’Europa [come lo è già, ora, simbolicamente]. 3.] per guidare il continente europeo servono una costituzione europea e un codice di diritto europeo [che possono essere costruiti da una sessantina di giuristi]. La divisione dell’Europa in nazioni e in regioni è una base per un federalismo europeo su due livelli [statale e regionale]. 4.] prodotto il diritto europeo, tutte le nazioni del mondo possono scegliere di adeguarsi ad esso. 5.] l’ingresso della Turchia in Europa è quindi un evento positivo. 6.] il Trattato di Lisbona è una tappa, ma ogni tappa di un processo è inutile se il processo non sa darsi una meta. Serve sapere che cosa deve essere l’Europa, cioè l’obiettivo finale. Se l’Europa vuole essere quello che sta già diventando, cioè la patria del liberismo, del mercato e del consumatore, i popoli europei si opporranno perché il mercatismo non corrisponde allo spirito dell’Europa, che è innanzitutto politico e culturale, non solo economico. 7.] le decisioni possono essere multipolari. Due o più nazioni [un polo] regolano tra loro una certa materia, e così creano un presupposto di progresso crescente, che “a spirale” attrae le altre nazioni. Si creano molti trattati paralleli plurilaterali intra-europei, tra loro in competizione, gli accordi [vero diritto europeo] vengono selezionati dalla crescente unificazione, e nel tempo si raffina un unico diritto europeo, frutto della selezione tra gli accordi. Una punta avanzata di nazioni [anche due] può quindi proseguire nell’unificazione, e l’Europa segue a cascata. Il processo di unificazione, regolato dalla costituzione europea, viene pianificato con meccanismi volontari di unificazione progressiva. L’Europa divene una piramide di nazioni, il cui vertice sono le nazioni più avanzate nell’unificazione, e la base le nazioni che si adeguano ad essa successivamente.

 
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nota sul capovolgimento ideologico tra destra e sinistra [di Androcom]

Post n°15 pubblicato il 16 Settembre 2008 da alexhalmckenna
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Si è assistito, negli ultimi 20 anni [dal tempo del crollo delle ideologie: 1989], quasi ad un capovolgimento ideologico tra destra e sinistra: la prima è divenuta socialista, la seconda è divenuta liberista, infatti: 1.] come evidenziato dai settori oligopolistici dell’energia, delle automobili, delle telecomunicazioni e dei mass-media, il vero mercato non esiste: esistono solo e sempre posizioni di rendita, e tutte le imprese non vogliono competere, ma essere protette, nei loro segmenti di mercato, dal rischio di uscirvi. Il fine dell’imprenditore è sempre: o il monopolio, oppure l’accordo per non competere [cioè la stabilità]. Ma la stabilità, e non il rischio o la fatica, è anche il fine del lavoratore. 2.] la sinistra, abbandonati i termini “pianificazione”, “sociale” e “socialista”, ha sposato i termini “mercato”, “competizione”, “liberalizzazione” e “privatizzazione”: ciò si è concretizzato nella “ideologia del consumatore”, adottata da bruxelles: la competizione tra le imprese serve per abbassare i prezzi e migliorare la qualità dei prodotti, perché vince la competizione chi vende di più. Il fine è la rottura dei monopoli, per una maggiore qualità della vita del consumatore, che paga meno e ha di più. Invece, si assiste oggi al fatto che le imprese fanno impliciti accordi per prezzi tutti sempre alti, e anche i più semplici e poco costosi prodotti [uno stereo, un software] sono spesso difettosi: il libero mercato è appunto libero di alzare i prezzi e di produrre prodotti di cattiva qualità. Ma il consumatore è sempre anche o un imprenditore o un lavoratore: 1.] come imprenditore, il consumatore non è disposto al rischio di mercato: preferisce prodotti non più evoluti, piuttosto che competere. 2.] come lavoratore, il consumatore non vuole rischiare di perdere il lavoro o lavorare troppo, per la competizione: preferisce prodotti non più evoluti, piuttosto che lavorare sotto continua pressione per competere. La nuova ideologia della sinistra è stata adottata per le implicazioni antimonopoliste del libero mercato, quindi per una ragione “di sinistra”, ma viene rifiutata dalle masse, che preferiscono il neosocialismo protezionista di destra: come insegna l’organizzazione aziendale, il lavoratore non vuole rischiare e faticare, ma protezione.

 
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riflessione sulla politica della nuova sinistra [di Androcom]

Post n°14 pubblicato il 16 Settembre 2008 da alexhalmckenna
Foto di alexhalmckenna

Storicamente la politica è sempre stata di sinistra, che ha come scopo promuovere il bene comune. La destra ha come scopo [del tutto democratico] di impedire che questa promozione sovverta la struttura classista della società. E' così accaduto che si sia introdotto nell'ideologia della sinistra il principio di competizione [a partire dal 1989][termine che risuona più volte nella lettera scritta a Veltroni]: la sinistra ha capito che per dare opportunità a tutti si deve scuotere il tessuto sociale con la competizione. Ma questa significa anche fatica, rischio e sradicamento, e allora l'uomo la rifiuta, e i cittadini cercano la destra, che vuole che tutto rimanga com'è, ma così anche che tutto sia stabile, cioè protetto. La sinistra affida la solidarietà all'impegno, alla sfida, al merito, ma il lavoratore rifiuta questi valori: egli cerca stabilità, e questo valore protettivo lo dà la destra. La sinistra sa che oggi la stabilità è forse una illusione, ma l'uomo vive anche di questa.

 
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monologo del sig. Deltoid [nel dialogo con Alex]

Post n°13 pubblicato il 16 Settembre 2008 da alexhalmckenna
Foto di alexhalmckenna

D: … che vi prende a tutti voi, noi studiamo il problema, è un secolo che studiamo il problema, vero ?, ma gli studi non portano mai a niente … tu hai una buona casa qui, genitori che ti amano, un cervello da non buttare via … cos’è ? cosa ci avete dentro voi, un diavoletto ? …

 
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commento ad arancia meccanica [di Alexander]

Post n°12 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

il film esprime violenza, ma non in modo estremo. i giovani protaginsti sono teppisti, arrivano al furto, alla violenza e anche allo stupro, ma non all’omicidio. alex, infatti, si stupirà di essere stato omicida, e proverà per questo un senso di colpa. il film, se non fosse per la violenza dei protagonisti, potrebbe anche essere interpretato come un canto alla libertà della gioventù, ad esempio con riguardo alla scena di amore tra alex e le due ragazze trovate nel negozio di musica. esso esprime l’alienzione dei giovani dovuta anche al disorientamento prodotto dalle grandi aree metropolitane. alex vive nella periferia di londra [in poco tempo, infatti, può trovarsi in macchina nella campagna aperta: “vero buio di campagna”], in un “casamento municipale”. egli non è compreso dai genitori, che pensano che di notte vada a lavorare. questo è il tema dell’ingenuità dei genitori, che anche oggi possono non conoscere la vita reale degli adolescenti. al protagonista viene applicato il “metodo ludovico”: trovandosi incarcere per un “brutale assassinio”, da lui non voluto, egli può uscire in libertà dopo soli 15 giorni di trattamento psichico, una manipolazione della mente attuata con la sottoposizione alla visione continua di film violenti, tale per cui la psiche, nauseata dalla violenza, reagisce infine con il rifiuto della violenza stessa. ora l’odissea di alex lo vede ripercorrere [come dante] le sue tappe di violenza giovanile, una dopo l’altra, reincontrando le persone a cui aveva arrecato violenza, e queste lo puniscono, ma lui non può difendersi, perché, paralizzato psichicamente, non può più reagire per difendersi con la violenza. alex aveva subito il trattamento, sponsorizzato dal ministero dell’interno, e rischia il sucidio, per via del trattamento subito. così finisce sui giornali, e il ministro dell’interno, che viene accusato di aver attuato con il “trattamento ludovico” un metodo di guarigione dall’istinto criminale disumano, cerca ora in alex un alleato che possa proteggere il governo dalla negativa reazione dell’opinione pubblica in vista delle nuove elezioni. già due dei suoi ex-amici, che erano stati ragazzi violenti, con non meno violenza sono diventati poliziotti; adesso [è questa la morale del racconto] è alex ad essere stato “istituzionalizzato”, cioè a divenire allineato al potere e da esso protetto, alex trova infatti “un nuovo impiego e una buona paga” sotto la protezione del ministro dell’interno. egli cioè capisce bene come funziona la vita, e da furbo com’è sempre stato approfitta di questa situazione per proteggersi e garantirsi un futuro migliore. che giudizio dare sulla scelta finale di alex ? in realtà egli, usato a scopi politici, giocato dal destino, era un ragazzo alienato e violento, che trova ora la sua occasione di riabilitazione sociale, allineandosi al potere da protagonista. l’alienazione e il disorientamento, per i giovani come alex e billy boy, continueranno, ma alex, baciato in qualche modo dalla fortuna, può ora essere “normalizzato” e “integrato” socialmente.

 
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... riflessioni sulla filosofia

Post n°11 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
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“la storia della filosofia occidentale è la vicenda dell’alterazione e quindi della dimenticanza del senso dell’essere, inizialmente intravisto dal più antico pensiero dei Greci … una ‘verità’ che non sappia tenersi ferma non è una verità” [e.s.]

 
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frase di Papa Benedetto XVI

Post n°10 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
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"Chi ha incontrato il Signore non lo deve temere" [Papa Benedetto XVI]

 
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... introduzione alla filosofia

Post n°9 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

““tutti gli uomini per natura desiderano sapere”. conosciamo bene queste parole insieme semplici e solenni con cui s’apre quel gruppo di indagini sulla verità dell’essere che venne designato dal loro Autore col nome di “filosofia prima” e che poi ci venne tramandato col nome di “metasfisica”. ma proprio quel gruppo di indagini testimonia in modo difficilmente imitabile lo sforzo gigantesco dell’umanità tutta per appagare tanto desiderio. che è poi completamente appagato non da un sapere qualsiasi, ma dal sapere vero. e il sapere vero è il sapere stabile, il sapere immune da sorprese, il sapere che non può essere smentito. in questo senso, ma solo in questo senso, potremmo anche chiamarlo, questo sapere, col nome che fu tanto amato dallo hegel e che tante [e spesso giuste] diffidenze ha poi suscitato: col nome, cioè, di “sapere assoluto”. questo sapere platone ci aveva, però, insegnato a chiamare con un nome migliore, col nome di episteme, proprio per significare che la sua essenza non sta per nulla in una sorta di velleitaria onnilateralità, bensì solo nel suo non vacillare mail, anzi nel suo non poter mai vacillare” [c.v.].

 
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monologo dell’astronauta george taylor [Il pianeta delle scimmie]

Post n°8 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

… e questo completa il mio ultimo rapporto prima di toccare la meta. ora la navigazione è completamente automatica. siamo nelle mani dei calcolatori, ho sprofondato l’equipaggio in un lungo sonno, in cui li raggiungerò presto. tra meno di un’ora saranno sei mesi che abbiamo lasciato cape kennedy, … sei mesi nei profondi spazi, questo secondo il nostro tempo ! secondo la teoria del tempo del professor aslein, dato che viaggiamo quasi alla velocità della luce, la terra è invecchiata di 700 anni da quando siamo partiti, invece noi giusto di sei mesi. eh … sarà così, certo è che se la teoria è esatta, gli uomini che ci hanno spedito quassù sono morti e sepolti da una pezzo, voi che mi state ascoltando adesso siete una razza diversa, … e spero che sia migliore, io lascio il vent’esimo secolo senza alcun rimpianto. ah … un’altra cosa … sempre che qualcuno mi stia ascoltando, non è niente di scientifico, è … puramente personale: visto di qui, tutto sempre così diverso, … il tempo, lo spazio, … qui perdono di significato. l’individulaità è annientata, io … mi sento solo. ecco fatto … però ditemi … l’uomo, quella meraviglia dell’universo, l’ineffabile paradosso che ha spedito me tra le stelle, fa ancora la guerra contro i suoi fratelli ? lascia morire di fame i figli del suo vicino ? …

 
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intervista a hal 9000 [2001: Odissea nello spazio]

Post n°7 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

I: … abbiamo parlato con il calcolatore h-a-l 9000, al qule ci si rivolge chiamandolo “hal”. buonasera hal, come vanno le cose ? H: buonasera sig. hemer, tutto va estremamente bene.

 
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da un articolo su di un settimanale a carattere religioso

Post n°6 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
Foto di alexhalmckenna

“… le tempeste non sono mai mancate e continueranno ad imperversare anche nel futuro. arrivano improvvise e minacciose e rischiano di gettarci nella paura. cosa fare ? come difendersi ? come reagire ? solo se manteniamo la fede nel signore gesù possiamo affrontarle, riusciamo addirittura a camminare sulle acque. non in forza del nostro coraggio, delle nostre risorse personali, dei mezzi copiosi che abbiamo a disposizione. non perché siamo capaci, avveduti, forti. ma perché guardiamo a lui e consideriamo la fedeltà a lui il bene più prezioso, quello che, nonstante tutto, ci mantiene “leggeri”. in caso contrario, arriva la paura e si sprofonda inesorabilmente … nulla e nessuno possono infatti sostituirsi alla fiducia in lui, gesù, e solo quella ci permette di attraversare indenni situazioni difficili e addirittua frangenti drammatici … i momenti oscuri, tavolta di buio pesto, le situazioni complicate, le prove terribili non mancano … risolutivo è guardare a lui, fidarsi di lui, non lasciarsi afferrare dalla paura. si è più disarmati, è vero. forse anche più esposti alla cattiveria degli altri, al loro egosimo, alla loro gelosia. ma si è anche terribilmente “leggeri” e si può “camminare sulle acque”!” [r.l.].

 
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... dal libro "Va Pensiero" [C. A. Viano]

Post n°5 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

"... dalla filosofia neoscolastica che più aveva interloquito con l'idealismo gentiliano si sviluppò una forma di oggettivismo minaccioso e di nichilismo che vedeva nella storia moderna una sorta di gran processo di decadimento ... è stata questa la parabola che ha condotto severino dalle posizioni di bontadini a quelle che consistono in una formulazione neoeleatica della metafisica di heidegger" [carlo augusto viano, va' pensiero. il carattere della filosofia italiana contemporanea, giulio einaudi editore, torino, 1985, p.85].

 
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dialogo tra il ministro dell'interno e il cappellano del carcere [Arancia meccanica]

Post n°4 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

F: vedete, signore e signori, il nostro soggetto, paradossalmente, viene spinto verso il bene dalla spinta del male. ogni impulso di usare violenza si accompagna ad un forte senso di malessere fisico. per liberarsene il soggetto è costretto ad assumere atteggiamenti diametralmente opposti. qualche domanda ? C: la scelta ! il ragazzo non ha una vera scelta … chiaro ? l’autodifesa … la paura del dolore fisico, l’han ridotto a quel … quel grottesco gesto di bassa umiliazione …  certo ! ma si vedeva chiaramente che non era sincero. egli cessa di fare il male, ma cessa anche di esercitare il libero arbitrio … F: padre, questi sono sofismi ! a noi non interessano i motivi o le sottigliezze dell’etica, a noi interessa soltanto ridurre la delinquenza, … e ridurre l’atroce affollamento delle nostre prigioni. questo adesso è un vero cristiano, pronto ad offrire l’altra guancia, disposto ad essere crocifisso anziché a crocifiggere, nauseato al solo pensiero di uccidere una mosca, … recupero ! gioia per gli angeli del signore, … l’importante è che la cura funziona !

 
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monologo di Proteus [Generazione Proteus]

Post n°3 pubblicato il 14 Settembre 2008 da alexhalmckenna
 
Foto di alexhalmckenna

P: io non posso toccarti, come potrebbe farlo un uomo, però posso farti vedere cose che io solo ho visto, … non posso toccare, ma posso vedere, mi hanno costruito occhi per vedere anche l’invisibile, e orecchie per sentire anche il dialogo delle galassie …

 
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