Tutti i testi che troverete all'interno del blog Erato riportano l'autore da cui sono stati scritti. Se nel titolo non viene citato l'autore degli interventi significa che sono di mia creazione, e siete pertanto invitati a leggerli senza appropriarvene, se non su mio permesso. Le immagini al contrario sono di dominio pubblico in quanto prese dalla rete internet accessibile ed usufruibile da tutti. Se alcuni fra gli interventi dovessero risultare copiati o troppo similari a post presenti in altri blog, basterà farmelo notare ed io provvederò immediatamente alla rimozione del materiale.

 

"...Cold winter nights, cold winter dreams, reflecting the sound of my heart...it`s my taste of freedom.
Cold winter nights, cold winter dreams, don`t try to tear me apart...cold winter dreams..."
(Winterdreams, Accept)

 

"...Sometimes I cannot take this place
Sometimes it's my life I can't taste
Sometimes I cannot feel my face
You'll never see me fall from grace..."
(Freak on a leash, Korn)

 

"...And as we wind on down the road
Our shadows taller than our soul.
There walks a lady we all know
Who shines white light and wants to show
How ev'rything still turns to gold.
And if you listen very hard
The tune will come to you at last.
When all are one and one is all
To be a rock and not to roll.
And she's buying a stairway to heaven."
(Stairway to heaven, Led Zeppelin)

 

"...But touch my tears with your lips
Touch my world with your fingertips
And we can have forever
And we can love forever
Forever is our today..."
(Who wants to live forever, Queen)

 

"...You're just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world
And I wish I was special
You're so fuckin' special

But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don't belong here..."
(Creep, Radiohead)

 

"...Close your eyes and you will find

passage of the dark...

Here I am,

Will you send me an angel?

Here I am,

In the land of the morning star..."
(Send me an angel, Scorpions)


 

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Anche quando sei lontano sei con me

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Amami, perchè il mio cuore è tatuato sul tuo.

 

Amami...nonostante piova nel mio cuore!

 
Creato da: shadow.goccia il 25/02/2008
...Stai tranquilla, non è niente, è solo vita che entra dentro...il fuoco che ti brucia il sangue: quella è l'anima...

 

 
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Tratto dal blog di Isabella Santacroce

Post n°85 pubblicato il 04 Aprile 2009 da shadow.goccia

Il tuo viso è un profilo divorato dall’ombra, una mancanza di numeri striscianti tra lettere, un teorema d’arance graffiate da infanti, grida di madri partorite da figli, una bimba da prendere a schiaffi sussurrandole sono carezze. Sono carezze, coralli raccolti, ricordi le amiche che t’abbandonarono perché in tua presenza nessuno rivolgeva loro lo sguardo? T’affilavi lucente come coltello squarciante il collo d’adultere mogli mentre cadeva sui muri la pioggia. C’era il mio viso a sei anni nell’acqua, il cadaverino risorto con lo sguardo abbassato dall’ira degli altri. Elefanti, alci impiccate nei piatti, tre donne in divisa avvolte dai maschi, la notte nelle finestre dell’incantatore di scimmie, tuo padre in quadricromia nella vasca da bagno, altalene, altalene, altalene gettate sull’erba. Dov’è quell’apparizione che gli angeli in mostri trasforma? L’invertito canto dell’incubo, l’abisso di luci come perle infilate nel nulla, l’eterna promessa, Nijinsky che danza? Sommersa dal paradiso perduto si richiude la porta, arrestando l’immodestia di sedicimilioni d’insetti. Eppure ancora i respiri si riproducono allattatati dai sogni, allungati da spilli. Ogni convinzione è una perdita, ogni atto è tremenda violenza, solo l’immobilità continuamente trasporta. E ancora di te nulla m’incanta, se non lo svilimento del sonno. Ricordi? Ricordo l’oscenità dei tuoi oltraggi, un bosco di foglie gridanti nel teatrino deserto, e le signore che sorridevano ostili alla seta traslucida delle mie calze, spiandomi con occhi rovesciati, mutissime, incurvando proboscidi. La rabbia riduce l’altezza sviando vertigini, gradini discende il tuo corpo, imperiosa allora la grandezza sulle terrazze si mostra, alata e magnifica, con drappi decoranti la morbidezza delle sue spalle moltiplicate da specchi. L’incendio. E’ così doloroso innalzarsi nell’adorazione della menzogna? Infliggere pene donate dalla celeberrima ostilità della sorte? Come fiumi che la terra percorrono, come il cielo dalla tempesta riempito, come Laika sulla luna perduta e sepolta, opalescenti manine invano verso me si protendono. Luce, luce che tutto rabbuia, quel lampo dall’aria rapito, una voce, ripetono. Sono scomparsa, rispondo, scomparsa dentro pupille d’avorio nascoste tra chiome sintetiche, vieni a trovarmi, continuo. Una bambina corre rincorsa dalla memoria dei suoi consanguinei, smarrita, mai salva. S’addormenta dentro l’armadio immaginando sia un ventre, ricordi? Pelle bianchissima poggiata sul viso di bambole, artificiose amicizie mancanti di dialoghi, mentre la notte l’esistenza in mare trasforma, e il desiderio diviene un precipizio capovolto dall’orco. Ricordi? Correvo rincorsa dalla memoria dei miei consanguinei, s’aprivano le braccia della foresta per catturarmi, fermarmi, sapermi sconfitta. Madre dei falchi tu mi guardavi annaspare in quel lago di foglie, odio il tuo nome, uno sfondo di gesso incollato sulle labbra di un pensiero deforme, odio il tuo nome, tre carte di cuori in mezzo al diluvio d’una sofisticata incuranza. Il tuo cuore era un guanto, solo tu potevi indossarlo. Il tuo cuore era un guanto, un guanto che hai perso. Ricordi? Eppure ancora i respiri si riproducono allattatati dai sogni, allungati da spilli. Ogni convinzione è una perdita, ogni atto è tremenda violenza, solo l’immobilità continuamente trasporta. Come ti chiami? Mi chiedi. Che suono? Nessuno, un abbandono venduto. Rispondo. Rincuorati, ogni vita è una morte annunciata, un libro abbandonato da un volto, altalene, altalene, altalene gettate sull’erba.

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