Creato da riflessi_misti il 07/04/2014

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Specchi capovolti

Post n°7 pubblicato il 17 Giugno 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Sono arrivata a 40anni con molte meno certezze di quando ne avevo 20.

Il fatto è che quando smetti di pensare con la testa degli altri, che quando smetti di sentirti libero ed inizi ad esserlo davvero, le cose cambiano.
Formulare opinioni proprie richiede un'attenta analisi ed è decisamente più complicato che non limitarsi a sposare stereotipi e accontentare chi li condivide.

All'inizio del '900 si progettava una società modellata da effetti condizionanti. Sui libri si legge che queste idee furono presto abbandonate in quanto l'apprendimento non è solo condizionamento. Ma se ben ci osserviamo allo specchio, quello che emerge dalla società contemporanea  è un bel modellamento su larga scala.
La libertà individuale è stata sacrificata alla condivisione di finalità comuni, rimpiazzate nella loro sostanza dall'illusione del successo sociale: belle macchine, buona posizione, molti soldi.
Modelli di comportamento che non rispondono alla vera natura umana, che spingono gli uni contro gli altri, armati di una selva di pseudo diritti individuali che altro non sono che l'autoaffermazione sull'altro, alla faccia della selezione naturale.
Il brutto di queso gioco, che avviene su scala mondiale, è che i più lo giocano ignari.

Recitano i panni che gli sono stati messi addosso, e poco importa senon li sentono loro. Si va avanti, a testa bassa e sorrisi di plastica, in relazioni vuote e inconcludenti, con questo senso di frustrazione crescente che rende tutti intimamente infelici.

Ma poichè pensare, riflettere, prendere una posizione invisa ai più, significa mettere in dubbio tutta la struttura su cui poggiamo, si va avanti così. Giorno dopo giorno, leasing dopo leasing, promozione dopo promozione. E chi non ci riesce? E' fuori, un emarginato, un fallito.

Ho amici con gli occhi spenti che mi raccontano che adesso che finalmente possono comprarsi la macchina dei loro sogni, saranno felici. Che ora compreranno la casa e si sentiranno tranquilli.
Io ascolto le loro illusioni e mi sento impotente.
Impotente perchè anche quando decidessi di spiegare loro che non saranno la macchina nuova o la casa da rivista a renderli felici, vedrei i loro occhi diventare fessure e temere l'invidia. Che è meno pericolosa della verità.

La verità ti obbliga a prendere posizione davanti a te stesso e definire cosa sia davvero importante. E scegliere, se perseguirlo o meno.
Perchè la felicità non è qualcosa che trovi fuori, confezionato su uno scaffale o dentro il senso di riconoscimento in qualcun altro che ci ostiniamo a definire amore.
La felicità è dentro ciascuno di noi. E' la nostra realizzazione più profonda, come persone e non come individui. E' la consapevolezza che si sta compiendo il proprio destino, che si sta realizzando il motivo per cui calpestiamo questo mondo.

 
 
 
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