Creato da gabrigdb il 22/05/2008

GABRIGDB

IL MIO BLOG

 

 

« foto del giornoLa gelosia »

Contraccezione

Post n°871 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da gabrigdb
 

Vasectomia per tutti

 

 

Se si decide di non avere figli è il metodo contraccetivo migliore e uno dei pochi a non pesare sulla donna. E poi oggi è reversibile (lo sapevate?), basta un intervento di microchirurgia per tornare fertili. Allora perché in Italia se ne parla così poco?

 

Fino al 1978 vigeva in Italia il divieto di sterilizzazione volontaria per mezzo della vasectomia nei maschi italiani. Con la legge 194 (la famosa legge sull'aborto) sono stati eliminati dal Codice penale i passi che interferivano con la fertilità dell'uomo o della donna. Era infatti un reato l'incitamento a pratiche contro la procreazione. Se un medico prima del 1978 vasectomizzava un paziente c'era il rischio di denuncia per procurate lesioni gravi all'individuo. Una fase di vero oscurantismo in campo medico che il professor Vincenzo Gentile, ordinario di urologia dell'Università La Sapienza, di Roma, Primario al Policlinico Umberto I e presidente della Società Italiana di Andrologia racconta così: «Allora, quando si praticava una vasectomia su un paziente, bisognava inventarsi come escamotage delle orchiti, delle infiammazioni ripetute dei testicoli e si usava questa tesi. Spesso in cartella clinica risultava un'orchite e non una vasectomia a fini anticoncezionali. Poi si è arrivati a un'altra fase: si sosteneva che la vasectomia fosse necessaria per evitare delle infezioni ai testicoli. Invece successivamente una sentenza della Corte di Cassazione ha sostenuto che la contraccezione può dare quel benessere che fa parte della salute psicofisica». Oggi in Italia la vasectomia è riconosciuta come metodo anticoncezionale efficace, ma è ancora una pratica poco in uso. Secondo la banca dati online dell Ministero della Salute tra il 1999 e il 2005, i ricoveri per sterilizzazione maschile sono stati soltanto 653. Gli interventi classificati come vasectomia sono 1.717, ma di questi solo 397 sono stati classificati come "sterilizzazione dell'uomo". Abbiamo fatto alcune domande sul tema al professor Giorgio Franco, associato presso il Dipartimento di scienze urologiche Ulrico Bracci di Roma.

Professore, perché nel mondo ci sono milioni di vasectomizzati, ma in Italia questo intervento non è così diffuso?

, nel mondo ci sono alcune aree dove la vasectomia è molto diffusa, come in Cina. In Italia c'è da dire che non tutti i centri la offrono, salvo alcuni consultori. E tra l'altro solo ed esclusivamente su responsabilità dei direttori sanitari. I grossi ospedali poi non la fanno. Restano delle problematiche legate al consenso. Sono pochi gli urologi che si fanno carico di un intervento del genere. In ambiente pubblico non mi risulta sia stato fatto un ricovero per controllo delle nascite e vasectomie.

A partire da che epoca si è fatto ricorso alla vasectomia?
Direi dal secolo scorso.

Si usa soltanto il bisturi o anche altri strumenti più sofisticati?
Diciamo che l'evoluzione più diffusa e aggiornata è quella che chiamano "no scalpel vasectomy", ovvero senza bisturi. Si usano strumenti appuntiti che tirano fuori il canale deferente dallo scroto e poi si incide. Non c'è un sistema sicuro e provato per bloccare il deferente dall'esterno. Questa è l'evoluzione più moderna, invece di praticare un'incisione di un centimetro si usano strumenti molto appuntiti. E tra l'altro è una tecnica che viene dalla Cina e si è diffusa in tutto il mondo.

Quanto è sicura sia dal punto di vista della salute che degli effetti?
C'è stato un grosso polverone anni fa perché uscì un articolo negli Stati Uniti in cui si prospettava un'aumentata incidenza di tumore alla prostata per chi faceva la vasectomia. Poi è stato smentito. Qualche effetto collaterale c'è: l'aumento della dolenzia scrotale per esempio, perché non c'è una decongestione degli epididimi, gli spermatozoi inizialmente ristagnano, ma poi vengono riassorbiti dai globuli bianchi.

Questo può creare problemi ai testicoli?
No, il testicolo non si rovina perché gli spermatozoi sono bloccati, però ci possono essere un po' più di disturbi per il ristagno degli spermatozoi. Questo vale nel primo periodo. Per lo più i pazienti non hanno grossi disturbi e lo accettano bene. Ci sono dei casi di insuccesso ogni tanto, motivo per cui ai fini di protezione medico-legale gli urologi chiedono di fare l'analisi di 2 liquidi seminali a distanza di un mese.

Ci sono rischi nell'intervento?
Complicanze durante l'intervento o dopo sono scarsissime, una piccola emorragia, un ematoma, un'infezione (molto raro ma può succedere), la mancata chiusura di uno dei deferenti o la ricanalizzazione).

Oggi è reversibile, ma anni fa non lo era, vero?
Sì, il paziente deve essere informato che è una procedura definitiva. Non è un sistema anticoncezionale temporaneo, come la pillola. Ma può essere revertito senza problemi con interventi di microchirurgia per ricanalizzare i deferenti chiusi. Ci sono delle ottime possibilità di ripristinare la pervietà dei deferenti, ovvero di ricanalizzarli in modo che ripassino gli spermatozoi. C'è una relazione con il tempo d'intervallo in cui è rimasto chiuso il deferente. Entro i 5 anni c'è il 97% di possibilità di recupero della fertilità, entro 10 anni il 90% e entro 15 intorno all'85%. Però ci vuole un intervento abbastanza delicato e lungo per ricanalizzare i deferenti.

Il servizio sanitario nazionale garantisce questo tipo di intervento?
No.

E perché lo Stato si fa carico degli interventi di legatura tubarica nelle donne e non della vasectomia?
Lì c'è sempre un discorso di protezione della donna. Mentre rispetto al maschio non si è fatto questo ragionamento.

Quanto costa privatamente?
Diciamo che più o meno se parliamo di costo complessivo si va dai 1500 ai 3000 euro.
Libero news 
 
Rispondi al commento:
gabrigdb
gabrigdb il 06/10/09 alle 11:16 via WEB
hahahahahah...ora sarà ufficiale: sono in dolce attesa Gioia mia!!!
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

TAG

 

ULTIME VISITE AL BLOG

romhausgobbiermesriddle8emozionintense0codicedgl4raf340annalisa.loverapantaleoefrancadom.carrierozottigiuseppe_2013bastetneraalkemy72cara.callavilmaserapigliaparapatty60
 

ULTIMI COMMENTI

che bello rivederti! come stai? e la piccola..è femmina,...
Inviato da: gioia58_r
il 21/11/2011 alle 08:37
 
Un abbraccio grande gabri :)
Inviato da: sellymao
il 20/11/2011 alle 19:00
 
mi è sembrato di vedere Gabri..eri tu?
Inviato da: gioia58_r
il 24/05/2011 alle 20:09
 
Gabryyyyyyyyyyyyyyyy
Inviato da: gioia58_r
il 12/05/2011 alle 16:38
 
Ciao gabri, come stai??? spero super bene!!! :) un bacione
Inviato da: sellymao
il 01/05/2011 alle 21:15
 
 

ACQUA

 
 

 

SIAMO IN...

   tracker



FREE TIBET
 

FACEBOOK

 
 

CAMPOBASSO

La città di Campobasso, capoluogo di provincia e di regione del Molise, è situata 786 metri sopra il livello del mare e conta circa 50.000 abitanti.

L'origine incerta, pur se molto antica,  sembra ricondurre ai secoli VIII e X, quando si ha già  notizia dell'esistenza di  2 borghi, Campus de Prata e Campus bassus, dove la parte più antica è situata sulle pendici di un colle ed è dominata dal Castello Monforte, mentre la parte nuova  si estende in pianura.

Il nucleo più in alto, rappresentato dal castello, ospitava i  Longobardi, durante la loro funzione di coordinatori di tutto il territorio circostante.  

Succesivamente si ebbe la conquista da parte dei Normanni e Campobasso divenne capitale del feudo dei conti del Molise, sviluppandosi anche verso il borgo sottostante. Il grando sviluppo urbano si ebbe poi sotto gli Angioini e gli Aragonesi, continuando per i secoli successivi, pur attraversando periodi di crisi ed epidemie.      

Negli anni a seguire Campobasso venne  considerato un centro molto importante sia dal punto di vista economico che sociale, a causa della sua nomina nel 1806 a capologuo della provincia del Molise, ma ancor più dopo che nel 1963 ci fu la separazione della provincia di Campobasso dall'Abruzzo e il Molise diventava la 15° regione d'Italia.

Dal punto di vista economico la città è caratterizzata prevalentamente dal settore agricolo e dall'allevamento del bestiame, ma  troviamo anche delle industrie artigianali per la lavorazione di lame d'acciaio che hanno origini molto antiche, in quanto l’arte spadaria del luogo è documentata già nel ‘300.

 

I FORMAGGI

La sapienza dei pastori della transumanza, infusa nei metodi di lavorazione artigianali ancora oggi praticati, e l'alta qualità della materia prima conferiscono eccellenza ai prodotti derivati dal latte: mozzarelle, stracciate, trecce, scamorze, ricotte, burrini, caciocavalli e pecorino.

 

L'OLIO MOLISANO

La rinomanza e la notorietà dell'olio del Molise sono state affermate sin da tempi remoti da diversi autori.
Come si consuma. L’olio Molise Dop è ottimo per condire zuppe e minestre tipiche della cucina dell’appenino molisano dove prosperano grandi varietà di legumi come: lenticchie, fave, ceci, fagioli, cicerchie e farro. Altro abbinamento ideale è con i primi piatti di pesce a base di scampi, triglie, cozze e vongole che dominano invece la cucina delle zone costiere, ma anche assieme ad una semplice fetta di pane casereccio quest'olio esprime al meglio tutte le sue note gustative.
Come si conserva. L'olio deve essere conservato in ambienti freschi, asciutti e lontano da fonti di calore, a una temperatura compresa tra i 14 e i 20°C. In questa situazione ottimale la qualità del prodotto resta integra per oltre 36 mesi. Con le basse temperature l’olio può andare soggetto a congelamento, per cui, prima di iniziarne il consumo, occorre riportare il recipiente a temperatura ambiente (16-18°C) per alcuni minuti e agitarlo ripetutamente, per agevolare il ritorno del prodotto allo stato naturale.
Come si produce. L'olio extravergine di oliva Molise è ottenuto dalle varietà di olivo, per almeno l'80 % di Aurina, Gentile di Larino, Oliva Nera di Colletorto e Leccino e per il restante 20% da altre varietà autoctone tra le quali Paesana Bianca, Sperone di Gallo Olivastro e Rosciola. La raccolta delle olive avviene durante la fase dell'invaiatura per brucatura e/o con mezzi manuali tradizionali o con mezzi meccanizzati, utilizzando tutti gli accorgimenti onde evitare il contatto delle olive con il terreno. Dopo la raccolta, le olive vengono riposte in contenitori rigidi, forati e vengono molite entro 48 ore dalla raccolta. Per la oleificazione sono ammessi soltanto i processi meccanici e fisici tali da garantire l'ottenimento di oli esenti da alterazioni.

Fin dall'antichità l'olio molisano è stato considerato molto rinomato, come testimoniato già da Tito Livio. L'olivicoltura è ampiamente praticata e garantisce una produzione di elevata qualità. Ben 34 Comuni molisani fanno parte dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, insieme alle due Camere di Commercio e alle due Province di Campobasso e Isernia.

 
 

INFORMAZIONE

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.3.2001. Parte del materiale pubblicato può essere stato prelevato da Internet, quindi valutato di pubblico dominio. Qualora i soggetti interessati o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo al gestore del blog che provvederà prontamente alla rimozione dei testi e delle immagini utilizzate. Si sottolinea inoltre che ciò che è pubblicato sul blog è a scopo di discussione, approfondimento, studio e comunque non di lucro.


 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963