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... lottare e credere nei propri sogni ... significa VIVERE

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LIBERTA' in SCADENZA...

Post n°257 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da fabrik80

... o svenduta per 50,00  €


tratto da una bellissima testimonianza diretta di una studentessa nell'ultimo comizio di berlusconi in sardegna :

QUELLO CHE STAMPA E TELEGIORNALI NON DICONO...

sabato 14 febbraio 2009 alle ore 16.09

INGRESSO SELETTIVO ED APPLAUSI A PAGAMENTO.
50 euro e una maglietta di azzurra schiavitù: questo il premio per i giovani che si erano ISCRITTI ALLE LISTE DELLA GIOVENTU' per accedere in platea e applaudire.
Bandiere di azzurra falsità all'ingresso, in grandi quantità, per tutti quelli che entravano sprovvisti.
Così, venerdì 13 a Cagliari, la platea del Palazzetto dello Sport si riempie di ragazzi che applaudono a pagamento.
Noi che dobbiamo entrare non sapevamo di queste "liste di giovani"... Potremmo entrare lo stesso, o è un convegno riservato ai "migliori"?
Effettivamente, l'ingresso non è consentito proprio a tutti: all'ingresso si fermano i giovani, per evitare "che accada come le scorse volte, a Cagliari e a Sassari, dove certi disturbatori sono entrati prendendosi anche delle botte": perché COSCIENZA E DISSENSO NON SONO PERMESSI.
Si fermano "persone sospette", ad alcuni vengono chiesti i documenti. Alcuni ragazzi, con la barba incolta, non vengono fatti entrare.
Qualcuno parla di noi chiedendo ad un altro: "Ma siamo sicuri che queste non siano ZECCHE???"
Ci chiamano così, con GRAVE dispregio. Ci chiamano zecche, perché siamo contro il loro DIO e perché critichiamo la sua cattiva politica in particolare in materia d’istruzione.
Le gradinate del palazzetto gremite di gente: ma prevalgono le bandiere della Sardegna, non quelle di Berlusconi. Ovvero gente di destra che non sopporta Soru, non proprio fan di Cappellacci.
Commenti di anziani signori di destra "Non esistono più i comunisti, li abbiamo maciullati", ma anche "Berlusconi e le sue barzellette...ora dirà una cosa, fra cinque minuti sarà pronto a smentirla"

E L'INFORMAZIONE?
Non c'è insomma l'autentica adesione di cui TUTTI I TELEGIORNALI PARLANO.
E ci siamo anche noi, ancora una volta, a contestarlo.
Solo che NESSUO ORA LO DICE: sui giornali, come l'unione sarda, si tratta di "un palazzetto osannante" che sventola le bandiere del PDL e canta in coro l'inno del popolo della schiavitù.
Su Videolina? Niente ancora: si parla della chiusura dell'"intensa campagna elettorale", delle convention di Soru e Berlusconi a pochi metri di distanza, ma non si dice quel che è accaduto al palazzetto dello sport.
La notizia principale, il giorno dopo è la festa di san Valentino, da studio aperta a Videolina.
Silenzio stampa. Forse c'è stato L'ORDINE PERENTORIO DI NON PARLARE, DI NON RENDERE PUBBLICO OGNI EVENTUALE DISSENSO.

IN ATTESA DELLO SHOW.
Ma vediamo come è andata la "conferenza". L'arrivo era previsto per le sei, ma noi aspettiamo ore. Dalle sei alle sette passate siamo sottoposti all'ascolto ripetitivo di "Azzurra libertà" e agli sbandieramenti.
Alcuni signori si rivolgono a noi chiedendoci: "Ma perché siete qui? Avreste dovuto informarvi, potevate andare in platea, vederlo da vicino ed essere anche pagati 50 euro!"
Ah già, mannaggia. Accanto a me, un ragazzo mio coetaneo in cappotto, sciarpino e viso aristocratico, mostra di non star più nella pelle: "Io voglio vedere Silvio!"
Quasi quasi mi viene una pietosa voglia di tranquillizzarlo: arriverà.
Ecco che arriva il DIVO: fa il giro della platea, saluta sorridente.
Inizia la sua performance teatrale: le solite barzellette, le battute e le risate grosse della platea.
(Ma anche i commenti dissidenti di certi signori, che non si fanno certamente abbindolare, pur essendo di destra).

IL PADRINO RIDICOLIZZA IL FIGLIOCCIO
C'è anche la messa in ridicolo di cappellacci: dopo aver invogliato il pubblico a non acclamare lui, Silvio, ma Cappellacci, cioè U-GO! U-GO! U-GO!, ecco che Berlusconi rimette in chiaro le cose: "Tu non darti troppe arie, perché GRAZIE A NOI SARAI...", dice spudorato il Premier al suo protetto.
E dopo l'infelice rispostina di Ughetto, il Barzellettiere aggiunge: "Sono preoccupato: perché da come lo conoscevo io, un ragazzo bravo, intelligente come il padre, che mantenevano gli impegni, adesso lui ha assunto con me un preciso impegno e non lo sta mantenendo: sapete qual è? Tu Ugo non te lo ricordi? CHE QUANDO SONO QUI TU DEVI STARE GIU'" e lo spinge via lontano, ricordandogli di stare al suo posto.
Effettivamente, Cappellacci aveva dimenticato una cosa che Berlusconi si era raccomandato in precedenza di fargli fare: NON SALIRE SOPRA IL GRADINO, messo apposta per il NANO. E ovviamente, questi lo fa scendere senza pudore.

L'ANALISI DEL LINGUAGGIO.
Così inizia il discorso del Paladino dei burattini: discorso è un parolone, effettivamente, perché si tratta di un intreccio di una vera e propria esibizione comica basata sulla messa in ridicolo e sul capovolgimento di significato delle parole che l'ex governatore Soru ha detto sul suo rivale (il Premier, mica Cappellacci).
Le parole di Soru su Berlusconi erano queste: "E' così privo del senso della vergogna e di autocritica da lasciare sgomenti. Il progetto è quello di annichilire le coscienze della gente, di distrarla perché non rifletta".
Ecco come il simpatico attore commenta queste parole: "Io sarei privo del senso della vergogna? Come se Soru mi avesse visto nudo e io non avessi messo le mani così" (E mima il gesto di coprirsi le vergogne). "Senso critico? Sanno tutti che io mi critico: dico sempre che non ho capelli e che non sono alto più di un metro e settantuno" (Notare il travisamento delle parole del rivale: si deve essere davvero STUPIDI per credere che Soru si riferisse alla "vergogna" delle parti del corpo intime e alla critica dei difetti fisici del Premier).
Poi ancora: "Dice che il mio progetto è annichilire le coscienze. Annichilisci la tua coscienza? - dice a una donna in platea - Ci sei riuscita? La hai annichilita? Ce l'hai ancora? Che Vergogna!...Di distrarla perché non rifletta: guardate là fuori cosa c'è! Cosa c'è là dietro? Vi siete distratti? vi siete distratti...eh! e non state riflettendo!" Poi nota un signore davanti a lui con una bella fronte larga senza capelli ed ecco come conclude: "C'è lui che ha la fronte bella immensa come la mia e riflette assolutamente...LA LUCE, ma...in effetti riflette!"
Questo il livello. Ridicolizzazione delle parole dell'avversario, e lotta politica personalistica. - C'è effettivamente da constatare che l'intera campagna elettorale, da ambe le parti, e se vogliamo l'intera politica italiana si basa prevalentemente su attacchi personalistici agli avversari. Poca politica, tanto gossip. Poco interesse per il Paese, tanta lotta per il potere. Attacchi personali e ridicolizzazioni, battute sugli avversari, e pochi discorsi profondi e concreti.

LA CONTESTAZIONE STUDENTESCA.
Torniamo al convegno, che noi studenti non vedevamo l'ora di interrompere. Io fremevo dalla voglia di urlargli contro. Nel momento in cui Berlusconi ha detto che lui non faceva assolutamente niente per sottrarsi alla giustizia, una sola cosa avevo in testa: IL LODO ALFANO. Ma noi eravamo lì per rappresentare la protesta universitaria.
E il nostro momento è arrivato. Forse troppo breve, forse poco incisivo, ma è arrivato. "Fuori i soldi per l'università e diritto allo studio". Le nostre voci che arrivano alle sue orecchie e a quelle dei suoi fan, subito pronti alla rivolta.
Mi arriva l'asta della bandiera di un vecchietto in testa. Non è molto forte. E mentre il popolo dei pupazzi insorge, noi scappiamo.
Io mi dirigo verso l'uscita, senza correre e mi fermano. Fate quello che dovete fare, io la mia parte l'ho fatta e sono soddisfatta.

LA DIGOS UN PO' CONFUSA: SALI SULLA CAMIONETTA! MA CHI TI HA DETTO DI SALIRE???
Mi tengono stretta, mi conducono fuori e mi fanno salire animatamente sulla camionetta. Io accendo la fotocamera e commento il tutto. E subito un altro arriva e mi fa scendere. Io chiedo: "Ma perché mi avete fatto salire sulla camionetta?". E lui mi chiede: "Perché sei salita sulla camionetta, scendi subito!"
E più in là si sentono altre voci: "Fateli allontanare dalla camionetta, fuori!". E mentre mi fanno scendere, non troppo con garbo, io continuo a chiedere: "Ma perché mi avete fatto salire sulla camionetta?". Poco ci manca che mi scaraventino via la fotocamera, la tengo stretta e la spengo; dopo di che, consegniamo i documenti e la situazione si acquieta...
Finita l'attesa, ci restituiscono i documenti e torniamo dagli altri amici-colleghi-manifestanti, reduci di uno sventato sit-in di protesta esterno, smantellato prontamente dalle forze dell'ordine.
Picchiare uno studente, a quanto pare, sembra molto più soddisfacente che combattere la CRIMINALITA', INCOSTITUZIONALITA', ILLEGALITA' di una classe politica vecchia e degenerata.

-scritto da :
LA BESTIACCIA

 
 
 
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