da La Nuova Voce del 17 maggio 2011
LEINI Un libro per testimoniare anni di volontariato in Africa. Lo ha scritto il leinicese Guerrino Babbini, assieme ai compagni Daniele Chiarella e Armando Cossa. Si intitola “La terra dei gamberi e i sentieri dei Balanta” ed è edito da Parole e Musica. Il testo è diviso in tre parti: le prime due sono diari dei recenti viaggi di Chiarella in Camerun e Babbini in Guinea Bissau, la terza è un approfondimento di Armando Cossa, sulla società di quell’area africana.
La sezione opera di Babbini si intitola “Risaie Balanta”, e racconta del soggiorno del leinincese a Bissau, Fahne e altre cittadine e villaggi africani. <L’obiettivo della missione era impostare un progetto di collaborazione per la realizzazione di alcuni orti – racconta Babbini – Assieme ad altri membri dell’associazione mi sono recato laggiù, abbiamo collaborato con i nativi per scavare alcuni pozzi, in modo da “esportare” il concetto di orto, che da quelle parti non è molto praticato>. Sono ormai alcuni anni che l’associazione Abala lite (“Come stai” in lingua Balanta) si occupa di progetti per il rilancio dell’agricoltura e della società africana. <I Balanta hanno un’organizzazione sociale straordinaria, orizzontale, senza gerarchie. Non hanno il concetto di proprietà privata – spiega Babbini – Sono bella gente, intelligente, e sono anche molto puliti. Lo dico perché solitamente non lo si pensa. Nei villaggi si vive come 1000 anni fa, hanno le ruote ma non le usano molto>.
Contrariamente a quanto si può pensare, la Guinea Bissau non è un posto arido, anzi. <Il mare penetra su gran parte del territorio, costituendo ampie zone paludose. Sono stati costruiti lunghissimi argini. Hanno tantissime risaie, infatti io e i miei colleghi siamo andati laggiù proprio per “ristrutturarle”>. Sbaglia chi pensa che laggiù regni la miseria: <Se il raccolto di riso va bene hanno da mangiare, e a meno che non si prendano la malaria o qualcosa di peggio, laggiù sono felici e non ci pensano nemmeno a salire sui barconi e venire in Europa – commenta Babbini – Per questo sarebbe giusto investire su progetti di crescita locali>.
Cosa fa l’associazione Abala lite. Una ventina di soci, una dozzina di volontari attivi, da anni ormai sono impegnati nei vari progetti: <Abbiamo costruito una scuola, scavato molti pozzi per l’accesso all’acqua. Siamo laggiù almeno 6-7 mesi all’anno – spiega Babbini – Io personalmente ci vado una volta l’anno e ci sto un mese. In generale siamo abbastanza lontani dai problemi religiosi, ma collaboriamo con i missionari che lavorano là, sono gente molto seria>.
Il prossimo viaggio? <L’anno prossimo, ma prima di me altri andranno laggiù. Anche perché basta andarci una volta per prendersi il “Mal d’Africa” e voler subito tornare>.
Lorenzo Bernardi