Creato da: farronait il 16/11/2005
Il paradiso delle slazeghe in ghisa grigia. Armiamoci di crogiuoli e altoforni e produciamo slazeghe in ghisa grigia!

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

farronaitvolandfarmlottergstoorresasebastianopiccolroazSdoppiamoCupidodolce_rivoluzionariagiulia_gt
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« SCONCERTO NEL MONDO POLITICOImmagini crude: cosa ne pensate »

Italia-Kosovo.

Post n°33 pubblicato il 19 Marzo 2006 da farronait

Sono tornato in Italia, oggi 18 marzo 2006. Sono atterrato a Treviso. Piero, un mio amico conosciuto in Portogallo, mi ha portato fino alla stazione dei treni. Di li, in treno, dopo un tost e una birretta, mi sono avviato verso Mestre. Qui ha inizio la storia che andrò a raccontarvi. Penso che farà riflettere.
Sono sul binario 6. Aspetto l'Euronight per Nizza che mi avrebbe portato fino a Verona.Mi si avvicina un vecchio grassone accompaganto da una prostituta di colore; lei mi chiede se il treno che sarebbe arrivato di li a poco si sarebbe fermato a Brescia. Lui, troppo imbarazzato per parlare, lascia parlare la signorina che a stento capiva l'italiano; sarebbe tornata a Brescia dopo una serata in compagnia col grassone timido.
Mi si avvicina Carlo, un ragazzo di Foggia; mi chiede se il treno sarebbe passato per Padova. Carlo aveva perso la coincidenza con un altro treno; è infuriato e decide di prendere l'Euronight per Nizza senza pagare il supplemento. Iniziamo a parlare, prima dei problemi di Trenitalia e poi del mio erasmus...scopro che studia ingegneria a Trento, TLC, ci conosciamo meglio chiacchierando. Gli piace Rovereto e è li che insegna scherma al circolo Tettamanti, dove mi allenavo io: abbiamo molte cose in comune. Ci si avvicina un giovane straniero, ache lui vuole sapere se il treno ferma a Padova; chiede una sigaretta a Carlo. Finalmente, ci si avvicina un altro giovane straniero. Ha due sacchi con se, molto voluminosi. Chiede se è il treno per Monaco di Baviera, non sappiamo rispondere, va a Nizza ma potrbbereo dividersi a Verona, non sappiamo. Lui dice di aver chiesto al capostazione, voleva solo una conferma del binario. Inizia a parlare con noi, che eravamo nel bel mezzo della nostra conversazione. Ogni tanto si allontana per poi ripresentarsi con nuove domande e riflessioni. Non capiamo molto il suo comportamento. Ha voglia di socializzare forse?! Arriva il treno e saliamo tutti e tre. Io ho il posto prenotato, Carlo no, e il nostro amico....bè non lo sappiamo; non ci ha detto se ha il biglietto. Dopo pochi minuti si confessa, si apre a noi; a noi, 2 ragazzi incontrati in una stazione, in un desolato sabato notte di marzo. Ci dice di essere appena uscito dal carcere, è uscito la mattina, dopo 6 mesi di prigione. Non chiediamo come è finito dentro, e lui non ce lo dice. Continuiamo a parlare del più e del meno, spesso lui parla delle sue abitudini in carcere. Poi ci dice che entro 5 giorni deve abbandonare il suolo italiano. 6 mesi fa era finito dentro perchè non aveva lascito l'Italia nei termini dettati dall'espulsione, era clandestino, e lo è tuttora. Ha ancora 5 giorni, meglio 4 perche oggi ha perso un'intera giornata con la burocrazia penitenziaria. Deve raggiungere Bolzano per altri permessi, o qualcosa del genere. Ovviamente non ha soldi e quindi non ha il biglietto. Ci dice che se fra 4 giorni lo troveranno ancora in Italia, rischia da 1 a 5 anni di carcere! Gli chiediamo dove vuole andare; lui è del Kosovo, vuole andare lontano dalla sua terra...il probema è che la vita nella parte dell'Europa dove viviamo noi costa molto cara. Ci fermiamo a Padova, Carlo scende e ci saluta, il nostro compagno ed io restiamo a bordo. Arriva il controllore. Mostro il biglietto, altrettanto non può fare il mio compagno, che subito mostra la carta di espulsione al controllore. Gli dice che deve raggiungere Bolzano al più presto. Questo non ne vuole sapere, non lo ascolta, gli dice di scendere. Io sono spinto dalle persone verso le cabine. Gli dico un impacciato "In bocca al lupo". Non so se mi sente. Trovo un posto dove sedermi. Lo scompartimento é quasi vuoto. Un ragazzo è al telefono con la sua ragazza, sono patetici. Lui deve cercare il bagno e le chiede di restre in liena. Mi fanno schifo e mi faccio schifo....penso al kosoviano, deve abbandonare l'Italia ed è senza soldi; come diavolo fa uno senza soldi a raggiungere Bolzano e poi abbandonare l'Italia in 4 giorni se non lo fanno andare in treno?!? Autostop?! Voi lo prendereste su uno così? con due sacchi neri della spazzatura pieni di vestiti?! Allora, con la scusa di andare in bagno, decido di tornare indietro per vedere se è ancora sul treno o se lo hanno fatto scendere. Con grande sorpresa c'è ancora, sono felice. E' acora li con il controllore il quale ha chiamato la polizia che arriverà a minuti. Gli chiedo come va, sono impotente. C'è anche un altro ragazzo appena salito che ha assistito alla scena del controllore e sa la storia del kosoviano, ne parliamo un ' e lo incoraggiamo. Sembra abbastanza sereno. Forse ne ha vissute troppe per scoraggiarsi; sa come va la vita, sa cosa sono le delusioni e ha visto infrangersi  molte delle sue speranze. Il bagno è occupato, ne aprfitto per parlare un po'. Arriva una signorina abbastanza vistosa: bionda, stivali alti, rossetto e rimmel, pantaloni alla marinara.... Con arroganza chiede se il bagno è libero. -"no è occupato" risponde l'altro ragazzo. -"cazzo! si prenota anche sto cazzo di treno e il cesso è sempre occupato!" risponde a tono la signorina. Noi tre ci guardiamo con sguardo interrogativo. Mi fa propro schifo quella! Ad un certo punto le cade la borsetta mentre stava sistemandosi il trucco -"Mha che cazzo" esclama. Mi fa proprio schifo quella. Il bagno si libera e decido di non cederlo alla signorina, ci vado io prima! Esco, scambio due arole col kosoviano e poi lo saluto augurandogli buona fortuna. Sono un pò scosso, sarà la stanchezza del viaggio. Torno a sedermi, prendo il computer e inizio a scrivere questa lettera. Scrivo, ascoltabdo i sottofondo le bestemmie di un veneto che aveva perso il portafogli. Ora sono quasi arrivato a Verona, spengo e mi preparo. Quando ho un po' di tempo vi racconterò se ho visto ancora il kosoviano....

....sono arrivato a casa, sono le 1.30 circa. Ho bisogno di finire la lettera. Il kosoviano c'era. Era in una cabina. Tutta per lui, era solo con i suoi sacchi aperti. Tutti quelli che scendendo passavano davanti alla cabina lo guardavano tra lo stupito e il disgustato. Io passando avrei voluto salutarlo...ma era girato di spalle e la cabina era chiusa....non l'ho salutato. Penso che ora sarà sulla strada verso Bolzano...speriamo.
Io mi chiedo: ma cavolo, se lui fosse stato in carcere a Foggia e avesse dovuto raggiungere prima Bolzano e poi abbandonare l'Italia, bene , come avrebbe fatto senza un euro in tasca? E' possibile? No! E al controllore cosa costava lasciarlo sul treno? Deve abbandonare l'Italia, lascialo andare almeno, lascialo raggiungere Bolzano e poi lascialo uscire. Cavolo, rischia da 1 a 5 anni!
Dico io, almeno consentire a questi poveracci di viaggiare in treno o in autobus fino a dove devono arrivare, almeno questo!
Ma perfortuna il nostro amico ha trovato due agenti della Polfer umani e comprensivi che lo hanno lasciato su quel treno.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963