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SAYED AGHA

Post n°11 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da hesse_f
 

Messaggio N°102                                                                              31-03-2007


Sayed Agha


Era un lavoro come un altro il suo, giusto per mantenere la moglie e quel figlio che sarebbe nato fra tre mesi.
Nella maggior parte dei casi nemmeno riusciva a parlare con le persone che scorrazzava nei posti più impensati. Verrebbe da dire insensati perché a volte i giornalisti o i fotografi vanno dove non dovrebbero andare.
D’altra parte in questo paese, dilaniato dalla guerra, quali sono i posti giusti da visitare, da vedere, o semplicemente, in cui vivere?
Scrivevano, in altre lingue, storie che lui non avrebbe mai letto e niente sapevano della sua vita. Sayed non faceva altro che guidare e il giornalista quel lunedì voleva andare nella zona di Nad Ali, insieme al suo interprete, per intervistare dei capi talebani.
Strade polverose, difficili da battere e pericolose anche; un tragitto comune in cui 
ognuno è preso dai propri pensieri: un bambino che nascerà tra poco, un articolo che vorrebbe scrivere al più presto.
Sayed, Ajmal, Mastrogiacomo l’autista, l’interprete e il giornalista vengono fatti prigionieri e i pensieri e le speranze ora diventano comuni. Anche le colpe sembrano le stesse: sono spie dei nemici, collusi con chi la vuole far da padrone nella terra che lo ha visto nascere. E le loro mogli, sono mogli di spie e i figli, figli di spie.
Sayed viene soffocato con una sciarpa e poi decapitato davanti a Mastrogiacomo che verrà invece rilasciato. La sorte di Ajmal non è ancora chiarita ma Sayed, lui è morto solo perché faceva l’autista, e guidava perché voleva un figlio, una speranza, una parvenza di normalità, in un paese che ha poco di normale se le boccette di shampoo possono essere scambiate per “laser usati per indirizzare attacchi aerei su posizioni dei talebani”.

Da noi era “l’autista di Mastrogiacomo” e pochi conoscevano il suo nome, ma nel suo paese, per la sua famiglia e per gli amici si chiamava solo e semplicemente Sayed Agha.

A.

  
 
Inviato da: hesse_fTrackback: 0 -Commenti: 52

a.b.



 
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Commenti al Post:
Noneraunsogno
Noneraunsogno il 07/02/10 alle 13:25 via WEB
Penso che di sayed agha ne muoiono ogni giorno tanti, ovunque. Sono i morti che non appartengono a nessuna ideologia, perchè sono morti di uomini qualunque, vittime della follia dell'uomo al tempo della guerra. Mi scuso se oso accostarle per intensità morale ai morti caduti nel lavoro, anch'essi vittime sacrificate della follia degli uomini al tempo della pace. E' bellissimo quello che lei ha scritto. e.c.g.
(Rispondi)
 
 
hesse_f
hesse_f il 07/02/10 alle 14:11 via WEB
è vero stesse le vittime, stesse le follie. Cambiano solo i nomi dei soggetti e delle condizioni. Grazie, a.b.
(Rispondi)
 
filo60
filo60 il 07/02/10 alle 14:57 via WEB
Morire non di morte violenta ma..lentamente in un paese che "dovrebbe"essere il nostro...siamo un pò tutti Sayed Agha....sacrifici stenti ogni giorno tutti i giorni una morte lenta,una lenta agonia senza certezze e i nostri giovani ancora peggio un post da quello che vedo che aveva avuto 52 commenti ed oggi mi chiedo cosa è cambiato??la paura di esporsi??il timore di sbagliare nel parlare??cosa è cambiato dai mitici "2006"??? per me nulla io sono qui (per adesso tu pure!!)domani ....saremo presi da impegni ma...un pezzetto di cuore sarà rimasto qui dentro :-) un sorriso A.tvb come sempre :-) ps anche se spariamo cazzate :-D
(Rispondi)
 
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