No, non il gruppo rock, di fine anni sessanta. Io intendo proprio sudore, lacrime e sangue, ciò di cui è fatta la vita di tutti quelli nati senza paracadute, senza i soldi di papà a parargli il culo e a farli crescere bene; la vita di tutti quelli nati senza pedigree o, peggio, nati col pedigree sbagliato.
Mi dici: "Sono andata alla libreria di G. oggi. C'era odore di sudore rancido, o forse di sporcizia, non lo so, ma era forte, mi ha nauseata. Credo dorma in libreria, perché lì, da una parte, sembrava ci fossero dei vestiti ammucchiati e altre cose buttate là come se avesse preso a vivere nel suo minuscolo negozio".
Lo dici con un'espressione strana sul viso, come di chi non capisce. Come se G. non potesse trovarsi in difficoltà per il semplice motivo che fa parte della tua vita, come se aver sentito sotto i piedi i cocci della decadenza e respirato nella tua aria gli odori peggiori della vita ti avesse frastornata. Come se nel cerchio della tua esistenza fosse sorprendente una vita in Do minore.
Quando la sconfitta entra nelle nostre stanze senza il filtro sterile di uno schermo televisivo o priva dell'anestetico esalare d'inchiostro tra le pagine di un giornale, quando non è accartocciata all'angolo di una piazza a lato dei tuoi passi... quando non si scontra, ma si incontra con la tua vita, allora se ne sente tutto il tanfo sotto il naso.
Adesso i tuoi occhi sono come pozze d'acqua in cui sia stato gettato un sasso. Increspature concentriche si staccano dal centro dei pensieri corrugandoti la fronte.
Io non so se G abbia problemi, né di che tipo, ma la vita di certe persone è così: lacrime, sudore e sangue.
È così anche se confina con la tua, anche se a volte si intreccia, con la tua.
Sì, la vita di certe persone è lacrime, sudore e sangue, tutto chiuso in tante piccole buste di plastica legate strette per non disturbare l'olfatto di chi passa accanto credendo di sapere senza neppure immaginare; credendo di sapere senza conoscere i silenzi carichi di pudore né i pensieri confusi col rumore del mondo che corre intorno
Certe vite sono così, e capita, a volte, che si insinuino come fumo nelle fessure del dubbio: è allora che, per qualche istante, si aprono sulla pelle intatta le crepe delle della nostra "borghesitudine" distratta.
Buona serata, madame.
Ma quello che mi fece più male, allora, fu il turbamento che le lessi negli occhi: io ero un derelitto e quella sua espressione mi fece pensare che prima o poi avrebbe visto diverso anche me. Uno straniero nel suo mondo, capitato lì per caso e che solo per caso, o necessità, o che so io, mi avesse chiamato amore.
Ciao, Wood
Allora, diciamo che c'è chi suda di più e chi di meno; chi piange di più e chi di meno e chi sputa più sangue di altri per tirare avanti. Però, vedi, non è tanto questo, ciò che mi lasciò perplesso, allora, quanto più il fatto che alla persona in questione sembrò strano (anche se strano non è la parola giusta, forse) che qualcuno facente parte della sua vita, se così vogliamo dire, fosse in difficoltà.
E siccome io mi sentivo come una di quelle persone che chiudono tutto in quelle buste di plastica legate strette, l'effetto che questa sorta di meraviglia della mia compagna ebbe su di me, fu quello di cui ho parlato nella risposta a Wood.
Ciao, EleP :-)
Però è bello sapere che qualcuno te l'appoggia.
...almeno finché non comincia anche a spingere :-)
Ciao, EleP.