Creato da fiammalarossa il 21/10/2011
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Il lupo appartiene alla famiglia dei Canidi , cioè i carnivori da cui discendono i nostri cari e fedeli amici cani. Esso è il più grande esemplare tra questa famiglia,infatti arriva alla lunghezza di 120-140cm e 60-80cm di altezza. Il suo peso varia a seconda della zona in cui si trova:il lupo eurasiatico arriva a 38kg;lupo nord americano 36kg;lupo indiano e quello arabo 25kg.
Nel 1939 è stato abbattuto un esemplare selvatico di 80kg,rimasto fin ora il peso record,solo in Alaska e Canada, raramente si sono visti esemplari di 77kg.
Ha una fronte ampia e le mandibole sono molto robuste e ha una dentatura formata da canini affilati,lunghi e leggermente ricurvi,in questo modo può afferrare con maggior facilità le sue prede.
Le orecchie sono più lunghe e più larghe,rispetto a quelle dei cani,presentano un attaccatura laterale e solitamente le tiene alzate e diritte.
Il pelo è molto folto e il suo colore varia a secondo delle stagioni e dell'età;il più diffuso è il lupo grigio,ma può essere anche marroncino,beige,nero e bianco,il più raro e il mio preferito.
Il suo habitat preferito è caratterizzato da foreste di pianura,montagna o anche radure.
Alcuni anni fa,era diffuso in tutto l'emisfero boreale(intorno al15°parallelo. A causa della caccia spietata dell'uomo,ora il numero di esemplari è molto ridotto in Europa e negli Stati Uniti,dove è sopravvissuto solo in Minnesota e Alaska.
Però,con l'aiuto della forestale e delle associazioni animaliste,il lupo sta gradualmente ripopolando le nostre foreste.
I lupi sono organizzati in "branchi",cioè strutture sociali gerarchiche, la cui grandezza varia a seconda dell'habitat,del cibo disponibile e della personalità del lupo stesso.Possons essere formati da 2 a 20 lupi.
A volte capita che un lupo si stacchi dal branco di nascita e rivendichi il suo territorio,per poi cercare altri individui cercando di evitare territori di altri lupi,perché altrimenti verrebbero cacciati o uccisi.Guidati da una coppia di esemplari,che vengono chiamati:maschio e femmina alfa, ma solamente uno dei due può essere il capobranco. Questa coppia è libera di fare ciò che vuole,infatti decide dove e quando andare, cosa fare...tutti gli altri esemplari,che sono uniti da un forte senso di collettività,li seguono.
Di solito il lupo è un animale fedele, infatti,se per esempio muore il maschio alfa,la femmina raramente cerca un nuovo compagno e resta da sola alla guida del branco e viceversa.
È sempre questa coppia che è in grado di portare alla maturità una cucciolata anche con l'aiuto degli altri esemplari.I cuccioli,quando saranno adulti ,potranno scegliere di restare ad allevare i nuovi nati oppure allontanarsi.
Una seconda coppia,chiamata "beta",può sostituire la coppia alfa,ad esempio per allevare i cuccioli.
Naturalmente il lupo che sta a capo del branco,quando è vecchio, può decidere di lasciare il posto ad un giovane motivato,senza spargimenti di sangue,oppure può scegliere la lotta, ma viene usata da pochi.
I lupi cacciano sempre in gruppo in modo cooperativo;a seconda della preda che devono catturare utilizzano tecniche diverse,come l'attacco a sorpresa o cacce a lungo termine o quando le prede sono molto grandi,attaccano da tutte le direzioni,puntando al collo e alle parti laterali dell'animale.
Mentre i lupi solitari si lanciano addosso alle loro prede,le bloccano a terra con le zampe anteriori .
Le loro prede di solito sono:alci,caribù,cervi,roditori e anche piccoli animali.
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Qual'è la storia del vischio? E perché a Natale e Capodanno
ci si bacia sotto un ramo di vischio?
L'usanza di appendere un ramo di vischio all'uscio di casa
nasce nel Nord Europa, dove il vischio era ritenuto
di buon auspicio oltre che terapeutico.
Nella mitologia scandinava, il vischio è anche la pianta sacra di Frigg,
dea dell'amore: dopo che suo figlio Balder venne ucciso
da una freccia di vischio,
Frigg cominciò a piangere sul suo corpo,
e mentre le sue lacrime si trasformavano nelle perle
bianche del vischio, Balder tornò in vità;
per la felicità, Frigg cominciò a baciare chiunque passasse
sotto l'albero sul quale cresce il vischio
(di solito pioppi, olmi e tigli), facendo sì che
non potesse capitare mai nulla di male a
tutti coloro che si fossero dati un bacio
sotto un ramoscello di vischio.
Com'è nata la tradizionedel bacio sotto il vischio?
Questa usanza nasce dal potere che i Druidi del nord Europa attribuivano a questa pianta, ritenuta magica e curativa. I Druidi ritenevano infatti che quando due nemici si fossero incontrati sotto una pianta di vischio, avrebbero dovuto deporre le armi e concedere una tregua alle loro ostilità.
Da allora l'usanza di appendere del vischio sulla porta di casa, per garantire pace e serenità all'interno della propria dimora, si è estesa in tutto il mondo.
Poiché il vischio era anche la pianta della dea Anglosassone Freya, protettrice dell'amore e degli innamorati, si è diffusa anche l'usanza di scambiarsi un bacio sotto al vischio, per promettersi amore e affetto e per augurarsi un periodo di felicità in casa
Fonti:
Ingiroperinternet
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caro amico non ti auguro
buon anno perchè
un anno solo non basta
per dirti auguri e
tanta felicità
un anno è poco e
vola veloce
senza occorgerti
sei già
dentro
il 2013
e allora
sai che ti dico
auguri sempre
salute gioia e
felicità
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"Il pelo è mio e lo gestisco io": l'ex pornostar Emanuelle Cristaldi contro la vendita di pellicce
Sabato, 7 gennaio 2012 - 12:55:00
Da Sasha Grey a Pamela Anderson, da Naomi Campbell a Elisabetta Canalis: sono tante le star che si sono spogliate per difendere gli animali
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Non solo star di film a luci rosse ma anche una donna impegnata in difesa degli animali. L'ex pornostar, ora dj Emanuelle Cristaldi, scende in campo a fianco dell'associazione Aidaa. Nel 2011 il mercato della pellicceria, dopo anni di decrescita, ha avuto una forte impennata di vendite: per questo l'organizzazione lancia la campagna 2012 contro la vendita e l'uso delle pellicce dal titolo provocatorio "Il pelo è mio e lo gestisco io".
Emanuelle Cristaldi sarà testimonial della campagna. Tra gli appuntamenti tre incontri pubblici nel prossimo autunno a Milano, Roma e Firenze in cui esperti parleranno delle razze degli animali da pelliccia in via di estizione e del maltrattamento e della crudeltà a cui sono sottoposti negli allevamenti intensivi, rendendo anche noti i dati aggiornati di quanti milioni di animali ogni anno vengono sacrificati per realizzare non solo pellicce, ma anche interni e colli di giubbotti e cappotti, guanti, stole e accessori.
La campagna avrà anche momenti più comunicativi attraverso una serie di flash mob volanti vicino alle maggiori pelliccerie italiane e all'interno di negozi. Sono previsti anche una serie di 12 manifesti e locandine (uno per ogni mese), alcuni dei quali informativi, altri volutamente provocatori, che saranno affissi e che diventeranno poi il primo calendario anti-pelliccia 2013 di Aidaa.
"Ogni anno nel mondo sono decine di milioni gli animali che vengono uccisi in natura, ma anche allevati appositamente per essere ammazzati e il loro pelo usato per farne pellicce - ricorda Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa -. Noi con la nostra campagna vogliamo ricordare questo inutile massacro sia attraverso convegni che azioni di denuncia dimostrativa dai toni espliciti e molto forti ma assolutamente non violenti che avranno il pregio della sorpresa".
"Un grazie speciale a Sabrina Barsotti, in arte Emanuelle Cristaldi, che si è offerta con l'entusiasmo che la contraddistingue a sostenere la nostra causa e diventando cosi la testimonial della campagna 2012 anti pelliccia di Aidaa - aggiunge il presidente -, una campagna necessaria ancora di più se si pensa che nel 2011 il mercato della pellicceria dopo anni di oblio ha avuto una forte impennata di vendite".
"Spiegare come si massacrano gli animali - conclude Croce - per vestire delle persone può aiutare a rinunciare a questo capo che di fatto è realizzato con l'involucro esterno dei cadaveri di animali".
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mi tolgo le scarpe
e in punta di piedi
cammino scalza
mentre fuori piove
guardo dai vetri
sciovolar lentamente
le gocce cosi
col mio libro in mano
mi addormento
chissà dove andro
nel mio sogno----
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Il ritorno del Grande Fratello e l'orrore televisivo del week-end
Scritto da Marco Prato in I Telegenici
Ok, è quasi tutto pronto: da lunedì 26 ottobretorna su canale 5 la decima edizione del Grande Fratello. E a condurlo troviamo di nuovoAlessia Marcuzzi che pur non essendosi ancora pentita a dovere delle sue ultime prove attoriali sa perfettamente come far funzionare quel baraccone che è il GF [...]
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Facebook ha una relazione complicata col cervello
L'estensione della propria rete sociale è collegata all'estensione di alcune parti del cervello. Ancora non si è in grado di dire, però, quale delle due influenzi l'altra
Roma - Sulla rivista Proceedings of the Royal Society B Biological Sciences è stato pubblicato uno studio, condotto da un team di ricercatori della UCL (University College London), che dimostra una correlazione tra la grandezza di alcune aree cerebrali e l'ampiezza della propria rete di amici su Facebook.
La ricerca è stata condotta su un gruppo di 150 volontari, di cui sono state analizzate le risonanze magnetiche della testa. Sono stati, poi, contati i loro amici, sia su Facebook sia nella vita reale. In realtà la correlazione tra la rete "reale" e il volume della matera grigia è stata rilevata per una sola area cerebrale, l'amigdala: un precedente studio aveva già dimostrato un legame di proporzione diretta tra la materia grigia e l'ampiezza e la complessità delle reti sociali reali.
Per le restanti tre aree del cervello considerate, invece, la correlazione tra la loro dimensione e la dimensione delle reti sociali esiste solo quando si parla di amici virtuali, mentre ètotalmente assente nel caso di amici reali. Le aree analizzate sono: il solco temporale superiore, area legata alla percezione sociale, la circonvoluzione temporale media, associata alla lettura degli stimoli sociali, e la corteccia entorinale, legata alla memorizzazione.
Il problema è che, nonostante sia stata evidenziata una correlazione tra i due fenomeni, non è stato ancora possibile stabilire la direzione di tale correlazione: le persone con queste tre aree del cervello particolarmente sviluppate sono maggiormente predisposte a stabilire amicizie su Facebook, o la dimensione della propria rete sociale può stimolare le aree del cervello in questione?
La risoluzione di questo punto è centrale non solo per il caso specifico della singola ricerca ma per l'interpretazione di un concetto più ampio: "La domanda interessante ora - spiega il dottor Ryota Kanai, tra i ricercatori autori dello studio - è se queste strutture cerebrali possano cambiare nel tempo. Questo può aiutarci a rispondere a un'altra domanda: Internet sta cambiando i nostri cervelli?".
Persino il professor Dunbar, autore della celebre teoria del numero massimo di relazioni instaurabili, è intervenuto sul tema, concordando che "la questione rilevante rimasta insoluta è se queste parti del cervello siano determinate dai geni o se, inserendo delle persone in un adeguato contesto sociale, queste aree cerebrali crescano e, quindi, possa crescere a sua volta il numero di relazioni che si possono intrattenere nella vita adulta".
Lo studio, infine, riportano gli autori, ha dimostrato anche che il numero di amici su Facebook riflette il numero di amici non virtuali. Se questo fosse vero si metterebbero a tacere lericerche che collegano il massiccio uso di Internet all'aumento delle diagnosi di autismo. In realtà, però, è una questione ancora controversa e non mancano le voci fuori dal coro: la dottoressa Heidi Johansen-Berg del Centro per l'imaging a risonanza magnetica funzionale del cervello dell'Università di Oxford, ha dichiarato che in realtà lo studio dimostra solo una debole relazione tra il numero di relazioni Facebook e il numero di amici nel "mondo reale".
"Può darsi - prosegue - che il numero di amici Facebook sia più strettamente correlato con il quantitativo di tempo passato su Internet, con l'età o con il tipo di telefonino che si possiede". "Lo studio - conclude Johansen-Berg - non è in grado di dire se usare Internet sia una cosa buona o meno per i nostri cervelli".
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