Creato da coco1953 il 02/11/2010

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Smemorati

Post n°14 pubblicato il 08 Marzo 2011 da coco1953
 

Ieri c'era su Repubblica un articolo molto interessante su come stiamo perdendo la "memoria". Ormai quasi nessuno ricorda numeri telefonici, tabelline, nozioni generali. Siamo talmente assuefatti alla dittatura di telefonini, calcolatori, motori di ricerca sul web che abbiamo perso la memoria di tutto o quasi. Anche se sappiamo, perché sappiamo, perché abbiamo incamerato migliaia e migliaia di informazioni nel corso della nostra vita, ci sembra di non sapere niente. Se la memoria non viene oleata, si impigrisce. Quante volte mi capita, scrivendo qualcosa, di cercare conferme su "google": com'è scritta una parola straniera, una sigla, una data, il nome esatto di qualcuno, il titolo preciso di un libro, di un film, di una canzone. Cose che spesso so alla perfezione, non perché sia un genio, perché le so e basta. Eppure, il tarlo dell'insicurezza, della pigrizia, ti rende immemore, una sorta di analfabeta di ritorno. Ma se manca la corrente in senso reale o figurato, la memoria torna, annaspa nel buio della presunta ignoranza ma poi torna. Un po' di tempo fa ho perso il cellulare in un taxi, andando a un appuntamento di lavoro. Arrivata al convegno, appunto, volevo silenziare il telefonino. Cerco nelle varie tasche, rivolto la borsa, niente, del cell. neanche l'ombra. Sempre più impanicata, prendo da parte un'amica e le chiedo di fare il mio numero. Niente squilla e niente vibra. Il panico si trasforma in autentico terrore, in quell'affarino c'è concentrata tutta la mia vita, i miei contatti. Faccio telefonare dall'amica in ufficio, chiedo alla mia collega di guardare sulla scrivania, sotto la scrivania, niente. Penso con orrore che dopo il convegno ho un impegno a cena con amici, vorrei avvisarli che arriverò in ritardo, che ho questa grana da risolvere, peccato che non abbia la più pallida idea di quale possa essere il numero di uno di loro. Chiedo all'amica di richiamare il mio cell. (unico numero, insieme a quello di casa e dell'ufficio di cui mi ricordi) e, miracolo, risponde, è il taxista, che l'ha trovato sul sedile. Me lo riporta, voglio dargli una mancia, pagargli almeno la corsa, niente, me lo restituisce con un sorriso. Torno in possesso dell'aggeggino magico e mi sembra di aver ritrovato me stessa. Assurdo, io sono io, in carne ed ossa, con i miei pensieri e la mia specificità, non sono una fila di numeri, non sono una rubrica, non sono nemmeno quella me stessa virtuale che sorride su Facebook o dal profilo del blog di Libero. Facile a dirsi. Ricordo (beh, di qualcosa mi ricordo anche senza aiutino...) che tempo fa stavo facendo la settimana enigmistica. L' incastro da riempire era di 7 lettere: fiore aromatico seccato per odorare armadi (o qualcosa di simile). La soluzione era scivolata in un cassetto della memoria e non saltava fuori. Aperto lo stipo della biancheria, mi è arrivato alle narici quell'odore buono, di fresco e di pulito: lavanda, ovvio, ce l'avevo sulla punta della lingua. Dicono che per invecchiare bene, bisogna continuare a esercitarla la memoria, mandare a mente poesie, o le tabelline, come ci insegnavano da bambini. 2X2=4 Rosa/Rosae/Rosarum/Rosis Quanto caro mi fu quest'ermo colle...

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Commenti al Post:
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/03/11 alle 21:29 via WEB
meno male che odori, sapori, sensazioni tattili, luci e suoni non si lasciano fregare dalle memorie virtuali!:)
 
fedechiara
fedechiara il 08/04/11 alle 08:12 via WEB
...e questa siepe / che di tanto orizzonte il guardo esclude. Tutto vero, Coco. E, tuttavia, l'andare delle generazioni comporterà un uso smodato di questo 'appalto della memoria' a protesi esterne perchè enorme è il numero di informazioni che quotidianamente affluiscono al centro-motore dei nostri cevelli. E' comodo l'appaltare e il demandare e tutti ci comportiamo di conseguenza. Però potrebbe succederci di rinsavire d'un botto - come accade al comandante dell'astronave di 2001 Odissea nello spazio - costretto a uccidere Hal, il megacomputer, e assumere di persona l'onere di tutto sapere e decidere. ...e quindi uscimmo a riveder le stelle. Abbraccione.
 
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