Trillo di cellulare. Sull'autobus. Mia sorella.
- Ciao Sandri'
- Ciao.
- Come stai?
- Bene, grazie, sono sull'autobus.
- Ah ecco perché sei così serio.
- Gia'
- Senti mi serve la ricetta dei carciofi come la faceva nonna.
- Ti chiamo dopo.
- La devo fare ora!
- Hai da scrivere?
- Si, spara.
- A te dovrei sparare..
- Dai dimmi.
- Hai la pentola a pressione?
- Si.
- Ok. Allora pulisci i carciofi e mettili in acqua acidula.
- In che?
- Una bacinella con l'acqua e dove hai spremuto un limone e mezzo.
- Ok. Poi?
- sbuccia tre spicchi d'aglio e mettili nella pentola a pressione, con mezzo bicchiere d'olio extravergine e un bicchiere e mezzo d'acqua.
- Ok.
- Scalda un pochino ma non troppo e poi farcisci i carciofi, dopo averli aperti un poco, con del prezzemolo o corriandolo fresco o timo fresco, sale e un pizzico di pepe o peperoncino.
- Ok.
- Infila i carciofi a testa in giù e metti i gambi dove capita.
- Ma li devo tagliare?
- Certo che si. Li devi anche sbucciare.
- Ok. Quanto devono cuocere?
- Circa una mezzoretta. Qualcosa di meno qualcosa di più.
- Grazie fratellino.
- Prego. Fammi sapere come vengono.
- Ok!
Click. Ha attaccato. Mi guardo intorno e c'è una signora che mi sorride.
- Scusi, non ho potuto fare a meno di sentire, le posso chiedere una cosa?
- Certo.
- Quanto li capa i carciofi?
- In che senso?
- Quanti strati di buccia toglie?
- Finché non vedo che sono gialli, rosati.
- Grazie. Ho preso appunti, i carciofi non li ho mai saputi fare.
- Speriamo che le vengano bene.
- Ma lei è cuoco?
- No, perché?
- C'aveva troppo chiara la ricetta in mente. Si vede che lo fa spesso.
- In effetti mi piacciono molto.
Mancano un paio di fermate e scenderò, mi avvicino alla porta, quella accanto all'autista. L'autista mi guarda. Io guardo lui.
- Lo sai che m'hai fatto veni' l'acquolina.
- Mi dispiace.
- Mi dispiace di più a me, che devo fa' ancora un paio d'ore di servizio.