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ALEX SANDRO - LA SINISTRA AL POTERE

Il ritorno del Brasile, quantomeno a livello giovanile, ad alti livelli nel calcio che conta, come sta dimostrando la selezione under 23 gudata da Menezes in queste Olimpiadi di Londra, mette nuovamente in luce i tanti nuovi giovani talenti della terra per eccellenza più fertile del calcio mondiale, leggermente arida negli ultimi anni. Oltre ai soliti Lucas, Thiago, Damiao, Neymar, chi più chi meno alla ribalta da un po' in campo internazionale, la vera sorpresa è data da quei giocatori fino ad ora "sconosciuti" o comunque rinomati solo per le loro potenzialità, del tutto ancora inespresse, e che sono sul punto di fare il salto di qualità. E' il caso di Alex Sandro Lobo da Silva, più comunemente noto come Alexsandro, resistente mancino verdeoro, alla ribalta in questa competizione. E pensare che lui, 21 anni, tanto sconosciuto non dovrebbe esserlo, visto che è reduce da una stagione, seppure vissuta ancora ai margini per problemi di adattamento al calcio europeo, non in una squadra qualunque, ma in quel Porto fornitore di talenti qual è in questi ultimi anni. In terra latina non ha ancora sfondato, è vero, ma se è stato acquistato dal Santos, dove due anni fa aveva disputato un'ottima stagione, per 9.6 mln, e se possiede una clausola rescissoria da 50 mln, un motivo ci dovrà pure essere, e il motivo sta nel fatto che gli osservatori del Porto hanno intravisto in questo giocatore straordinarie qualità che pian piano stanno venendo fuori. Tutto mancino, forse fin troppo, ma non è un limite, gioca naturalmente a sinistra, anche se non è raro trovarlo dall'altra parte del campo a provare recuperi impossibili, per via della sua generosità. Impossibili, ma non per lui, che nonostante l'1,78x78 dimostra una forza fisica, una resistenza e un dinamismo straordinario. Non solo però fase difensiva, anzi, il meglio Alex Sandro lo da dalla parte opposta. Oltre ad essere insuperabile nell'uno contro uno, è molto abile poi a ripartire palla al piede, e a rovesciare il fronte da difensivo ad offensivo. E quando riceve palla sulla metà campo avversaria, sia che abbia spazio che no, è comunque sempre devastante: abilissimo nell'uno contro uno anche ad attaccare, salta sempre l'avversario diretto grazie ad una agilità di gambe e accelerazione superiore, riesce sempre arrivare sul fondo, o comunque a creare la superiorità numerica e pericoli alla squadra avversaria. E non datelo mai per stanco, è capace di sovrapporsi sulla fascia anche al 90esimo. Un esempio di dinamismo e forza di volontà dunque di questo ragazzo, a cui non mancano comunque difetti da correggere, che sono il motivo per cui ancora non è riuscito ad affermarsi in europa: innanzitutto, il problema di fondo, che ruolo ha? può fare il terzino, può fare l'esterno, può fare anche l'interno, ma ad oggi non è nè uno, nè l'altro, nè l'altro ancora; duttile sì, ma c'è bisogno che questo ragazzo diventi al più presto qualcosa per poter esplodere davvero. E a ciò si aggiungono problemi di natura tattica: il ragazzo sembra essere, sotto questo punto di vista, ancora troppo acerbo. Ed è questo il problema di tutti quei giocatori che restano troppo tempo in Brasile, non confrontandosi in campionati tatticamente e fisicamente superiori come quelli europei. Terzo grande problema: spesso il nostro Alexsandro è un po' troppo poco originale e troppo driblomane; si ostina nel giocare sempre a testa bassa, a credere che per lui il calcio sta tutto in quella dannata fascia; lo è anche, ma non lo è solo. Una volta che capirà che spesso un dribbling in meno è meno utile di una giocata a testa alta, di una frenata, di un attimo di ragionamento per cercare risvolti migliori dell'azione, questo giocatore sarà davvero pronto per la serie A, e ne sentiremo parlare forse come il nuovo Serginho. Ma per migliorare dovrà pure sempre giocare, e molto di più delle 7 presenze nell'ultima stagione al Porto.